venerdì 26 novembre 2021

Io so che son venuto dalla fica e so che lì voglio tornare

 Ho preso un verso di questa canzone che trovo interessante

Tutte le donne di Felice Casorati. - Giulia Guidobaldi

Testo della canzone Certi uomini (Francesco Bianconi), tratta dall'album Certi uomini - Single

Certi uomini - Francesco Bianconi


Certi uomini vivono per i soldi
Certi bastardi per il potere
I ragazzi vivono per vivere
Le anime sante per trasmigrare
Gli idealisti vivono per un'immagine
I drogati per la droga
Certi uomini vivono per la fede
I naviganti vivono per il mare
Giovanna D'Arco visse solo per bruciare
Certi miei amici non sanno dove andare
I cantanti ucciderebbero per apparire
In un programma in televisione
Dove i discografici morti della Warner
Della Universal e della Sony
Poi gli pubblicano la canzone

Io so che son venuto dalla fica e so che lì voglio tornare
Per avere l'illusione e l'impressione di inventare
Un tempo buono o un fiore rosso, una preghiera contro il male
Per dimenticare ogni mio giorno ed ogni notte
Della storia ed il dolore di arrivare alla tua fica
Per scordare i tuoi problemi, i tuoi vestiti
Le tue borse e il mio tremare
Per dimenticare tutto ciò che alla tua fica fa contorno
I tuoi stivali, il tuo ragazzo, il tuo mascara, le parole
Perché io vivo come fossi un animale
Perché io vivo perché sono un animale

Mi è capitato di scrivere lettere di rabbia
Di essere a mio agio dentro a un sogno, un'allucinazione
E con Gianluca ridiamo sempre, ci innamoriamo
Prima di perderci alla stazione
C'è una pulsione e un atomo opaco che muove il cosmo
E non è detto che sia morale
Cancella il sangue ogni segno di distinzione
Tra la procreazione e la guerra mondiale

Io so che son venuto dalla fica e so che lì voglio tornare
Per avere l'illusione e l'impressione di inventare
Un tempo buono o un altro figlio, una preghiera contro il male
Per dimenticare ogni sconfitta e ogni vittoria
Il lungo viaggio ed il dolore di arrivare alla tua fica
Per scordare le tue angosce, i tuoi vestiti, le tue borse e il tuo tremare
Per dimenticare tutto ciò che alla tua fica gira intorno
I tuoi stivali, i tuoi amici, il tuo mascara, le paure
Perché io vivo perché ho voglia di morire
Perché io vivo perché ho voglia di morire

Nudità nelle pievi romaniche tra paganesimo e cristianesimo

Siamo nella Pieve di Sorano (forse Adamo), in molte pievi toscane sono rappresentati esseri umani con l'apparato sessuale in evidenza, sia maschi che femmine, come Brancoli, Corsignano, Groppina, Segromigno in Monte.......


Potrebbe essere un'immagine raffigurante monumento, muro di mattoni e attività all'aperto

Uomo con il sesso in evidenza pieve di Sorano (Grosseto)

La Pieve S. Giorgio di Brancoli ed il Brancolino | Verde Azzurro – Notizie

Uomo rappresentato nella pieve di Brancoli (Lucca)

Le sirene sexy della Val d'Orcia

Pieve di Corsignano, sirena con il pube in evidenza, la porta della vità


giovedì 25 novembre 2021

Poesia etrusca in ligua italiana

L'anima etrusca della poesia del Novecento da Tarquinia, proiettato nella dolce vita

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona

mercoledì 24 novembre 2021

La pietra sacra del paganesimo nella Cattedrale di Cusco

Biglietti per Cattedrale di Cusco - Cusco | Tiqets.com

Si trova all'interno della stessa cattedrale di Cusco sul lato sinistro della porta principale, la pietra venerata parallelamente dai parrocchiani che assistono alle messe mattutine.I sacerdoti cattolici evitano di parlarne e quando qualcuno viene intervistato affermano che a un certo punto la pietra era stata posta come a contenere il portone principale della cattedrale, con la quale hanno cercato per un po' di far dimenticare la sua origine e la storia. Anche questo non ha influenzato e la pietra è rimasta al suo posto.


