Con la sua storia memorabile e il suo cast di personaggi pittoreschi, il Mago di Oz divenne rapidamente un classico della
letteratura americana. Più di cento anni dopo l’uscita di questo libro, i bambini di tutto il mondo sono ancora incantati dalle meraviglie del mondo di Oz. Pochi, tuttavia, riconoscono che, sotto la sua ingannevole semplicità, la storia del Mago di Oz nasconde profonde verità esoteriche ispirate alla Teosofia. Qui vedremo il significato occulto del Mago di Oz ed il background del suo autore.
Anche se il Mago di Oz è percepito come una fiaba innocente per bambini, è quasi impossibile non attribuire un significato simbolico per quanto riguarda la ricerca di Dorothy. Come in tutte le grandi storie, i personaggi e i simboli, possono essere percepiti con una seconda chiave interpretativa , che può variare a seconda della percezione del lettore. Molte analisi sono apparse nel corso degli anni che descrivono la storia come un “manifesto ateo”, mentre altri lo vedevano come una promozione del populismo. È attraverso la comprensione del background filosofico dell’autore e delle sue credenze, però, che il vero significato del racconto può essere compreso.
L. Frank Baum, l’autore del Mago di Oz è stato membro della Società Teosofica, che è un’organizzazione basata sulla ricerca occulta e lo studio comparato delle religioni. Baum aveva una profonda comprensione della teosofia e, consapevolmente o meno, ha creato una allegoria degli insegnamenti Teosofici quando ha scritto il Mago di Oz.
La Società Teosofica è un’organizzazione occulta, basata soprattutto sugli insegnamenti di Helena P. Blavatsky, che cerca di estrarre le radici comuni di tutte le religioni, al fine di formare una dottrina universale.
“Ma è forse opportuno dichiarare in modo inequivocabile che gli insegnamenti, tuttavia frammentari e incompleti, contenuti in questi volumi, non appartengono né alle religioni indù, nè ai zoroastriani, né alla religione egiziana. Né al buddismo, nè all’islam, nè al giudaismo, né al cristianesimo. La Dottrina Segreta è l’essenza di tutte queste. La Teosofia nasce dalle origini delle religioni stesse, il nostro studio punta a riunire tutti i dogmi originali e fonderli in una religione universale “.
-H.P. Blavatsky, La Dottrina Segreta
I tre obiettivi di questa religione, come stabilito dalla Blavatsky, Judge e Olcott (i fondatori) sono i seguenti:
“In primo luogo – Formare un nucleo della Fratellanza Universale dell’Umanità, senza distinzione di razza, credo, sesso, casta o colore.
In secondo luogo – Incoraggiare lo studio comparato della religione, della filosofia e della scienza.
Terzo -Lo studio delle leggi della natura che non sono ancora state spiegate e delle forze latenti presenti nell’uomo ».
I principi fondamentali della Teosofia sono accuratamente descritti nelle opere della Blavatsky: l’Iside Svelata e La Dottrina Segreta. Al centro degli insegnamenti teosofici sono i principi stessi che si trovano in molte altre scuole occulte: la convinzione della presenza di una “scintilla divina” all’interno di ogni persona che, con la disciplina e la formazione adeguata, può portare a un’illuminazione spirituale e uno stato di virtuale divinizzazione.
Un altro principio importante trovato nella Teosofia è la reincarnazione. Si crede che l’anima umana, come tutte le altre cose nell’universo, passa attraverso sette stadi di sviluppo.
“Gli scritti Teosofici propongono che le varie civiltà umana, come tutto il resto dell’universo, si sviluppino ciclicamente attraverso sette fasi. La Blavatsky postulò che l’umanità intera, si evolva per mezzo di sette “Razze originali”. Così, nella prima età, gli esseri umani erano puro spirito, nella Seconda età, erano esseri asessuati che abitavano il continente perduto di Iperborea, nella terza età i giganti Lemuriani infusi di impulsi spirituali che li dotarono di coscienza umana e avviarono il processo di riproduzione sessuale. Gli esseri umani moderni, infine si svilupparono nel continente di Atlantide. Dal momento che Atlantide fu il “nadir” del ciclo, l’età attuale, che è la quinta, è un momento di risveglio dei doni psichici dell’umanità. Il termine psichico qui significa davvero una permeabilità della coscienza mai vista prima durante le precedenti evoluzioni”
L’obiettivo finale è ovviamente quello di tornare allo stato di divinità da cui siamo emersi. Gli stessi principi (con sottili variazioni) si possono trovare in altri ordini quali i Rosacroce, la Massoneria ed altri culti mistici.
