lunedì 31 luglio 2023

i cognati di Lorenzo il Magnifico





Lorenzo ebbe tre sorelle e quindi tre cognati: quello meno conosciuto è probabilmente Leonetto de’Rossi, che nel 1474 sposò Maria, figlia illegittima di Piero il Gottoso (ma allevata insieme agli altri fratelli grazie all’indulgenza di Lucrezia Tornabuoni); sulla coppia si hanno poche informazioni: l’unica certezza è rappresentata dalla nascita del figlio Luigi, nominato cardinale nel 1517 e fedelissimo di papa Leone X.
Il cognato più prestigioso fu invece Bernardo Rucellai (1448-1514) appartenente a una famiglia che aveva costruito la propria fortuna grazie alla scoperta del tutto casuale di un suo antenato: nel XIII secolo, infatti, tale Alamanno Oricellario si era accorto delle proprietà coloranti della roccella, un lichene selvatico, che a contatto con l’orina produceva una sostanza capace di tingere i tessuti di un intenso colore viola. Questa sostanza venne chiamata oricella e fu largamente impiegata nella lavorazione dei panni di lana e di seta, facendo accumulare enormi ricchezze alla famiglia Rucellai, per questo chiamata anche Oricellari. Bernardo e suo padre Giovanni (1403-1481) non furono solo abili mercanti, ma si distinsero anche per i loro studi umanistici: Giovanni ad esempio compose lo Zibaldone quaresimale, un manoscritto ricco di notizie sulla vita della città, ricordi di famiglia e consigli di condotta morale rivolti ai propri figli, mentre Bernardo si dedicò a trattati storici.
Il cognato più sfortunato del Magnifico fu Guglielmo de’Pazzi (1437-1516), nipote di quello Jacopo de’Pazzi che nel 1478 organizzò la famosa congiura nella quale rimase ucciso Giuliano de’Medici. Guglielmo era ricco e avviato a una brillante carriera politica: nel 1460 aveva sposato Bianca (1445-1488), l’altra sorella di Lorenzo, per appianare alcune divergenze e tensioni venutesi a creare tra le due famiglie. La coppia ebbe ben 16 figli: Guglielmo e Bianca si dichiararono sempre estranei alla congiura e, nonostante gli ottimi rapporti con Lorenzo, furono comunque condannati all’esilio, poi revocato nel 1494. Lei morì alcuni anni prima del ritorno in città, a soli 43 anni, mentre lui visse ancora a lungo, tra i vari incarichi pubblici che gli vennero affidati, fino alla nomina a Gonfaloniere ottenuta nel 1513 all’età di 75 anni.
HSL!

venerdì 28 luglio 2023

Santuario cristiano insediatosi sopra un santuario etrusco


SANTUARIO DI SANTA MARIA IMPRUNETA Toscana, Italia
Questo santuario ha una grande spiritualità legata, fin dall'antichità, alla sua enclave geografica, in quanto corrisponde ad un antico santuario etrusco sulla cima di una collina dove si venerava una divinità femminile. Più tardi, nell'XI secolo, in questo luogo di culto e pellegrinaggio si decise di costruire una chiesa dedicata a Santa Maria, che è quella che compare in questa incisione che reca lo scudo dei Medici, grandi devoti di Santa Maria. In esso si può vedere un'enorme processione di fedeli. Fu durante gli scavi di queste opere che apparve una magnifica icona con l'immagine di una Madonna e il Bambino, entrambi con evidenti caratteristiche bizantine. Si diceva allora che l'immagine era stata dipinta dall'apostolo San Luca e che San Romolo, primo vescovo di Fiésole, la portò dall'Oriente in Toscana. Dal momento del ritrovamento la bellissima immagine divenne un talismano miracoloso che veniva processionato da Impruneta a Firenze proteggendo, dicono, da molte avversità tutto quel territorio della Toscana. Successivamente, dopo i bombardamenti del 1944, il santuario di SantaMaria de Impruneta fu distrutto e successivamente restaurato in stile rinascimentale, come mostra quest'altra incisione. Distingue il suo grande campanile merlato e la sua alta torre costruita nel XIII secolo, e anche i cinque ampi archi coronati da finestre rettangolari.

martedì 25 luglio 2023

Dea Madre dei nuovi mondi



Mama Ocllo è una dea-madre inca legata alla fertilità e al clima che ha insegnato alle donne le arti della filatura e della tessitura..e a prevedere il tempo... Lei e suo fratello (marito) fondarono la capitale Cuzco. Sua madre è Mama Quilla, la Dea della Luna, e suo padre, il Dio Sole Inti.



