Per duemila anni l'Italia ha portato in sé un'idea universale capace di
riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione
di una mente di gabinetto, ma un'idea reale, organica, frutto della vita
della nazione, frutto della vita del mondo: l'idea dell'unione di tutto
il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale. I popoli
cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia
comprendevano che erano i portatori di un ‘idea universale, e
quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo presentivano. La
scienza, l'arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato
mondiale. Ammettiamo pure che questa idea mondiale, alla fine, si era
logorata, stremata ed esaurita (ma è stato proprio così?) ma che cosa è
venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l'Italia,
che cosa ha ottenuto di meglio dopo la diplomazia del conte di Cavour? È
sorto un piccolo regno di second'ordine, che ha perduto qualsiasi
pretesa di valore mondiale, … un regno soddisfatto della sua unità, che
non significa letteralmente nulla, un'unità meccanica e non spirituale
(cioè non l'unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti
non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di
second'ordine. Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte
di Cavour!
Fëdor Dostoevskij - Diario di uno scrittore
domenica 19 maggio 2019
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