L. FRANK BAUM, UN NOTO TEOSOFISTA
Prima di scrivere il Mago di Oz, Baum cambiò molti lavori – uno di essi fu redattore presso l’Aberdeen Saturday Pioneer. Nel 1890, Baum scrisse una serie di articoli che introdussero i suoi lettori alla Teosofia, possiamo trovare inoltre le sue opinioni su Buddha, Maometto, Confucio e Cristo. A quel tempo, non era membro della Società Teosofica, ma mostrò una comprensione “innata” delle sue teorie. Ecco un estratto delle sue Meditazioni:
“Tra le varie sette, così numerose oggi in America, che si basano sull’occultismo, i Teosofi sono un passo davanti a tutti. La Teosofia non è una religione. I suoi seguaci sono semplicemente “cercatori della Verità”. I teosofi, infatti, sono gli insoddisfatti del mondo, che mettono in dubbio ogni credo. Devono la loro origine ai saggi indiani e sono numerosi, non solo nell’Estremo Oriente, famoso per il suo misticismo, ma anche in Inghilterra, Francia, Germania e Russia. Essi ammettono l’esistenza di un Dio – non necessariamente di un Dio personale. Per loro Dio è la Natura e la Natura è Dio … Nonostante questo però, se il cristianesimo è la Verità, come ci hanno educato a credere, la Teosofia non può rappresentare una minaccia”. -L. Frank Baum, Aberdeen Saturday Pioneer, January 25th 1890
In un altro dei suoi libri, Baum discute l’uso del simbolismo mistico nei romanzi, qualcosa che avrebbe messo in pratica dieci anni più tardi con il Mago di Oz:
“C’è una forte tendenza nei romanzieri moderni a introdurre qualche vena di misticismo e di occultismo nei loro scritti (e nei registi moderni?n.d.r.). I libri di questi personaggi vengono avidamente comprati e letti dal popolo, sia in Europa che in America. Ciò mostra il desiderio innato, nella nostra natura, di svelare il misterioso: di cercare qualche spiegazione, per quanto fittizia, delle cose inspiegabili che vi sono in natura e nella nostra esistenza quotidiana. Infatti, più progrediamo con l’istruzione, più il nostro desiderio di conoscenza aumenta, e siamo sempre meno soddisfatti di non conoscere quella misteriosa fonte dalla quale viene tutto ciò che in natura è sublime, grandioso e incomprensibile”.
Alla fine di questo articolo, Baum insiste sull’ occultismo nella letteratura:
“L’appetito della nostra epoca, per l’occultismo, chiede di essere soddisfatto e mentre la gente mediocre lo tradurrà in mero sensazionalismo, in molti avranno pensieri più alti, nobili e audaci, e chi potrà dire quali misteri scopriranno questi coraggiosi e abili intelletti nelle età future? “-L. Frank Baum, Aberdeen Saturday Pioneer, February 22nd 1890
Due anni dopo aver scritto questi articoli, L. Frank Baum e la moglie Maud Gage aderirono alla Società Teosofica di Chicago. Gli archivi della Società Teosofica di Pasadena, in California, registrarono la loro iscrizione il 4 settembre 1892. Nel 1890, il Mago di Oz venne pubblicato. Alla domanda su cosa avesse ispirato Baum nella stesura della storia, ha risposto:
“E ‘stata pura ispirazione …ho scritto di getto. Penso che a volte il “Grande Autore” abbia un messaggio da far pervenire e debba utilizzare uno strumento. Ho avuto la fortuna di essere tale “Medium” e credo che mi sia stata data la chiave magica per aprire le porte della simpatia, della comprensione, della gioia, della pace e della felicità “. -L. Frank Baum, cited by Hearn 73
Il mago di Oz è molto apprezzato all’interno della Società Teosofica. Nel 1986, la rivista “American Teosophist” ha riconosciuto Baum come un “teosofo notevole”, che bene rappresenta la filosofia dell’organizzazione.