Nella prima capitale longobarda

"𝐈𝐩𝐨𝐠𝐞𝐨 𝐂𝐞𝐥𝐭𝐢𝐜𝐨" 𝐝𝐢 𝐂𝐢𝐯𝐢𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐅𝐫𝐢𝐮𝐥𝐢 (Udine)
𝐒𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫𝐫𝐚𝐧𝐞𝐨 𝐚 𝐩𝐢ù 𝐥𝐢𝐯𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐚𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢
𝐬𝐜𝐚𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐨𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨𝐫𝐝𝐢𝐚𝐥𝐢
L''ipogeo fu ricavato da una cavità naturale lungo l'argine del Natisone. Le pareti ospitano nicchie e mascheroni dalle fattezze umane. La funzione originaria del monumento, che non trova riscontro in Friuli, è ancora irrisolta: si è ipotizzato un uso funerario in età preistorica e riuso a carcere tra epoca romana e longobarda.


mercoledì 19 luglio 2023

Statue oracolari a Roma

La famosa Congregazione degli arguti è costituita da sei statue cosiddette parlanti: Pasquino, Marforio, il Facchino, Madama Lucrezia, l’Abate Luigi, il Babbuino...
Dal 1501 Pasquino si trova ad un angolo di palazzo Braschi, alle spalle di Piazza Navona, si tratta di un torso di figura maschile, la copia di un originale bronzeo risalente al III secolo a.c., facente parte di un antico gruppo statuario ellenistico, raffigurante Menelao che sorregge il corpo di Patroclo.
Ma è così male conservato che dire con certezza chi rappresenti è impossibile, forse un re o un eroe dell’antica Grecia.
Non si può dire con sicurezza quale sia l’origine del suo nome, forse il nome di un sarto, di un barbiere o semplicemente di un professore della zona.
Le Statue Parlanti, quelle che un tempo erano portavoce del popolo romano, oggi hanno perso la parola e ridotte al silenzio osservano mute lo scorrere del tempo.
Solo Pasquino si mantiene fedele alla tradizione: la sua base è sempre ricoperta di graffianti satire in versi rivolte a chi detiene il potere.



giovedì 13 luglio 2023

IL GOLEM UNIVERSALE



“Le campane suonavano a martello solo per annunciare la peste, gli incendi e la guerra”, scrive Marek Halter ne 'Il cabalista di Praga', città del Golem, protettore del ghetto ebraico. E Jorge Luis Borges cita Eliezer da Worms, uno dei grandi esegeti del cabalistico ‘Sefer Yetzirah’ (Libro della Creazione), spiegando che egli “ha conservato la formula di cui si ha bisogno per plasmare un Golem.”
“Che cos’è un Golem?” si chiede d’altra parte Angelo Maria Ripellino nel suo libro ‘Praga magica’, che compie ora 50 anni. E si risponde: “E’ un uomo artificiale, d’argilla…il servo Golem è un personaggio chiave di Praga magica. Il vocabolo ebraico “golem” indica un rudimento, un germoglio, un embrione, implica dunque qualcosa di incompiuto, di ruvido, di embrionale…”
Il Golem è infatti incompiuto in sé e nel sogno che lo invoca, un Adamo che non conosce anima ma inconsapevolmente vi aspira. La sua imperfezione lo rende estremamente duttile, capace di infinite metamorfosi, immortale nelle tante materializzazioni in cui gli abbiamo chiesto di essere: dal misterioso personaggio del capolavoro di Gustav Meyrink, fino all’inquietante salma nella Sinagoga Vecchia-Nuova di Praga vista dal rabbino Yosef Yitzchok Schneersohn che spaventato corse via, come ha raccontato la sua figliastra. Il Golem può addirittura rivoltarsi contro il proprio creatore o rivelare le crepe nascoste dell’universo. Ma mantiene la speranza di un intervento occulto, sia pure incompleto, nelle cose senza speranza dell’Uomo, di qualsiasi uomo.

