giovedì 31 marzo 2016

L'evoluzione dei Rolling Stones


 La preparazione in vita
per l'eternità, mantenendo
l'estetica

PUBBLICATA TRADUZIONE INEDITA DI NIETZSCHE FIRMATA CESARE PAVESE


www.avvenire.it
TORINO – Nino Aragno Editore ha pubblicato una chicca inaspettata: la traduzione inedita de La volontà di potenza di Friederich Nietzsche ad opera di Cesare Pavese. Si tratta in realtà di due volumi dell’opera nietzschiana, contenuti nel volume Amor fati, Pavese all’ombra di Nietzsche, a cura di Francesca Belviso, introd. di Angelo d’Orsi, pp. XXI-278.
Un’impresa velata di ambiguità, come sottolinea Lorenzo Mondo, accentuata dal fatto che Pavese ha lasciato interrotta e non rifinita la sua traduzione. Ci si sorprende, comeAngelo D’Orsi, che l’autore, impolitico per eccellenza, abbia tradotto un’opera di Nietzsche «tra le più esposte sul piano ideologico». Si tratta in ogni caso di una traduzione della Volontà di potenza resa, secondo le parole della curatrice Belviso,«con una prosa sobria, quasi scarna». Altro non serve. Pavese vi lavorò tra il ’44 e il ’45, dopo aver studiato per anni la lingua tedesca e aver approcciato il grande filosofo leggendo e annotando, in particolare, La nascita della tragedia, che avrà per lui una grande importanza ispirando lo sfondo mitico dei Dialoghi con Leucò.
G.A.
FonteMondo L., Pavese, Verrà il Superuomo e avrà i tuoi occhi, in “La Stampa”, 29 marzo 2016


Trovare l'angelo demone che è in noi!

L’aderenza al dáimon va ricercata e alimentata, per rendere davvero autentica la nostra esistenza. In questo senso siamo chiamati – secondo Hillman – a decifrare il ‘codice della nostra anima’, essendo già presente nell’individuo bambino l’intera forma del destino di un uomo, che, però, deve dispiegarsi ed essere vissuta nel tempo, sino a giungere a concretizzarsi quale immagine viva, enérgheia, opera d’arte, nell’individuo anziano, nel vecchio. «Sequere deum», dicevano gli stoici; detto ripetuto nei suoi Mémoires e magistralmente posto in atto da Giacomo Casanova. E Cicerone insegnava che un vir ha il dovere (officium) di conoscere la propria natura e diventarne la maschera. Non a caso nelle antiche società umane i vecchi sono stati usualmente considerati quali sciamani, grandi vecchi, saggi.

Intervista a Mauro Biglino

  Intervista a Mauro Biglino





  • Vorremmo ringraziarti per averci dedicato parte del tuo tempo, inizierei questa nostra intervista chiedendoti di presentarti ai nostri lettori e forumisti. Chi è Mauro Biglino e qual è stato il percorso che l’ha portato a scrivere su questi temi?


Innanzitutto sono io che ringrazio dell’interesse per il mio lavoro. Il curriculum specifico per l’attività che sto svolgendo può essere così sintetizzato: studi classici (quindi latino e greco), studio della lingua ebraica con un insegnate assegnatomi dalla comunità ebraica della mia città e corso di ebraico biblico della società biblica britannica. La passione per i testi antichi è nata durante il liceo classico: da quel momento non ho mai interrotto l’attività di approfondimento e studio del pensiero dell’uomo con particolare riguardo ai testi della religione nella quale sono stato educato. La conoscenza della lingua ebraica è quindi divenuta, nel corso degli anni, una necessità imprescindibile per avere accesso diretto alle fonti. Le Ed San Paolo hanno pubblicato 17 libri dell’Antico Testamento da me tradotti e per alcuni anni l’Università L’Orientale di Napoli ha usato come testo di riferimento per il “Corso di lingua e letteratura ebraica biblica e medievale” uno dei volumi in cui ci sono le mie traduzioni: Le cinque meghillot.



  • Perché preferire alle tante traduzioni della Bibbia quella letterale? Siamo forse vittime di un inganno?