“Anche se i lettori non hanno letto le sue fiabe per i contenuti Teosofici, è significativo come Baum sia diventato un famoso scrittore di libri per bambini dopo essere entrato in contatto con la Teosofia. Le idee teosofiche permeano il suo lavoro e fungono da ispirazione. Infatti, Il Mago può essere considerato come un allegoria Teosofica, intrisa di idee teosofiche dall’inizio alla fine. La storia del Mago di Oz è stata scritta sotto ispirazione ed è stata accolta dall’autore con un certo timore reverenziale come fosse un dono esterno, o viceversa come se provenisse dalle profondità del suo essere “.
Allora qual è il significato esoterico di questa favola per bambini, frutto di una “ispirazione divina” di Baum?
IL SIGNIFICATO OCCULTO DEL MAGO DI OZ
Il cammino verso l’illuminazione
Se non hai mai letto o guardato Il mago di Oz ci sarà bisogno di rinfrescare la memoria, ecco qui un breve riassunto:
Il film segue le vicende di una ragazza di campagna 12enne, Dorothy Gale (Judy Garland), che vive in una fattoria del Kansas con sua zia Em e lo zio Henry, ma sogna di vivere in un posto migliore “Somewhere Over The Rainbow”. Dopo essere stata colpita da un fulmine rimase incosciente immergendosi nel mondo dei sogni, il suo cane Totò e la fattoria venissero trasportati nella magica terra di Oz. Lì, la strega buona del Nord, Glinda (Billie Burke), consiglia a Dorothy di seguire la strada di mattoni gialli per la Città di Smeraldo e incontrare il Mago di Oz, che può farla tornare in Kansas. Durante il suo viaggio, incontra uno Spaventapasseri (Ray Bolger), un Uomo di Latta (Jack Haley) e un Leone Codardo (Bert Lahr), che si uniscono a lei, nella speranza di ricevere ciò a cui essi manca (rispettivamente un cervello, un cuore e il coraggio). Tutto ciò viene fatto allo stesso tempo cercando di evitare la Perfida Strega dell’Ovest (Margaret Hamilton) e il suo tentativo di rubare le scarpette rosse a Dorothy, ricevute in dono da Glinda.
Detto questo, tutta la storia del Mago di Oz è un racconto allegorico del cammino dell’anima verso l’illuminazione – la Yellow Brick Road. Nel Buddismo (parte importante degli insegnamenti teosofici), lo stesso concetto viene indicato come il “Sentiero d’oro”.
La storia inizia con Dorothy Gale che vive in Kansas, a simboleggiare il mondo materiale, il piano fisico, dove ognuno di noi inizia il proprio cammino spirituale. Dorothy sente il bisogno di “andare oltre all’ arcobaleno”, per raggiungere il regno etereo e seguire il percorso dell’ illuminazione. Ha fondamentalmente “superato il Nadir”, dimostrando la voglia di cercare una verità più alta.
Dorothy viene poi portata a Oz da un ciclone gigante, che rappresenta il ciclo del karma, il ciclo di errori e di lezioni apprese. Esso rappresenta anche la credenza nella reincarnazione teosofica: il ciclo delle nascite e delle morti fisiche che hanno lo scopo di preparare l’anima ad essere divina. E’ anche interessante notare che la Yellow Brick Road di Oz inizia come una spirale in espansione verso l’esterno. Nel simbolismo occulto, questa spirale rappresenta il sé in continua evoluzione, l’anima che ascende dalla materia al mondo dello spirito.
La spirale è l’inizio del cammino spirituale
Una breve spiegazione sulla spirale come simbolo occulto:
“Spirale: Il percorso di un punto (generalmente aereo) che si muove intorno ad un asse, mentre continuamente si avvicina o allontana da esso; spesso utilizzato anche per descrivere l’elica, che è generata da un moto circolare assieme ad uno in linea retta. La forma a spirale è un esempio del corso dell’ evoluzione, che porta il moto tutto attorno allo stesso punto, senza mai ripetersi. “
Prima di intraprendere il suo viaggio, a Dorothy vennero date le “scarpe d’argento”, che rappresentano il “cordone d’argento” delle scuole misteriche (Dorothy indossa scarpette rosse nel film a causa di un cambiamento all’ultimo minuto da parte del regista, che pensava che il colore rubino contrastasse meglio con la Yellow Brick Road). Nelle scuole occulte, il cordone d’argento è considerato il legame tra il nostro io materiale e la nostra identità spirituale.