martedì 11 luglio 2023

Non li lasciano stare nemmeno da morti

Nella Maremma laziale e la Terra dei Etruschi si trova Tarquinia nella provincia di Viterbo carica di magia e di fascino. Qui intreccia arte e storia ....
Nel suo archivio sono conservati due preziosi frammenti del velo con spille d'oro appartenute a Madame Letizia,madre dell'imperatore Napoleone Bonaparte.
La storia comincia dopo la sconfitta di Waterloo,quando Madame Letizia si ritirò a Roma ,a Palazzo Rinuccini,oggi Bonaparte,dove si spense nel febbraio del 1836. Spaventato da possibili moti bonapartisti e giacobini, il governo pontificio ,sotto la pressione dei ambasciatori d'Austria e di Francia ,la nego la degna sepoltura a Roma .La madre dell' imperatore viene frettolosamente trasportato a Tarquinia per volontà del cardinale Joseph Fesch ,fratello della defunta nel convento cittadinodelle Monache Passioniste.Dopo tre anni anche il cardinale volle essere sepolto li ,vicino alla sorella. Ma oramai i tempi sono cambiati ,a Parigi non c'era più un re ma un nuovo imperatore ,Napoleone III.nipote del famoso corso e dunque pronipote di Letizia ,che desiderava dare una degna sepoltura per la sua cara nonna .
Su spinta del governo francese quindi a Tarquinia giunse una delegazione dalla Corsica per riconoscere e prelevare il corpo di Donna Letizia. Di cosa resta di tutto questo ....una lapide e i due delicatissimi frammenti del velo Di Donna Letizia.




Vita segreta di Salvador Dalí

Cap De Creus, Catalogna...
La casa museo di Dalì si trova a quì ,a Cap de Creus, l'esclusiva zona della baia popolare tra le famiglie francesi e italiane di lusso....oggi un Parco Nazionale protetto, la geologia unica di questa regione, ha ispirato Dalí nelle sue opere d'arte e ha adorato questa costa di una bellezza unica. Il Cap de Creus era il rifugio romantico di Gala e Dalí dove trascorrevano molte ore nuotando, andando in barca, raccogliendo detriti lavati, organizzando eventi, creando installazioni e happening ...qui Infatti, il grande dipinto di Dalí "Il grande masturbatore" raffigura un volto umano nella forma delle formazioni rocciose della baia di Cape de Creus.....
"Per celebrare in modo speciale il completamento di un dipinto, accompagniamo i pescatori a una festa di sardine e braciole fritte a Cap de Creus, che è esattamente il luogo epico in cui le montagne dei Pirenei raggiungono il mare in un grandioso delirio geologico. C'erano ulivi e viti finiti. Solo la violenza elementare e planetaria delle rocce più diverse e paradossalmente raggruppate. La lunga contemplazione meditativa di queste rocce ha contribuito potentemente alla fioritura dell'"estetica morfologica del morbido e del duro", che è quella del gotico mediterraneo di Gaudí, al punto che si è tentati di credere che Gaudí, in un momento decisivo della sua giovinezza, debba aver visto queste rocce che sono state così influenti per me."
SALVADOR DALÍ: Vita segreta di Salvador Dalí.