Più che preferire direi che si tratta di non escluderla a priori, come invece fa la tradizione che ha di fatto imposto le chiavi di lettura funzionali alla diffusione del pensiero spiritualista con le dottrine ad esse collegate. Siamo certamente vittime di un colossale inganno. Da anni, nei libri e nelle conferenze, propongo semplicemente di “fare finta che” la traduzione letterale sia quella corretta per verificare che cosa ne scaturisce. Devo dire che il quadro che ne deriva è di gran lunga più coerente di quello teologico: la lettura letterale non richiede categorie interpretative speciali (allegoria, metafora, mistero…) perché offre una visione assolutamente coerente in sé ed è quella che presento nei miei lavori. E’ ovvio che dopo anni di traduzioni letterali eseguite per le Ed San Paolo, si è formata in me la convinzione che quel tipo di lettura consente la massima comprensione dell’Antico Testamento. La lettura letterale che indico in questi ultimi tempi nelle conferenze mette il lettore nella condizione di porsi le domande capaci di evidenziare gli elementi più evidenti dell’inganno.




  • Chi è in realtà colui che viene presentato dai teologi come Dio? Mi sembra di capire dai tuoi studi che molte volte non era nemmeno pienamente cosciente degli ordini che dava al suo popolo.


Su questo direi che non ci possono essere dubbi: Yahweh era uno dei tanti Elohim che si sono spartiti vari territori con relativi popoli su cui governare e da cui trarre il massimo del vantaggio personale in termini di potere e ricchezza. Il libro del Deuteronomio ci dice chiaramente che il comandate degli Elohim (chiamato Elyon) ha affidato a lui un pezzo della famiglia di Abramo: Giacobbe e i suoi discendenti, mentre altre parti della stessa famiglia sono stati affidati a suoi colleghi Elohim che la Bibbia nomina espressamente: Kamosh e Milkom. Come detto esplicitamente in Esodo Yahweh era un militare (ish milchamah: uomo di guerra) e come tale si comportava: praticava la pulizia etnica senza alcuna pietà per donne, bambini e anziani. Nel mio ultimo libro “La Bibbia non parla di Dio” (pubblicato da Mondadori) ho inoltre documentato su base biblica che amava e consumava indubitabilmente sostanze alcoliche che portavano a dire frasi senza senso. Insomma non era quella che si definirebbe una bella persona: per fortuna non è Dio. Sarebbe davvero un dramma senza soluzione per tutti noi.




  • Tra le varie versioni della Bibbia vi sono delle differenze? E, magari, se esistono anche alcune divergenze tra come la Bibbia è tradotta quando è destinata ai cittadini comuni e quando invece è destinata alle facoltà di teologia.


Ci sono numerose divergenze tra cui alcune eclatanti e non sono assolutamente casuali: ne cito solo alcune. In Genesi 20,13 e 35,7 si parla di alcune azioni compiute dagli Elohim (termine plurale) e i verbi in ebraico sono correttamente nella forma plurale, nelle traduzioni delle bibbie che vanno alle famiglie i verbi sono invece tradotti al singolare per diffondere l’idea che Elohim sia il termine con cui viene indicato il dio unico. In Giudici 6,2 nelle bibbie che abbiamo in casa si dice che un malakh (termine tradotto con angelo) dopo aver parlato con Gedeone “scompare dalla sua vista”. Questa traduzione è fatta per ingannare il lettore inducendolo a pensare che quel malakh fosse un essere spirituale; in ebraico invece c’è scritto con una chiarezza stupenda e disarmante che quell’individuo “se ne andò camminando”. Questi esempi sono dei veri, propri e deliberati inganni, non errori.






  • Leggendo la Bibbia, pare di capire che in essa si parli anche d’ingegneria genetica, di clonazione e di armi tecnologicamente avanzatissime. Potresti brevemente parlarcene, magari citando anche gli studiosi con cui sei venuto in contatto e che ti hanno fornito molto materiale in merito?