“In Teosofia, il proprio corpo fisico e il proprio corpo astrale sono collegati attraverso un “filo d’argento”, un legame mitico ispirato da un passo della Bibbia che parla di un ritorno da una ricerca spirituale. ‘Or mai il cordone d’argento si è sciolto, dice il libro degli Eccelesiastici,’ allora che la polvere torni alla terra così come era e lo spirito torni a Dio che glielo ha donato ‘.
Nello scrivere Baum fa riferimento al filo d’argento rappresentandolo attraverso le scarpe, che una volta indossate, conferiscono poteri magici.
Durante il suo viaggio lungo la strada di mattoni gialli, Dorothy incontra lo Spaventapasseri, il Boscaiolo di Latta e il leone codardo che sono, rispettivamente, alla ricerca di un cervello, un cuore e del coraggio. Questi strani personaggi incarnano le qualità necessarie per gli iniziati al fine di completare la loro ricerca per l’illuminazione. Baum è stato probabilmente ispirato da queste parole di Miss Blavatsky:
“Non v’è pericolo che l’intrepido coraggio non possa vincere, non c’è prova che una purezza immacolata, non possa affrontare, non c’è difficoltà che un intelletto forte non possa superare”
– H.P. Blavatsky
Dopo aver superato molti ostacoli, il gruppo raggiunge finalmente la Città di Smeraldo, al fine di soddisfare le richieste del Mago.
Circondato da artifici ed effetti speciali, il Mago si presenta come crudele, rozzo e imprudente. Il mago è in realtà una controfigura che rappresenta il Dio personale dei cristiani e degli ebrei, la figura opprimente usata dalle religioni tradizionali per mantenere le masse nelle tenebre spirituali: Geova o Yahwe. Si viene a scoprire poi che il mago è un impostore, un ciarlatano, che spaventa le persone. Sicuramente non avrebbe potuto aiutare i protagonisti nella missione. Se si legge la letteratura delle scuole Mistero, questo punto di vista nei confronti del cristianesimo viene costantemente espresso.
Detto e fatto tutto, il cervello, il cuore e il coraggio necessari per completare i vari obiettivi, di Dorothy, dello Spaventapasseri, di Tinman e del Leone vengono trovati proprio all’interno dei nostri protagonisti. Le scuole misteriche hanno sempre insegnato ai loro studenti che va fatto affidamento su se stessi per ottenere la salvezza. Per tutta la storia il cane di Dorothy, Toto, rappresenta la sua “voce interiore”, il suo intuito. Ecco una descrizione di Totò tratta dal sito web della Società Teosofica:
“Toto rappresenta l’interiorità, il lato più intuitivo, istintuale, animalesco di noi. Durante tutto il film, Dorothy ha conversazioni con Totò o meglio con il suo io interiore. La lezione qui è di ascoltare il proprio Toto interiore. In questo film, Totò non sbaglia mai. Quando abbaia allo Spaventapasseri, Dorothy tenta di ignorarlo: “Non essere sciocco, Toto. Gli spaventapasseri non parlano. “Ma gli spaventapasseri parlano ad Oz. Toto abbaia anche al piccolo uomo dietro la tenda. È lui a realizzare che il mago è un ciarlatano. Alla Fattoria Gale e di nuovo al castello, la strega cerca di buttare Toto nel cestino. Vuole bloccare in qualche modo la parte istintuale. In entrambi i casi, Toto salta fuori del cesto e scappa. Il nostro intuito può essere ignorato, ma non contenuto.
Nell’ultima scena, Toto insegue un gatto, facendosi inseguire da Dorothy perdendo così il suo giro in mongolfiera. Questo è ciò che porta alla trasformazione finale di Dorothy, alla scoperta dei suoi poteri interiori. La mongolfiera rappresenta la religione tradizionale, con un ometto rinsecchito che promette un viaggio nel “mondo divino”. Toto ha fatto bene a far uscire Dorothy dalla mongolfiera, altrimenti non avrebbe mai scoperto i suoi poteri magici. Questo è un invito ad ascoltare il nostro intuito, i nostri sentimenti viscerali, quei flash momentanei di immaginazione che appaiono dal nulla. “
Come già detto, il falso mago invita Dorothy nella sua mongolfiera per farla tornare in Kansas, la sua destinazione finale. Tuttavia la ragazza segue Toto (il suo intuito) e scende dal pallone aerostatico, che rappresenta le vuote promesse delle religioni organizzate. Questo la porta verso la sua rivelazione finale e, con l’aiuto della Strega Buona del Nord (la sua guida divina), capisce finalmente: tutto ciò che si desidera si può trovare comodamente nel proprio cortile di casa.