Nessuna descrizione della foto disponibile.

Fino a poco tempo la pietra era stata coperta da un'urna di vetro all'interno del tempio, che aggiunge un altro tentativo di tenere la pietra sacra lontana dalla gente, oggi questa scatola di vetro è stata rimossa e le persone che le dedicano un momento prendono un contatto diretto con lei come nei tempi antichi. È comune trovare alla sua base kintus di foglie di coca e sempre qualche praticante della tradizione che compie il rito di purificazione senza pregiudizi.

Molti parrocchiani cattolici, dopo aver celebrato la messa mattutina e aver ricevuto le benedizioni dei sacerdoti cattolici, si dirigono alla fine -molto discretamente- in direzione della pietra di Wiracocha, la salutano, si inginocchiano e meditano un attimo, il tempo sufficiente per prendere contatto e rispetto per questa iconografia andina. Questo atto dà conto di un rito collettivo di cui poi si preferisce addirittura non parlare, per il quale l'atteggiamento più comune è l'assoluta segretezza.

La storia della pietra si perde con il passare del tempo, poco si sa di essa e quel poco che si sa sono dai riferimenti di alcuni studi effettuati sull'approccio degli intellettuali e soprattutto grazie al contributo di maestri mistici andini, che sono convinti della loro provenienza divina... un dono nientemeno che di Dio Wiracocha stesso. Nel disegno della visione del mondo andino realizzato dal cronista Juan de Santa Cruz Pachacuti, si osserva proprio il simbolo del Wiracocha, rappresentato da un uovo che genera vita, ordine e origine.

La pietra composta da duro granito avrebbe una missione ben chiara sulla faccia della madre terra, si occuperebbe di trasmutare l'energia pesante (jucha) in energia raffinata (sami), una funzione antica che si conserva ancora oggi. L'uso della pietra per esempioFa parte del lavoro del primo rito dell'Hatun Karpay (grande iniziazione), che mira a sviluppare il lavoro energetico di scambio energetico, all'interno del tempio stesso. Bisogna considerare che prima della costruzione del tempio cattolico da parte degli spagnoli, il sito era occupato dal tempio Suntur Wasi, opera dell'Inca Wiracocha, dedicato in merito a suo padre Dio, la domanda è chi o cosa occupa cosa? Se la pietra fosse reale, non avrebbe cambiato casa... quella sarebbe casa sua.

La storia della pietra è passata attraverso varie esperienze e anche molti anni fa i sacerdoti cattolici hanno osato rimuoverla e persino nasconderla, perché incitava uno zelo minaccioso da parte del clero ufficiale verso i propri parrocchiani. Si narra che numerosi intellettuali e figure di potere della città di Cusco abbiano fatto pressioni sul Vescovo stesso affinché la pietra fosse riportata nella sua posizione originale... e come per magia la pietra ha ritrovato il suo posto all'interno del tempio fino ad oggi.

lunedì 22 novembre 2021

Giunone Sospita ctonia come Feronia,

Giunone Sospita dal Lazio, 500-480 a.C
A Roma e in tutto il Lazio vi furono diversi culti serpentini, come quello di Giunone Sospita a Lanuvio e quello di Bona Dea sull’Aventino. Il primo fu molto simile a quello delfico, dove Giunone erarappresentata da un grosso serpente che viveva in una caverna, e in primavera le fanciulle vergini gli offrivano una focaccia per propiziare un buon raccolto venturo. Giunone Lanuviva o Sispes o Sospita era una divinità ctonia legata al ciclo delle stagioni e al ritorno della fioritura. Nei sotterranei del suo tempio si narra che fosse custodito il sacro serpente della Dea...Giunone Sospita era in particolare colei che salvava le città e i soldati, quindi guardiana e salvatrice, come in questa splendida e colorita immagine che era l'antefissa di un tempio etrusco...
Secondo Giovanni Feo questa immagine poteva essere vicina anche a Feronia la dea degli schiavi affrancati


Potrebbe essere un'immagine raffigurante scultura

Napoli, le varie città....