E’ difficilissimo sintetizzare qui, ma la sostanza è che gli adam sono organismi geneticamente modificati dagli Elohim stessi: la Bibbia contiene una narrazione che corrisponde ai protocolli di clonazione oggi conosciuti. In un notissimo forum ebraico (Consulenza Ebraica) gli esegeti ebrei hanno scritto che loro sanno “da sempre” che la Bibbia parla di ingegneria genetica. Nel mio libro citato sopra ho riportato studi di medici e biologi molecolari che stanno prendendo in serissima considerazione l’ipotesi che l’Homo sapiens sia proprio il prodotto di una evoluzione pilotata. Uno di loro, il dr. Pietro Buffa (ricercatore associato del King’s College London), sta pubblicando un libro che si intitola “I geni manipolati di Adamo” e mi ha fornito in anteprima alcuni stralci che ho potuto pubblicare.




  • Nella Genesi, si parla di Adamo ed Eva come dei progenitori dell’umanità, ma dai tuoi studi emerge una storia notevolmente diversa. In quei passi, citati anche nei libri di storia (così li definirei) degli altri popoli che ci hanno preceduto, potrebbe esserci svelato il mistero del fattore RH negativo?


Non me ne sono occupato direttamente ma da ciò che è scritto in uno degli studi pubblicati nel mio ultimo libro direi che ci stiamo avvicinando.




  • Non essendoci, quindi, nessun peccato originale, come possiamo relazionare tutto ciò ai teologi cattolici che utilizzano questo tema per terrorizzare le masse (con l’ausilio di un presunto inferno, purgatorio e limbo)?


Si tratta di un inganno palese, giustificato solo dalla volontà di tenere sotto controllo le persone ponendosi come intermediari per una possibile riparazione/riconciliazione con un Dio (quello biblico) che è frutto di una pura invenzione priva di qualunque fondamento testuale biblico.




  • Chi, o meglio, cosa sono i cherubini, degli angioletti con le alucce o ben altro? Per caso siamo di fronte all’ennesima elaborazione (magari falsificazione) teologica?


Ovviamente si, come ben detto nella domanda, siamo di fronte all’ennesima elaborazione (magari falsificazione) teologica. Così come non parla mai di Dio, l’Antico Testamento non si occupa mai di esseri spirituali come angioletti, cherubini, diavoli… I malakhim erano individui in carne ed ossa che mangiavano, bevevano, camminavano, si sporcavano, si stancavano, potevano essere aggrediti ed erano pericolosi da incontrare (soprattutto per le giovani donne). I cherubini non solo non erano angeli ma non erano neppure individui: erano oggetti meccanici che la Bibbia descrive con una chiarezza disarmante. Solo la fantasia teologica ha potuto trasformarli in creature angeliche contando per secoli sulla proibizione esplicita di leggere la Bibbia, proibizione imposta per evitare che la gente capisse. Purtroppo ancora oggi viene letta troppo poco e non a caso si cerca di bloccare ogni forma di lettura letterale: sarebbe troppo chiara.






  • Nel tuo ultimo e bellissimo libro edito da Mondadori“La Bibbia non parla di Dio” fai un parallelo tra la Bibbia e i testi omerici, potresti parlarcene?


I popoli di tutti i continenti della terra ci raccontano la stessa storia di fondo, i poemi omerici non sono diversi. In diverse decine di pagine ho riportato una analisi parallela dei testi biblici, Iiade ed Odissea. Narrano le stesse storie, parlano degli stessi individui (elohim e theoi) che hanno le stesse caratteristiche, le stesse esigenze, agiscono nello stesso modo, hanno addirittura le stesse necessità alimentari e neurofisiologiche (compresa quella di annusare certo fumo prodotto con la combustione di parti ben precise ed opportunamente preparate di animali). Dall’analisi emerge che la Bibbia non è che uno dei tanti libri scritti dall’umanità nel corso della sua storia e condivide con gli altri gran parte dei contenuti: soprattutto quelli concernenti le origini dell’uomo e i suoi rapporti con quegli individui. Uno dei fatti più eclatanti è che i racconti biblici delle origini sono copie rielaborate di testi sumero-accadici molto più antichi e la dottrina tradizionale è riuscita a convincerci che gli originali (testi sumeri) sono miti e leggende, mentre le copie (Genesi biblica) è verità ispirata da Dio.




  • Il sistema politico ed economico descritto nella bibbia, secondo te, è ancora presente nella nostra società?


Mi pare proprio che il sistema finanziario che governa il mondo (al di sopra anche di quello politico e militare che ne sono direttamente dipendenti) sia quello che Yahweh ha indicato ai suoi. Nella sostanza non è cambiato nulla: il mondo è diviso tra chi ha il controllo della finanza (padroni) e gli altri che vivono nel debito imposto (schiavi).