Il grande profeta del Secolo Breve

“Le pratiche mediche diventano ‘magia nera’ quando, invece di nobilitare i poteri di auto-guarigione del malato, lo trasformano in un flaccido e mistificato guardone della propria cura. Le pratiche mediche diventano un ‘culto morboso’ quando si svolgono come dei riti che concentrano ogni aspettativa del malato sulla scienza e suoi funzionari, anziché incoraggiarlo a cercare una interpretazione creativa del proprio stato o a trovare un esempio degno d’ammirazione in qualche persona (morta da tempo o a lui vicina) che abbia imparato a soffrire. Le pratiche mediche aggravano la malattia di una degradazione morale quando isolano l’ammalato in un ambiente professionale anziché fornire alla collettività motivazioni e discipline che accrescano la tolleranza sociale nei confronti dei disturbati. Devastazione magica, mutilazione religiosa e degradazione morale, prodotte col pretesto di perseguire una finalità biomedica, sono altrettanti meccanismi generatori di iatrogenesi sociale. La medicalizzazione della morte li fonde in un unico amalgama.”
Ivan Illich (1926-2002), Nemesi Medica. ‘L’espropriazione della salute', Red, 2005

domenica 9 luglio 2023

NEL CUORE DELLE MARCHE UNA MERAVIGLIA DI IPOGEO!

Non lontano da Fano (in provincia di Pesaro Urbino), troviamo il piccolo borgo di Piagge, nel comune di Terre Roveresche. Al di sotto del centro storico è presente un ipogeo davvero unico nel suo genere. Un luogo talmente affascinante da essere presente in alcune delle nostre pubblicazioni (collana Le guide in tasca).


IL TEMPIETTO ETRUSCO-ITALICO da Alatri

SOTTO: LA RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO DI ALATRI AL MUSEO DI VALLE GIULIA A ROMA



A un Km a nord di Alatri, lungo la strada che portava a Guarcino, in località La Stazza, tra le alture di monte Secco e di onte Cappuccini, l’ingegnere tedesco Bassel, alla ricerca dei resti dell’acquedotto costruito nel II secolo a.C. dal censore Lucio Betilienio Varo, rinvenne nel 1882 una base di colonna e vari frammenti di terrecotte architettoniche. Sul terreno in lieve declivio, di proprietà del conte Stanislao Stampa, sorretto da un muro in opera poligonale, successive indagini archeologiche eseguite dalla Direzione Generale delle Antichità e delle Belle Arti (dirette, nel 1889, da Adolfo Cozza e da Herman Winnefeld), portarono alla luce, in collaborazione con l’Istituto Germanico (di cui era membro lo stesso Winnefeld), resti di un tempio etrusco, in seguito reinterrati. I "tesoro" archeologico custodito in un deposito votivo si componeva di statuette raffiguranti simbolicamente l’offerente o la divinità, di un ex voto simboleggiante un bovino e di alcune monete di età repubblicana. SI trattava, quindi, di un piccolo santuario extraurbano datato alla fine del III secolo a.C., testimonianza di un ritrovato benessere della città, dovuto a un più intenso rapporto con Roma. Ed è in questo periodo che l’attività edilizia riprende ad Alatri, come testimonia il succitato tempietto di ordine tuscanico, anfiprostilo, la cui ricostruzione in scala 1:10 è oggi possibile ammirare presso il Museo Civico di Alatri.
Inoltre, in seguito alla scoperta, Adolfo Cozza realizzò un’accurata ricostruzione in scala 1:10 in legno e terrecotte policrome dell’ultimo restauro del tempio, conservata oggi nei magazzini del Museo della Civiltà Romana: questa fu la base per il modello in scala reale edificato tra il 1890 e il 1891, esposto in un cortile del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Resti messi in luce dagli scavi furono interpretati come pertinenti a un tempio con una cella di m. 6.39, un pronao di m. 679 e una larghezza di m. 7.925; le due colonne frontali dovevano avere un diametro inferiore ai 76 cm.; dalle tracce sul terreno il Cozza ipotizzò un originario tempio tuscanico con cella e pronao, mentre in una seconda fase doveva essere stato aggiunto un portico sul retro. Il tempio era rivolto a Sud, verso Alatri, mentre il lato Ovest era rivolto sulla valle, corrispondente, nell’iscrizione del censore L. Betilieno Varo, al “campum ubei ludunt” (campo dove giocano). Elementi della decorazione templare sono le lastre di rinvenimento che offrono motivi floreali – come palmette affrontate o disposte in serie – o geometrici, come il meando. Le antefisse del tempio di Alatri, che nella decorazione architettonica dei templi costituivano l’ultimo coppo del tetto sul margine della gronda, raffigurano Artemide, la Signora delle fiere, in greco Pòtnia Theròn. La religione romana la assimilava a Diana e, in questo caso specifico, la Pòtnia, con evidenti tracce di policromia, è raffigurata come dominatrice di due leonesse affrontate. Primordiale divinità delle selve e della forza generatrice della natura, la dea rappresentava l’ancestrale energia del creato.