Potrebbe essere un contenuto artistico raffigurante 1 persona

L'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe

Qualche storico sostiene che è il nipote di Napoleone dato che il "re di Roma" visse a Vienna e nella sua breve vità fu vicinissimo alla madre di Cecco-Beppe

Francesco Giuseppe I d'Austria

sabato 20 novembre 2021

La magia che da sempre conduce il mondo

Napoli - Fontana della Sirena

IL GERME DELLE SCIENZE ossia L’URBE DELLE SIRENE.
MANIFESTO. Napoli 1826
Tutte le cose vanno soggette a cangiamento, diceva il gran Vate de’ Vati Omero. Tutto ciò che nasce depere, e poi si riproduce sotto altre Morfi. La sapienza vetusta, ed il deposito sacro di tutte le scienze, e le belle arti i nostri Progenitori la comunicavano sotto infiniti simboli, per non renderla comune. I maestri di tali scienze erano i Chironi, le Sirene, le Sfingi... Le opere di Omero, di Esiodo, di Licofrone, di Platone, dell’intero Teatro Greco, e le altre tutte de’ Classici Greci e Latini, erano il vello d’oro, che conservavano in infiniti simboli e le scienze, e le belle arti. Le prime Urbi, in cui nacquero le scienze e dove si mantennero inviolate colle cautele sante, perché l’uso delle scienze apprese senza istituzione sono un lievito che corrompono il costume, e le scienze istesse, erano forate nei sotterranei, i quali comunicandosi per Cunicoli, e Ceramichi componevano quell’immenso Oceano Atlantico, Pelago, Ponto, Arimaspe... di cui sono pieni i carmi de’ Poeti, e degli Istorici. Questo Oceano principiava le sue arcuate volte dalla Punta di Calabria, perrottava i visceri di tutte le nostre Regioni della Magna Grecia, e quindi trascorreva per tutta l’Etruria, e passando per gli Elleni si prolungava per tutta Europa, e pergiugneva fra le sue diramazioni nell’Africa, e nell’Asia. Erano queste Urbi quelle Isole de’ Beati, in cui gli uomini prisci dell’età dell’oro menavanvi vita felice, perché da pochi bisogni circondati. Erano queste le Isole Sirene, perché sotterranee. Ed era della l’età dell’oro, perché il tufo in cui erano esse trivellate e di color flavo come l’oro. Inventato nei tempi posteriori l’uso della calce, la quale è bianca come l’argento, gli uomini principiavano a farsi i grandi duomi nell’esterno, come la nostra Napoli, cioè nuova Urbe.
Questa è la seconda età d’argento. Gli uomini si caricarono di bisogni; per cui età diminuì di pregio a fronte della prima, per quanto l’argento è di minor valore dell oro. Surse la terza età quaundo i Titani, cioè gli abitatori esterni, che la calce τιτανοϛ si dice, fecero la guerra agli Urbani, che vivevano da Numi. I questa la terza età del piombo, perché fa a carico dell’umanità.
Ma gli Urbani, Eritrei anche appellati, ed Alunni di Giove, riuniti a gran Concilio, armando di fulmini la mano del gran Satore, fecero bassi i Titani, ed i Giganti. E questa la quarta età, Eroica appellata, in cui trionfo la Religione Pagana la quale non conoscendo il sommo Iddio nell’Unità de’ Principii, e Trinità di Persone, se né formò una in finita capricciosa quantità, che poi caddero in disprezzo.
Intanto sursero ed i Profeti, e le Sibille, i quali con loro carmi vatidici preconizzarono la nostra futura Salute, e missione del Divino Verbo, per cui accessero ai medesimi una infinita quantità di Aνα-Κυρεητς Anacureti, e Κατα-Κυμενηϛ Catacumeni, cioè contrarii alle massime de’ Cureti, ed accedenti alli carmi Sibillitici di Cuma. Infiniti Classici né fan verbo di questi Santi Protogeni, che latitavano per le sotterranee latebre, attendendo la nuova luce, che poi comparve, e ne Redense. La nostra Napoli nella sua Palepoli, ossia vecchia Urbe, e nella sua Partenope, ossia gran Ginnasio, che rimangono nel vuoto seno delle Catacombe accolse una infinita quantità di Santi Latenti. Appena che nella Luna di Marzo fu eseguito...