  • Dopo aver scritto molti libri sull’antico testamento, ce ne sarà uno in futuro sul nuovo testamento e sulla figura di Gesù?


Chissà, non lo escludo.




  • Sappiamo che queste tue traduzioni ti hanno portato ad avere molti nemici ed anche gravi minacce, com’è la situazione adesso?


Quella di sempre, ma capisco che, dati i colossali interessi in gioco, non può essere diversamente per cui non posso fare altro che vivere tranquillo… se poi succederà qualcosa… pazienza.



Grazie ancora per la tua disponibilità e per la tua libertà ed apertura mentale. 
Speriamo che, a questa, segua anche un’altra intervista in futuro.Un abbraccio!

Grazie a voi e a chi è arrivato fino al termine della lettura.

William Butler Yeats: il grande raccoglitore delle fiabe irlandesi, premio Nobel per la letteratura

William Butler Yeats *

LA DISTILLAZIONE DEI GUSCI D'UOVO (CHANGELING)




Johann Heinrich Füssli, The changeling (1780)



La signora Sullivan aveva il sospetto che il suo ultimo nato fosse stato scambiato da 'ladri folletti' e certamente le apparenze giustificavano tale conclusione; in una sola notte, infatti, il suo sano bimbetto dagli occhi azzurri si era raggrinzito fino a diventare quasi un niente e non la smetteva di strepitare e piangere. La povera signora Sullivan era naturalmente molto triste, e tutti i vicini, per confortarla, le dicevano che sicuramente il suo bambino era con il 'buon popolo' e che al suo posto era stato messo un folletto. Certamente la signora Sullivan non poteva non credere a ciò che tutti quanti le dicevano, ma non voleva far del male alla creaturina, perché, sebbene la sua faccia fosse così avvizzita e il corpo ridotto al solo scheletro, conservava tuttavia una forte somiglianza con il suo vero bambino. Non riusciva perciò a trovare il coraggio di arrostirlo vivo sulla graticola o di bruciargli via il naso con le molle incandescenti o di gettarlo sul lato della strada in mezzo alla neve, malgrado questi e altri simili procedimenti le venissero caldamente raccomandati come sistemi per recuperare il suo bambino.