sabato 8 luglio 2023

Equiseto Arvense

Equiseto Arvense, la "prima pianta" di Goethe da cui si sono evolute tutte le altre piante. Non è proprio una pianta, ha radici che stanno a metà tra la radice e il micelio, nasce da spore non da semi. la parte aerea contiene moltissima silice elaborata, vegetabilizzata, non è più silice minerale ma ha un tono di vivente. Questa silice vivente è la funzionalità curativa dell'Equiseto, pianta delle reni e della pelle, rimineralizzante per ossa,denti,capelli e unghie, secondo Paracelso anche molto efficace come emostatico. In Agricoltura Biodinamica viene usato come potente antimicotico per le varie patologie funginee delle piante, come aiuto nella trasformazione dei cumuli, per aiutare i terreni troppo acidi a riequilibrare il ph, come aiuto nelle forti siccità e diversi altri usi.



Il serpente di Mose o il simbolo degli eretici: gli ofiti



Il serpente di Mosè all'interno della Basilica di Sant'Ambrogio a Milano è una scultura in bronzo donata dall'imperatore bizantino Basilio II nel 1007.
Secondo la leggenda si tratta del serpente di bronzo forgiato da Mosè mentre si trovava nel deserto, per difendere dall’attacco dei serpenti il suo accampamento.
Secondo altri la statua rappresenta Nehustanil serpente in cui si trasformò il bastone di Mosè gettato a terra davanti ai sacerdoti egizi.
Collocato nella Basilica di Sant’Ambrogio il serpente divenne oggetto della venerazione popolare. Si credeva infatti, che il rettile proteggesse dalle malattie intestinali, per cui molte donne portavano sotto il mserpente i loro bambini malati, sperando nella guarigione.
Nel 1566 Carlo Borromeo vietò il culto del serpente, considerandolo una mera superstizione.
Foto G. Gallo 2015

Immagine sottostante simbolo degli ofiti


COME VENIVANO SEPPELLITI I MORTI DOPO LE BATTAGLIE NELL'ANTICA ROMA?




COME VENIVANO SEPPELLITI I MORTI DOPO LE BATTAGLIE NELL'ANTICA ROMA?
Nell'antica Roma, la sepoltura dei morti dopo una battaglia era un aspetto molto importante per l'onore e il rispetto dei caduti. Secondo le fonti antiche, esistevano diverse modalità di sepoltura a seconda del rango e del ruolo sociale dei defunti.
In generale, la sepoltura dei caduti in guerra era considerata un dovere sacro e un segno di rispetto per i morti e le loro famiglie.
Vegezio, un autore del IV secolo d.C., fornisce informazioni sulle procedure che dovevano essere seguite per la sepoltura dei soldati romani caduti in battaglia. Egli scrive che "i morti dovrebbero essere sepolti con grande rispetto e con tutti gli onori dovuti ai soldati che hanno combattuto per la patria".
I loro resti dovevano essere sepolti in modo simile a come erano in vita, con l'armatura e il corredo funebre completo, come se il soldato fosse ancora in servizio.
Inoltre, il rituale funebre includeva anche l'organizzazione di una processione e di un elogio funebre pronunciato da un oratore o da un comandante militare.
La sepoltura dei morti dopo una battaglia non era solo un dovere morale e religioso, ma aveva anche un'importante funzione psicologica per l'esercito romano.
La vista dei compagni caduti e sepolti con tutti gli onori avrebbe potuto infondere il coraggio e l'entusiasmo necessari per la continuazione della guerra.
Le fonti antiche riportano anche che i soldati romani erano soliti portare con sé una moneta da inserire nella bocca del cadavere. Questa moneta era chiamata "obolo per Caronte" e si pensava che permettesse al defunto di pagare il traghettatore Caronte per attraversare il fiume Stige e raggiungere l'aldilà.
Tito Livio racconta che, dopo la battaglia di Canne del 216 a.C., i Romani seppellirono i loro morti in modo particolarmente solenne: "I Romani raccolsero i loro morti e li seppellirono in modo molto solenne, quasi per sopperire alla sconfitta subita. Le colonne di cadaveri, già in parte sepolte e in parte lasciate in vista, indicavano la strada che l'esercito era passato.
Ma il senato aveva dato ordine che fossero inumati tutti i cadaveri che si trovavano a vista, perché la peste non diffondesse il contagio. Fu così seppellito un intero esercito." (Ab Urbe Condita, XXII, 51)
Fonti:
- Tito Livio, Ab Urbe Condita, Libro IX, Capitolo 16
- Orazio, Carmen IV, 7-8
- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, Libro VII, 196-198
- Valerio Massimo, Factorum et Dictorum Memorabilium Libri IX, Libro VII, Capitolo 7