Al fine di ottenere l’illuminazione Dorothy deve sconfiggere le streghe cattive d’Oriente e d’Occidente – che stavano formando un asse orizzontale malvagio: il mondo materiale. E’ stata saggia ad ascoltare i consigli delle streghe benigne del Nord e del Sud – l’asse verticale: la dimensione spirituale.
La strega buona del nord rappresenta la “scintilla divina” di Dorothy
Alla fine della storia, Dorothy si risveglia in Kansas: ha saputo unire correttamente la realtà materiale a quella spirituale. Ora è di nuovo contenta e, nonostante la sua famiglia non creda veramente ai dettagli della sua ricerca (gli ignoranti profani), può finalmente dire “Non c’è nessun posto come casa”.
IL MAGO DI OZ UTILIZZATO NELLA PROGRAMMAZIONE MONARCH
Quasi tutta la documentazione relativa al progetto MK Ultra sottolinea l’importanza del Mago di Oz. Nel 1940, la storia venne scelta, come riferito dai membri della comunità di intelligence degli Stati Uniti, per fornire una base tematica per il loro programma di controllo mentale basato sul trauma. Il film venne modificato e al fine di utilizzarlo come uno strumento per rafforzare la programmazione nelle vittime. Ecco alcuni esempi tratti da Total Mind Control Slave di Springmeier:
- Lo stretto rapporto tra Dorothy e il suo cane è un collegamento molto sottile con l’uso di animali nei rituali satanici (famiglio). Ad un bambino vittima del controllo mentale verrà consentito di affezionarsi ad un animale. Il bambino vorrà creare un legame con l’animale che verrà distrutto uccidendo l’animale per creare un trauma nel piccolo.
- Agli schiavi Monarch viene insegnato a seguire “la strada di mattoni gialli.” Non importa quali cose spaventose li attendano, lo schiavo Monarch deve seguire la strada di mattoni gialli, che viene preparata dal loro padrone.
- L’arcobaleno, con i suoi sette colori – ha sempre rappresentato un grande dispositivo ipnotico/spirituale.
- Dorothy è alla ricerca di un luogo dove non vi sia alcun problema, che è un luogo “Al di là dell’arcobaleno.” Per sfuggire dal dolore, gli alterego si rifugiano “oltre l’arcobaleno”. (E’ la stessa cosa di attraversare lo specchio in Alice).
“Somewhere Over the Rainbow” è probabilmente la canzone più dissociativa mai scritta ed è spesso colonna sonora dei film nei momenti violenti o di forte trauma (guardatevi Face-Off). Lo strano effetto prodotto, dove la violenza non sembra più reale, è esattamente come funziona la dissociazione nelle vittime del controllo mentale. Potremo anche ipotizzare che la scena in cui Dorothy si addormenta in un campo di papaveri è un riferimento all’utilizzo di eroina per rilassare e manipolare le vittime del controllo mentale. Considerate anche la neve che cade dal cielo che risveglia Dorothy dal suo sonno. Potrebbe essere un riferimento alla cocaina?
Storie allegoriche che trasmettono verità spirituali esistono fin dall’inizio dell’uomo. Queste storie, estremamente semplici ma allo stesso tempo profonde, si possono trovare in tutte le civiltà: in quella celtica, in quella indiana, in quella persiana, in quella azteca, in quella greca, in quella egiziana e in molte altre. Consapevolmente o no, Frank Baum ha dato forma ad una allegoria classica che, allo stesso modo, dell’Odissea di Omero, intrattiene le masse e contiene messaggi mistici che possono essere compresi dai “risvegliati”.
Il successo del mago di Oz in America (e del mondo occidentale) conferma quale sia il vero dogma spirituale. Scritto durante il 1890, quando la maggior parte degli americani erano cristiani conservatori, la storia di Baum prevede il progressivo abbandono delle religioni tradizionali da parte del popolo e l’abbraccio ad una nuova forma di spiritualità. I movimenti New Age odierni stanno guadagnando molti adepti e, anche se la maggior parte di loro sono delle buffonate totali, tutti affermano di essere ispirati dalla Teosofia. Potrebbero, storie del genere, aver contribuito alla spettacolare diminuzione del cristianesimo negli ultimi decenni a vantaggio dei nuovi movimenti teosofici?