Un giorno successe che la signora Sullivan incontrò per caso proprio una donna che la sapeva lunga di queste cose, ben conosciuta nel paese col nome di Ellen Leah (o la Grigia Ellen). Aveva il dono, comunque l'avesse acquistato, di dire dove erano i morti e che cosa potesse essere utile al riposo delle loro anime; e con arti magiche aveva il potere di togliere porri e gozzi, e di compiere tutta una serie di meraviglie di tal genere.
"Vi vedo afflitta questa mattina, signora Sullivan " furono le prime parole che Ellen Leah le rivolse.
"Lo potete ben dire, Ellen - disse la signora Sullivan - e ho ben ragione di essere afflitta, dal momento che il mio bel bambino, che era nella culla, mi è stato strappato via senza neanche un , e al suo posto c'era un brutto sgorbio di folletto grinzoso; non c'è da sorprendersi, dunque, che mi vediate afflitta, Ellen."
"Non vi si può rimproverare, signora Sullivan - disse Ellen Leah - ma siete sicura che sia un folletto?" "Sicura! - fece eco la signora Sullivan - Ne sono ben sicura, per mia disgrazia; posso forse dubitare dei miei stessi occhi? Ogni cuore di madre deve certo commiserarmi! "
"Volete seguire il consiglio di una vecchia?- chiese Ellen Leah fissando il suo sguardo inquietante e misterioso sulla infelice madre; e, dopo una pausa, aggiunse -Ma poi non direte che è un consiglio sciocco? "
"Potete farmi riavere il mio bambino, il mio caro bambino, Ellen?" disse la signora Sullivan tutta infervorata.
"Se farete come vi ordino, - rispose Ellen Leah -lo saprete. La signora Sullivan rimase in attesa, in silenzio, ed Ellen continuò:" Mettete sul fuoco il pentolone grosso, pieno d'acqua, e fatela bollire a più non posso; poi prendete una dozzina di uova appena deposte, rompetele e tenete i gusci, ma gettate via il resto; fatto questo, mettete i gusci nella pentola d'acqua bollente e saprete presto se quello è il vostro bambino o un folletto. Se scoprite che quello nella culla è un folletto, prendete l'attizzatoio incandescente e ficcateglielo giù per la sua orribile gola, e, fatto questo, non avrete più fastidi, ve lo assicuro."
La signora Sullivan se ne andò a casa e fece come Ellen Leah le aveva comandato. Mise la pentola sul fuoco e sotto una gran quantità di torba e fece bollire l'acqua a un ritmo tale che se mai ci fu un'acqua incandescente quella sicuramente lo era. Il bambino giaceva, strano a dirsi, tutto calmo e tranquillo nella culla, lanciando ogni tanto un'occhiata, che brillava pungente come una stella in una notte gelida, verso il gran fuoco e il pentolone che vi stava sopra; e seguiva con estrema attenzione la signora Sullivan che rompeva le uova e metteva a bollire i gusci. Alla fine chiese, con la voce di un uomo molto vecchio:
"Cosa stai facendo, mammina?"
Quando la signora Sullivan sentì il bambino parlare, il cuore - come lei stessa riferì - le balzò in gola al punto di soffocarla. Ma riuscì a mettere l'attizzatoio nel fuoco e a rispondere a quelle parole senza mostrare alcuna sorpresa:
" Sto distillando, figlio mio."
" E cosa distilli, mammina?" disse il diavoletto, la cui soprannaturale capacità di parola provava senza alcun dubbio che era un sostituto fatato.
'Ah, se l'attizzatoio fosse già rosso ' pensava la signora Sullivan; ma era grosso e impiegava molto tempo a scaldarsi, perciò decise di distrarre il bambino con le chiacchiere finchè non fosse arrivato al punto giusto per ficcarglielo in gola e così ripetè la domanda:
"Vuoi sapere cosa sto distillando, figlio mio?" disse.
"Sì, mammina, cosa distilli?" rispose il folletto.
"Gusci d'uovo, figlio mio" disse la signora Sullivan.
"Oh! - strillò il diavoletto saltando su nella culla e battendo le mani, - sono al mondo da millecinquecento anni e non ho mai visto una distillazione di gusci d'uova prima d'ora!"

A questo punto l'attizzatoio era rovente e la signora Sullivan, afferrandolo, corse con furia verso la culla; ma in qualche modo le scivolò un piede, cadde distesa sul pavimento e l'attizzatoio le volò via di mano fino all'altro lato della stanza. Si alzò tuttavia senza perdere troppo tempo e andò alla culla, con l'intenzione di ficcare la creatura maligna che vi giaceva nella pentola d'acqua bollente, quando vide il suo vero bambino immerso in un dolce sonno: uno dei morbidi e rotondi braccini era appoggiato sul cuscino, i suoi lineamenti erano sereni come se la loro quiete non fosse mai stata disturbata e solo la rosea boccuccia si muoveva con un respiro lieve e regolare.


Thomas Crofton Croker - Tratto da Fiabe irlandesi di William Butler Yeats, Newton Compton

Fiabe Irlandesi - William Butler Yeats - Google Libri


* Più di un secolo fa, Yeats riuniva nelle raccolte "Fiabe e racconti delle campagne irlandesi" (1888) e "Fiabe irlandesi" (1892) le favole e i racconti dei più grandi scrittori del suo Paese, tra cui Thomas Crofton Crocker, Lady Wilde (madre di Oscar), William Carleton, Douglas Hyde.