Bolsena

Bolsena è stata nei secoli una tappa obbligata per i viaggiatori del centro Italia. Quando l’autostrada ancora non esisteva, e la via Cassia era la principale strada tra la Toscana e il Lazio, le poste e il cambio dei cavalli si fermavano o a Bolsena o a Radicofani. Non solo: qui passa anche la via Francigena, di cui Bolsena è una delle più importanti città per via del miracolo Eucaristico.
Questa placida e lacustre cittadina è oggi un paese bellissimo da visitare....



venerdì 7 luglio 2023

Monaco in preghiera

Dipinto da J. Ferrer y Pallej (1846 - 1946),
olio su tela, dipinto nel 1899
Collezione privata
"Lucrezio, Wittgenstein, Goethe, Baudelaire, e anche il grande imperatore filosofo Marco Aurelio hanno tutti sperimentato questo stato di trascendenza, che ad alcuni potrebbe sembrare un momento di elevazione mistica, ma che ha molto più a che fare con una laica esperienza di intensità e di lucidità estrema, conoscitiva ed esistenziale, che con l'appello a questo o a quel Dio."
(Armando Massarenti "Istruzioni per rendersi felici. Come il pensiero antico ci salverà’,")
Il libro di Massarenti vuole essere una sorta di eserciziario in grado di aiutare il lettore a ritrovare la propria felicità ripercorrendo il pensiero dei filosofi antichi, spesso ritenuti ormai lontani dalla nostra contemporaneità ma molto più vicini a noi di quanto non si pensi...



