za del fermarsi, sia dal punto di vista fisico che mentale. I viaggiatori vi possono sostare per ammirare il panorama, per fare una semplice pausa, per meditare, per godere del silenzio circostante.
giovedì 29 dicembre 2022
La contemplazione prevista nella società tecnologica moderna
za del fermarsi, sia dal punto di vista fisico che mentale. I viaggiatori vi possono sostare per ammirare il panorama, per fare una semplice pausa, per meditare, per godere del silenzio circostante.
martedì 27 dicembre 2022
Un film, in fondo, con l'anima sciamana
Ladyhawke è un film del 1985 diretto da Richard Donner. Seppur la trama nell'edizione italiana voglia richiamare un'ambientazione francese, il film è stato girato quasi interamente in Italia, nelle province di Cremona, Parma, Piacenza e Massa Carrara, nei boschi del Pontremolese (la troupe soggiornò per alcune settimane in un noto hotel di Pontremoli, ormai chiuso) nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, a Pereto (nella Marsica), a Campo Imperatore (in provincia dell'Aquila), dove il falco viene ferito, al Passo Giau (in provincia di Belluno, tra la Valle d'Ampezzo e la Val Fiorentina) e al piccolo lago d'Antorno nelle vicinanze del lago di Misurina nelle Dolomiti. Il rifugio del monaco è la Rocca di Calascio, appositamente scenografata con l'aggiunta di corone alle torri (tra cui quella da cui precipita Michelle Pfeiffer), mentre i borghi medievali mostrati includono le seguenti località: castello di Torrechiara, Castell'Arquato, Soncino e Vigoleno. La veduta esterna in lontananza del borgo di Aguillon (Aquila in originale) è in realtà quella di Castel del Monte, a cinque chilometri da Rocca Calascio. La chiesa al cui interno si svolge la scena finale (ricostruita a Cinecittà) è quella di San Pietro a Tuscania. Diverse scene (in particolare quella del tentato arresto di Philippe Gaston da parte delle guardie del vescovo e dell'incontro con Etienne Navarre) sono state girate presso l'antico abitato di Monterano nel Comune di Canale Monterano in provincia di Roma. La località da cui Philippe evade, nell'originale è Aquila o L'Aquila e lo stesso Vescovo è il vescovo della città, ma nel doppiaggio italiano L'Aquila è diventata Aguillon, in modo da assumere dei richiami francofoni e al tempo stesso per evitare diretti riferimenti al capoluogo abruzzese. La colonna sonora del film è opera di Andrew Powell (con la Philharmonia Orchestra edito dalla Atlantic/Warner), un compositore e orchestratore ben conosciuto per il suo lavoro con Alan Parsons e Eric Woolfson, membri del gruppo The Alan Parsons Project. Nel 1996 ne è stata pubblicata la versione definitiva dal titolo Ladyhawke - Original Motion Picture Soundtrack; quest'album, edito dalla GNP Crescendo, sostituisce a tutti gli effetti la prima versione uscita nel 1985 e contiene brani inediti e non rielaborati. Nella breve scena in cui Philippe danza con Isabeau la musica che li accompagna è il Trotto, un brano composto da autore anonimo tra il XIV e il XV secolo. Il film ha ricevuto le candidature agli Oscar del 1986 come miglior sonoro (Best Sound) e miglior montaggio sonoro (Best Effects - Sound Effects Editing), senza tuttavia vincere i premi. Ha vinto il Saturn Award dell'Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films per i Migliori costumi (Best Costumes) e come Migliore film fantasy (Best Fantasy Film), e, sempre per il Saturn Award, ha ricevuto le candidature come Migliore musica (Best Music) e Migliore attrice (Best Actress). Ha vinto anche i Golden Reel Award della Motion Picture Sound Editors statunitense come Best Sound Editing - ADR e Best Sound Editing - Sound Effects. Oltre a questo, è stato candidato al Premio Hugo per la miglior rappresentazione drammatica[ e per il Young Artist Awards come Best Family Motion Picture - Adventure. Loris Loddi nella versione italiana doppia Matthew Broderick nel ruolo di Gaston Le Rat; pur essendo presente egli stesso nel cast non doppia sé stesso: la voce del suo personaggio Jehan gli viene prestata dal collega Alvaro Gradella.
lunedì 26 dicembre 2022
I probabile sarcofago di granito rosso dell'Imperatore Giuliano
Il sarcofago dell'imperatore Giuliano, ricordato come Giuliano l'Apostata dalla chiesa cristiana
Il corpo dell'imperatore fu sepolto a Tarso, fuori città, di fronte a quella di Massimino Daia. Il cronista Zonaras affermò che in una data "successiva" il suo corpo fu riesumato e seppellito nella o vicino alla Chiesa dei Santi Apostoli a Costantinopoli. La chiesa fu demolita dai turchi ottomani dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453.
Oggi, un sarcofago di porfido, identificato come quello di Giuliano, si trova nel parco del Museo Archeologico di Istanbul. Si ritiene che questo sia il suo sarcofago a causa della mancanza di simboli cristiani, visibili su altri sarcofagi di imperatori romani d'Oriente esposti nel cortile del museo.
Le fiabe alterate perché non comprese
sabato 24 dicembre 2022
Melchisedec
Nessuno sottolinea che Melchisedec, qui rappresentato nella cattedrale gotica di Chartres, è l'angelo di Giove, come a dire che i mondo cristiano affonda la sua nascita e le sue radici nel mondo pagano tanto odiato, è lui che intinge il pane ne vino, riprendendo i misteri pagani in maniera da veicolare il cristianesimo attraverso un rito antichissimo: l'omicidio rituale del re e la sua magia per impossessarsi dell'energia teurgica.......
venerdì 23 dicembre 2022
L'operazione discutibile dei fratelli Grimm
Mi dispiace fare il "Bastian contrario", furono proprio i fratelli Grimm ad alterare le fiabe rendendole "degne" e adattate ad un pubblico infantile, edulcorandone le crudeltà ed eliminando gli aspetti sessuali. Questa la ritengo una gravissima colpa, operazione che non ha fatto il grandissimo raccoglitore di fiabe siciliano Giuseppe Pitrè. Le versioni delle varie fiabe cambiavano da zona a zona del nord Europa e con l'operazione dei Grimm abbiamo perso le versioni orali originali alterate dalla concezione religiosa protestante
giovedì 22 dicembre 2022
giovedì 8 dicembre 2022
Tecnologie perdute
lunedì 5 dicembre 2022
Preparare la mente alla comprensione profonda
Distrutto dai cristiani assieme al tempio...
La ricostruzione dell'antico teatro di Delfi, in Grecia, datato al IV sec. a.C., aveva una capienza di 5.000 spettatori.