Creature fantastiche del folclore europeo

Changeling

«Non chiamateci gnomi, né fate. Non vogliamo più essere chiamati così. Una volta era la parola perfetta per designare una grande varietà di creature, ma oggi ha troppi significati... In questo mondo esiste una serie di spiriti sublunari che carminibus coelo possunt deducere lunam, i quali, sin dai tempi antichi, sono divisi in sei categorie: spiriti di fuoco, di aria, di terra, di acqua, sotterranei, più la classe delle fate e delle ninfe. Se volete darmi un nome, io sono come loro, un folletto. O meglio, sono un changeling. Noi rubiamo i bambini e ne prendiamo il posto. Il folletto diventa bambino, e il bambino folletto.»
Keith Donohue, Il bambino che non era vero




John Anster Fitzgerald, Fairies Looking Through A Gothic Arch (1864)


Il changeling è una creatura fantastica tipica del folklore europeo. È il figlio deforme e spesso malato di una fata, di un folletto, di un fauno o addirittura di un demone, segretamente scambiato nella culla con un bambino umano, sano e bello.
Il changeling si può riconoscere perché è estremamente intelligente, molto più di un bambino umano, ma impacciato nei movimenti, apatico, impenetrabile. Alcuni studiosi ritengono che questa leggenda venisse usata per spiegare l'autismo, quando ancora la malattia era sconosciuta. 
Nella mitologia celtica si racconta di un neonato malato, figlio delle fate, che viene scambiato con un altro bambino per costringere la sfortunata madre a curare e allevare il folletto. Per scoprire la sua reale natura, pare bastasse preparare una camomilla e versarla in un guscio d'uovo: a quel punto il changeling avrebbe detto "In tanti anni della mia esistenza ne ho viste di cose, ma mai versare della camomilla in un guscio d'uovo...", per poi sparire…

La leggenda è diffusa anche in Francia, dove questi folletti si chiamano Jetins, abitano le grotte marine ed escono solo di notte. Si racconta che abbiano un'incredibile forza e adorino scaraventare lontano attrezzi pesanti. Nelle regioni del nord-ovest d'Italia, sono invece chiamati Servan. Simili ai Jetins francesi, hanno in più il desiderio di assomigliare all'uomo ad ogni costo, e perciò scambiano i loro piccoli con quelli umani. In Irlanda vengono detti Spriggan, folletti dall'aspetto grottesco, esseri malefici, piccoli che dovrebbero essere i guardiani dei tesori delle colline.

martedì 29 marzo 2016

LA FORZA UNIVERSALE ED ETERNA DELLA PREGHIERA

LA FORZA DELLA PREGHIERA
Se rafforzeremo la vita spirituale con la preghiera, non ci occorrerà che attenderne gli effetti. E questi non mancheranno. Ma solo chi avrà prima riconosciuto la forza stessa della preghiera come una realtà, ne cercherà gli effetti nel mondo esterno.Chi abbia riconosciuto una tale realtà potrà fare il seguente esperimento. Dopo avere per dieci anni della sua vita disprezzato la forza della preghiera, potrà guardare aquesto decennio trascorso senza preghiera;e potrà poi guardare ad un secondo periodo di dieci anni, anch’esso ormai trascorso, durante il quale egli ha riconosciuto la forza della preghiera; confronti poi i due decenni:scorgerà che il corso della sua vita si è trasformato sotto l’influsso della forza che egli ha riversato nell’anima con la preghiera.Le forze si palesano nei loro effetti. È facile negare l’esistenza delle forze, se nonse ne suscitano per nulla gli effetti. Qual diritto ha di negare la forza della preghiera chi non ha affatto cercato di renderla efficace in se stesso? Come potrebbe conoscere la forza della luce colui che non l’ha mai esplicata o non le si è mai avvicinato Una forza che deve agire nell’anima e mediante l’anima, la si impara a conoscere soltanto facendone uso.…Chi, per esempio, potrebbe misconoscere– se non prende la preghiera solo unilateralmente in senso egoistico, ma nel modo piú ampio – che cosí intesa la preghiera costituisce una parte essenziale dell’arte?Certo, nell’arte può esserci anche un altro atteggiamento; un atteggiamento leggero,umoristico, che si solleva al di sopra della devozione. Ma nell’arte esiste anche qualcosa che si esplica in forma di preghiera:l’ode, o l’inno. Perfino nella pittura abbiamo qualcosa che potremmo chiamare una preghiera dipinta. E chi mai potrebbe negare che in un grandioso e magnifico duom oci sentiamo avvolti quasi da una preghiera divenuta marmo, da una preghiera che sale verso il cielo? Basterà comprendere queste cose nel loro rapporto con la vita; allora si comprenderà pure che la preghiera, se la consideriamo nel suo lato essenziale, appartiene a quelle cose che, dalla limitatezza e dalla transitorietà della sua vita, conducon l’uomo all’eterno.
Rudolf Steiner
Da L’intima natura della preghiera, O.O. 59.