giovedì 6 luglio 2023

I MONOLITI IMPOSSIBILI



Quello che vedete nella foto, è probabilmente il più grande monolito artificiale presente sulla Terra. Ha una lunghezza di circa 19,60 metri, e pesa 1.650 tonnellate. Si trova a Baalbek, in Libano, ed esiste almeno dai tempi dei Romani, se non da molto prima (si parla anche di 5.000 anni fa, ma non esistono date certe). Le dimensioni e il peso di questo “mostro” lasciano senza parola gli ingegneri del nostro tempo. E si chiedono come abbiano fatto i loro “colleghi” di migliaia di anni fa a realizzare e trasportare qualcosa di simile.
La cosa ancora più sorprendente è che quel monolite non è un caso unico in quella zona. Nelle vicinanze si trova il cosiddetto “Tempio di Giove”. La parte superiore del tempio è sicuramente romana, su questo non ci sono dubbi. Ma il tempio romano sorge su di una “base” costruita con pietre gigantesche. Si tratta di 27 blocchi giganteschi di pietra calcarea alla base. Tre di loro, dal peso di 1.000 tonnellate ciascuno, sono noti come “Thriliton”, e sono una specie di “cintura” che racchiude tutti i blocchi. Questa costruzione ci dice che per i costruttori, intagliare e spostare blocchi superiori a 1.000 tonnellate non era affatto proibitivo. Evidentemente sapevano come farlo, senza che questo creasse grossi problemi.
Le leggende di Baalbek, in modo allegorico, ci dicono che anche i popoli del lontano passato sapevano che in quella zona avvenivano cose “non comuni”. Riguardo a Baalbek ci sono molte leggende: secondo alcuni antichissimi manoscritti arabi ara appartenuta a Nimrod, leggendario re babilonese citato dalla Bibbia, che dopo il diluvio ordinò che venisse ricostruita e la ricostruzione venne affidata ai Giganti. Altri testi antichi la fanno risalire a Caino, che la fondò 133 anni dopo la creazione dell’uomo, ed anche in questo caso vengono citati i Giganti, che secondo la tradizione la popolarono. Caino edificò Baalbek per trovare scampo dalla furia di Yahewh.
È probabile che gli antichi abitanti di quella zona usarono le figure allegoriche come Caino, i Giganti, Yahweh, per descrivere cose che non riuscivano a capire. E anche noi oggi facciamo molta fatica a capire come sia possibile che semplici esseri umani usavano come “mattoni” (e non come obelischi, come facevano ad esempio i Romani), dei “mostri” di 1650 tonnellate. Perché avevano bisogno di fare una cosa simile? In che modo li spostavano con una cera facilita? Come li intagliavano con tanta precisione?
Sono in tanti a credere, ormai, che in diverse zone della Terra, tra cui il bacino del Mediterraneo, esistevano civiltà antiche, che sono state cancellate probabilmente da cambiamenti climatici. La città di Nan Madol, la Grande Piramide, Gunung Padang, probabilmente sono tra questi. E ci lasciano senza fiato. Anche i “monoliti colossali” di Baalbek appartengono a questa lista?
L’argomento continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA
Puoi trovare una copia del libro a questo link

La Dea Persiana dell'Aurora

Anahita,
l’immacolata, dea persiana dell’Aurora e della Fecondità assimilata all’indiana Sarasvati e alla babilonese Ishtar.
E’ la sola vera dea che ci tramanda la cultura iraniana; il ritratto che ne fa l’Avesta è quello di una giovinetta bellissima con i seni turgidi.
“Ella porta la cintura alta per dare al suo petto una maggiore pienezza e più fascino”.
E’ tutta adorna, coronata di stelle, porta pellicce di ermellino/lontra, broccati e gioielli calzando sandali d’oro.
Il suo culto si diffuse anche fuori dall'Iran, difatti la dea aveva molti templi in Armenia, famoso quello di Erez per la statua d'oro.
I greci la identificavano a seconda che consideravano le qualità fecondatrici o quelle guerriere con Afrodite o con Artemide.
E’ la dea che protegge l’amplesso, signora indiscussa dei liquidi purificatori e fecondanti; i fiumi, i laghi, il mare, il latte...
“Anahita è la santa che accresce le energie, che incrementa le greggi, la ricchezza, la salute, che aumenta la terra” (Yasna, V).



domenica 2 luglio 2023

Le parole di Gandhi per. la morte del padre dell'omeopatia

180 anni fa lasciava il suo abito terreno il fondatore dell'Omeopatia. Vogliamo ricordarlo con la parole del Mahatma Gandhi:
"Il Dr. C.S.F. Hahnemann fu un uomo di superiore tensione intellettuale e di alti sentimenti umanitari che fece dono all'umanità di questa grande possibilità. Mi inchino dinnanzi al suo valore e al suo erculeo lavoro"

Una canzoncina natalizia nata dal più infame schiavismo

ecco il reale significato della canzone americana insegnata e cantata ai bambini a natale! "JINGLE BELLS" in realta' fu uno strumento a collare inventato dagli schiavisti Francesi in america durante il 1600. si trattava di un collare in ferro con due campanellini vincolato da un lucchetto sul collo degli schiavi di colore con lo scopo di allarmare i rispettivi "padroni" in caso di fuga. la canzone fu inventata da un americano filo schiavista di origine francese nel 1857. oggi tutti i bambini del mondo la cantano nelle occasioni religiose senza capire che neanche i genitori sanno cosa si nasconde dietro quel canto di fronte al presepe.


