Ancora
oggi, tra i monumenti dell’antica Roma, possiamo vedere i resti di un
tempio unico, dove si venerava una pietra nera di origine meteorica:
tale era rappresentazione Cibele, divinità femminile madre del tutto..
L'ultima sacerdotessa pagana...
C’è stato un tempo in cui Roma era una città di edifici religiosi semiabbandonati, custoditi da sacerdoti sempre più anziani. Questo tempo c’è stato, 1500 anni fa; quando gli ultimi templi pagani – ormai cadenti – erano osservati dalla popolazione divenuta quasi completamente cristiana con indifferenza, o disprezzo.
Uno degli ultimi storici pagani dell’antichità, Zosimo, racconta un episodio che riporta a questo clima. E’ ambientato sul colle Palatino, nel tempio di una divinità potente e tenebrosa, la dea Cibele, la Magna Mater. Sono i tragici giorni che precedono il sacco di Alarico del 410. Serena, vedova del generale Stilicone, sta per essere uccisa dai senatori, ormai terrorizzati e alla ricerca disperata di un capro espiatorio.
Mentre Alarico era ormai nei pressi di Roma ed assediava gli abitanti, tra i senatori si diffuse il sospetto che Serena avesse introdotto i barbari in città; perciò con l’appoggio di Placidia, sorella dell’imperatore, nata dallo stesso padre, decisero all’unanimità di ucciderla, ritenendola colpevole dei mali presenti.
Pensavano infatti che, tolta di mezzo Serena, anche Alarico si sarebbe ritirato dalla città, non essendoci più nessuno intenzionato a consegnargliela.
Questo sospetto comunque era falso ma essa pagò una giusta punizione per le sue precedenti colpe. Ecco quali erano. Quando Teodosio il Vecchio, dopo avere abbattutto la tirannide di Eugenio, venne a Roma ed indusse tutti a trascurare i riti sacri, vietando che le cerimonie fossero organizzate a spese pubbliche, sacerdoti e sacerdotesse vennero espulsi e nei templi non si tennero più le sacre funzioni. Allora Serena, deridendo queste cose, volle visitare il Tempio della Gran Madre; appena vide che la statua di Rea portava una collana degna del culto riservata ad una dea, la tolse dal collo della statua e la mise sul suo. E quando una vecchia, una delle vergini vestali che era rimasta, le rinfacciò la sua empietà, essa la oltraggiò ordinando al suo seguito di cacciarla via. Allora costei lanciò contro Serena, il marito e i figli tutte le imprecazioni che il suo atto sacrilego meritava. Ma Serena non tenne in nessun conto queste parole e uscì dal tempio splendidamente ornata. Spesso ebbe sogni e visioni che le annunciavano la prossima morte; lo stesso toccò anche a molti altri. E la Giustizia, che colpisce gli empi, riuscì a compiere il suo dovere: Serena, pur essendo stata avvertita, non potè sfuggire al suo destino, ma porse al cappio quel collo che aveva cinto con l’ornamento della dea...
L'ultima sacerdotessa pagana...
C’è stato un tempo in cui Roma era una città di edifici religiosi semiabbandonati, custoditi da sacerdoti sempre più anziani. Questo tempo c’è stato, 1500 anni fa; quando gli ultimi templi pagani – ormai cadenti – erano osservati dalla popolazione divenuta quasi completamente cristiana con indifferenza, o disprezzo.
Uno degli ultimi storici pagani dell’antichità, Zosimo, racconta un episodio che riporta a questo clima. E’ ambientato sul colle Palatino, nel tempio di una divinità potente e tenebrosa, la dea Cibele, la Magna Mater. Sono i tragici giorni che precedono il sacco di Alarico del 410. Serena, vedova del generale Stilicone, sta per essere uccisa dai senatori, ormai terrorizzati e alla ricerca disperata di un capro espiatorio.
Mentre Alarico era ormai nei pressi di Roma ed assediava gli abitanti, tra i senatori si diffuse il sospetto che Serena avesse introdotto i barbari in città; perciò con l’appoggio di Placidia, sorella dell’imperatore, nata dallo stesso padre, decisero all’unanimità di ucciderla, ritenendola colpevole dei mali presenti.
Pensavano infatti che, tolta di mezzo Serena, anche Alarico si sarebbe ritirato dalla città, non essendoci più nessuno intenzionato a consegnargliela.
Questo sospetto comunque era falso ma essa pagò una giusta punizione per le sue precedenti colpe. Ecco quali erano. Quando Teodosio il Vecchio, dopo avere abbattutto la tirannide di Eugenio, venne a Roma ed indusse tutti a trascurare i riti sacri, vietando che le cerimonie fossero organizzate a spese pubbliche, sacerdoti e sacerdotesse vennero espulsi e nei templi non si tennero più le sacre funzioni. Allora Serena, deridendo queste cose, volle visitare il Tempio della Gran Madre; appena vide che la statua di Rea portava una collana degna del culto riservata ad una dea, la tolse dal collo della statua e la mise sul suo. E quando una vecchia, una delle vergini vestali che era rimasta, le rinfacciò la sua empietà, essa la oltraggiò ordinando al suo seguito di cacciarla via. Allora costei lanciò contro Serena, il marito e i figli tutte le imprecazioni che il suo atto sacrilego meritava. Ma Serena non tenne in nessun conto queste parole e uscì dal tempio splendidamente ornata. Spesso ebbe sogni e visioni che le annunciavano la prossima morte; lo stesso toccò anche a molti altri. E la Giustizia, che colpisce gli empi, riuscì a compiere il suo dovere: Serena, pur essendo stata avvertita, non potè sfuggire al suo destino, ma porse al cappio quel collo che aveva cinto con l’ornamento della dea...
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