Le radici pagane della pasqua

PASQUA? L'ENNESIMA FESTA CRISTIANA RUBATA AL PAGANESIMO...



PASQUA In questo giorno i cristiani festeggiano la "resurrezione" di Gesù. La Pasqua cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera.

Si tratta quindi di una festività legata all'
equinozio di primavera. Tutti i popoli pagani dell'Impero Romano, e non solo, conoscevano già questa festa, che non è altro che una festa primaverile: gli alberi germogliano, nei prati sbocciano i primi fiorellini e quindi la natura, dopo il freddo inverno, "risorge".

L'idea di resurrezione della natura diventò resurrezione di Cristo, e anche questo mito, in qualche modo, fu "incorporato" nella nuova religione che andava diffondendosi in antitesi al paganesimo ma, al tempo stesso, paradossalmente, non c'è tradizione pagana che non sia stata "
rubata" e fatta propria dalla chiesa cristiana dei primi secoli.

L'"Agnello di Dio" viene copiato invece dal segno zodiacale dell'Ariete che "ritorna" ogni primavera...


Il termine inglese Easter e il tedesco Ostern che derivano dal nome di Eostre, l’antica dea pagana nordica che ha dato vita a molte tradizioni pasquali attuali.


La dea viene chiamata in vari modi a seconda della regione in cui è venerata, infatti è conosciuta anche con i nomi Ostare, Ostara, Ostern, Eostra, Eostre, Eostur, Eastra, Eastur, Austron e Ausos; a Babilonia la dea è adorata come Ishtar, in Fenicia come Astarte, in Egitto come la ben più nota Iside e in Grecia come la celeberrima Afrodite. Secondo una leggenda, la dea della luna Eostre sposò il dio solare che morì qualche giorno prima dell’equinozio di primavera. Prima di lasciare la sua amata, il dio la fecondò per poi rinascere in qualità di figlio e sposo della dea.

La lepre, come il coniglio, era sacra alla dea Eostre a causa del suo rapido ciclo riproduttivo e, secondo una leggenda, deponeva l’uovo della nuova vita per annunciare il risveglio della natura dal freddo invernale. L’uovo, simbolo della Pasqua per eccellenza, non viene menzionato nella Bibbia ed è presente in numerosi culti indoeuropei come simbolo di fertilità.

In molte parti d’Europa le uova hanno conservato il loro originario significato pagano in modo marcato: in Russia e Ucraina l’uovo è considerato un talismano di fertilità e vita e cibarsi di tale alimento consentirebbe di celebrare il ritorno della bella stagione.


Con l’ascesa del Cristianesimo le uova simboleggiarono non più la rinascita della natura ma la resurrezione: così come il pulcino nasce dall’uovo Cristo è risorto uscendo dal sepolcro; le uova colorate di rosso sono il simbolo del suo sangue. Le uova sono state introdotte nel Cristianesimo non per ragioni di tipo dottrinale, ma in seguito al naturale adattamento di tradizioni millenarie alla religione di Cristo...


Nonostante quanto si possa pensare
la colomba, il dolce pasquale più diffuso in Italia dopo le uova di cioccolato, non è un piatto tradizionale ma è stata inventata per ragioni di mercato negli anni ’30 del Novecento: Dino Villani, direttore del reparto pubblicitario della Motta, ideò la pietanza semplicemente per non lasciare inutilizzati i macchinari necessari per produrre i panettoni.

Fonti:
lindro.it e varie web

Fonte: 
ilnuovomondodanielereale.blogspot.it

domenica 27 marzo 2016

Il paganesimo che si è fuso con i riti cristiani

La Cattedrale di Chartres Labyrinth, vigilia di Pasqua

Labirinto Liturgia della Luce a Chartres

liturgie storiche alla vigilia di Pasqua costituiti da balli labirinto, movimenti gioiosi dei sacerdoti, per onorare una liturgia atavica, per arrivare al centro......