Ecco che scopriamo, dal suo "Viaggio in Italia" che de Sade possedeva una sua morale


«Il più forte trova sempre giustissimo ciò che il più debole trova ingiusto, cambiando l'uno e l'altro di posto, ambedue cambiavano parimenti modo di pensare» (Donatien-Alphonse-François de Sade).

 

Ecco cosa scrive de Sade dopo il suo viaggio il Italia sulla città di Napoli, ci si meraviglia, sembra impossibile che proprio il “Divin marchese” considerato da sempre, ingiustamente e sommariamente: vizioso ed immorale,  possa aver scritto queste pagine sul degrado sessuale a Napoli, dove ci parla della depravazione morale della città Partenopea.  …….

Pagina 273 e seguito, tratta dal testo: <<Sade opere complete Viaggio in Italia a cura di Bruno Cagli edito dai Grandi Tascabili Economici Newton 1993>>



……..Come fare tuttavia, in un paese in cui il clima, gli alimenti e la corruzione generale invitano così eternamente alla depravazione? E’ fisicamente impossibile immaginarsi sino a qual punto essa è spinta a Napoli.

Le strade, di sera, sono piene di sventurate vittime offerte ala brutalità del primo venuto, e che vi provocano, per il prezzo più vile, a tutti i tipi di libertinaggio che l’immaginazione può concepire, e persino a quelli per i quali sembra che il loro sesso dovrebbe avere orrore.

Quando si soffre vedendo fanciulle in età tenerissima, nelle quali la ragione non si è nemmeno ancora tuttavia sviluppata, dividendo con le loro madri e le loro sorelle l’infamia di questa spaventosa corruzione!

Non mentirò dicendo che ho visto offrirsi a Napoli fanciulle di quattro o cinque anni , per soddisfare i più orribili vizi e pregare persino, quando si soccombeva alle loro sollecitudini, di scegliere un’altra maniera invece di quella naturale, a causa della debolezza dell’età, che non le rendeva ancora in grado di prestarsi all’uso normale al quale il Creatore ha destinato il loro sesso.

Ciò non sarebbe niente se ci si fermasse qui, ma questi stessi orrori vi sono egualmente offerti dal sesso al quale la depravazione sembra averli riservati. Entrambi concorrono in egual misura a Napoli a sollecitare le passioni. Sarete attaccati sino in casa vostra. Una madre vi offre alla stessa maniera i figli, maschi o femmine, il che ecciterà di più le vostre tendenze. Una sorella vi offrirà il fratello, un padre la figlia, un marito la moglie. E’ solo una questione di danaro. Con il denaro si può avere a Napoli la prima duchessa della città. Ed io mi domando cosa diventeranno le virtù, la popolazione, la salute in uno Stato in cui la degradazione dei costumi è arrivata sino a questo punto, ed in cui la più breve lusinga per il guadagno conduce al delitto, capovolgendo ogni sentimento di probità, di onore e di virtù!

L’onesta e piacevole galanteria, il sano commercio dei due sessi, che riscalda tutte le passioni nobili e che serve spesso da focolare a tutte le virtù, è poco conosciuto in una città in cui la brutalità dei costumi non vuole che il godimento. Il cicisbeato, cosi fortemente di moda a Firenze e a Genova, vi è del tutto estraneo. Gli uomini e le donne non si riuniscono che per gioco. Del resto, al momento del circolo, le donne si pongono da un lato, gli uomini dall’altro. Nei palchi, durante gli spettacoli, si sta un po’ più vicini; l’intimità e la galanteria sembrano un po’ più grandi; si gioca, si cena nei palchi durante lo spettacolo, e questa libertà rende la vita un po’ più amena……………  

 

140 ANNI FA NASCEVA HERMANN HESSE


Era nato il 2 Luglio 1877 e fu nsignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946. I suoi lavori rispecchiano il suo interesse per l'esistenzialismo, lo spiritualismo, il misticismo e sono stati tradotti in più di 60 lingue, con circa 150 milioni di copie vendute in tutto il mondo.