Viva l'Italia

Sapienza antica letteratura moderna



"L'uccello lotta per uscire dall'uovo. L'uovo è il mondo. Per nascere devi distruggere un mondo. L'uccello vola a Dio. Il nome di Dio è Abraxas." (Hermann Hesse)


sabato 26 marzo 2016

ALLUCINOGENI E CRISTIANESIMO, dopo nove anni il secondo volume

ALLUCINOGENI E CRISTIANESIMO. Evidenze nell’arte sacra. Secondo Volume” di GOSSO Fulvio & Gilberto CAMILLA - 2016, Ed. Colibrì – Paderno Dugnano (MI)


. Evidenze nell’arte sacra. Secondo Volume” di GOSSO Fulvio & Gilberto CAMILLA - 2016, Ed. Colibrì – Paderno Dugnano (MI)



“I fatti non cessano di esistere solo perché noi li ignoriamo.”
(Aldous Huxley)

Nove anni dopo il primo volume si è reso necessario pubblicare un secondo volume sull’argomento a ”causa” del nuovo ed interessante materiale raccolto. Il libro mantiene lo stesso stile del precedente  sia come produzione editoriale, che per i siti e relative produzioni artistiche (manoscritti miniati, affreschi, mosaici, vetrate, sculture su capitelli, ecc) nell’ambito dell’ Arte Sacra cristiana in un periodo di tempo compreso a grandi linee tra il 500 e il 1500.
La caratteristica di queste opere d’arte è di comprendere raffigurazioni relative a funghi allucinogeni, in genere Amanita muscaria o Psilocybe semilanceata, in accostamento a temi biblici ed evangelici di varia natura. Per diversi motivi è pensabile che il fenomeno non sia casuale e lascia intuire un possibile uso di queste sostanze per finalità mistico-spirituali. In questo secondo volume sono raffigurate 22 immagini a colori che si aggiungono alle 30 del primo volume, molte assolute novità, alcune pubblicate in passato da altri Autori, ma per lo più sconosciute al pubblico italiano.
Un Capitolo è dedicato alla storia delle ricerche in materia ed uno all’esegesi interpretativa di alcuni passi tratti da testi sacri. Un’appendice a cura di Gianluca Toro, ricercatore indipendente  pinerolese, completa le valutazioni in materia.


L'ultimo libro di Ceronetti



«Gray diceva che chiunque poteva scrivere un buon libro, ed era semplicemente la storia della sua vita» recita la lettera di Stendhal in epigrafe a questo libro. Per le strade della Vergine è proprio questo: «semplicemente» la storia della vita di Ceronetti fra il gennaio 1988 e l'aprile 1998. Uno zibaldone, «per chi sa quali futuri possibili lettori», che raccoglie viaggi, incontri, ossessioni, amori, lutti, sogni, letture, malattie, amicizie illustri, riflessioni liriche e scene di vita quotidiana, divagazioni oniriche e cronache minuziose. Un itinerario irresistibile, che restituisce il ritratto di uno dei protagonisti della cultura italiana nella sua irriducibile peculiarità.

giovedì 24 marzo 2016

Maschere e morte

"La vita diventa piacevole, quando è assente la paura della morte. (…) Bisogna ridere della morte, essendo come una maschera che spaventa i bambini piccoli: infatti, essi credono che ha il potere di mordere, ma non morde".
Diogene di Enoanda, nuovo frammento 130.

Le vie del sacro

L’incoscienza aspira a divenire cosciente ?
No. E’ il Divino nell’incoscienza che aspira al Divino nella coscienza. Voglio dire che senza il Divino, non ci sarebbe aspirazione; nella sua coscienza nascosta nell’incoscienza, non ci sarebbe possibilità di cambiare l’incoscienza in coscienza. Ma è perché, nel cuore stesso dell’incoscienza, c’è la Coscienza divina che vi aspira e che, necessariamente – è ciò che dice -, automaticamente, meccanicamente, il sacrificio si compie. Ed è per questo che quando si dice: non siete voi che aspirate, è il Divino, non siete voi che fate dei progressi, è il Divino, non siete voi che siete coscienti, è il Divino, non sono delle parole, è un fatto. E sono semplicemente la vostra ignoranza e la vostra incoscienza che vi impediscono di accorgervene.
(Segue una meditazione nel corso della quale ha avuto luogo la prima manifestazione delle forze supermentali)
Mère -Conversazioni - 29 febbraio 1956