Il mistero della vita

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia...
William Shakespeare, Amleto.
Natura umana - Wikipedia

venerdì 19 novembre 2021

E gli dei torneranno sulla terra

Potrebbe essere un'immagine raffigurante attività all'aperto

In ricordo dell'amico Giovanni Feo

Video Giovanni - YouTube

Giovanni Feo, un maestro, un amico.

Giovanni era nato De Feo nel 1949 a Roma, da madre greca e padre pugliese. Risiedeva da più di 40 anni a Pitigliano dove lo avevano portato la sua passione per gli etruschi e la loro cultura. Da li ha esplorato incessantemente il territorio mostrando una non comune connessione con esso, che gli ha permesso di scoprire e riscoprire luoghi e manufatti ancestrali, spesso trovando spiegazioni d’uso non approvate dall’archeologia accademica. Ha sempre condiviso attivamente la sua conoscenza con seminari, conferenze, escursioni e ci ha lasciato una grande quantità di guide e libri sulle sue scoperte, di cui ricordiamo per tutte Poggio Rota, una sorta di Stonehenge italiana, megaliti tufacei di epoca precedente agli etruschi che presentano troppi allineamenti astronomici e territoriali per essere casuali.

Studioso della tradizione andina, è tra i soci fondatori dell’associazione Tawantin. Incontra, verso la fine degli anni ’90, Don Juan Nuñez del Prado, docente di antropologia dell’università di Cuzco, da cui riceve l’iniziazione al quarto livello della tradizione.
Le connessioni e le similitudini singolari che riscontra tra la civiltà etrusca e quella delle Ande del Perù, daranno luogo a seminari itineranti volti all’evoluzione delle coscienze attraverso la riscoperta delle radici storico culturali delle nostre tradizioni.
Aveva una personalità non comune, una visione e un approccio al di fuori dei consueti paradigmi.

Questo suo essere fuori dall’ordinario gli permetteva di “sentire” il territorio e leggerlo con una acutezza rara, riconoscendo segni di mani antiche quasi mai immediatamente visibili ai più.
Ruvido e imperscrutabile, sempre fedele a se stesso, non era geloso delle sue conoscenze e delle sue scoperte che condivideva con naturalezza e generosità.
Sicuramente ci mancherà la sua visione fuori dal coro e il suo essere talmente antico da essere modernissimo, suo malgrado.

Cristina Neri

giovedì 18 novembre 2021

Ernst Jünger invitato a Venezia dal sindaco Massimo Cacciari

Ernst Jünger (@JungerQuote) / TwitterIl Confine della Soglia | Filosofia e nuovi sentieri

VENEZIA - La città si divide per Ernst Jünger, il filosofo tedesco che Massimo Cacciari ha invitato sulla laguna, il 29 marzo, a festeggiare il suo centesimo compleanno. Il caso Jünger agita le tranquille acque della città dei Dogi, scuote dalle fondamenta la giunta progressista che sostiene Cacciari, e minaccia di diventare un caso internazionale, con l' Italia sul banco degli imputati davanti alla cultura del mondo. Cacciari vuole Jünger a Venezia perché, sostiene, è uno dei più grandi pensatori di questo secolo. Non lo vogliono quelli di Rifondazione Comunista, quelli di Alleanza Democratica, qualche Verde, qualche pidiessino e alcuni esponenti della Comunità ebraica, perché dicono che è stato nazista e complice dei nazisti. "E' contestato in tutto il mondo", dice Rifondazione, che ha chiesto di sospendere i festeggiamenti in suo onore minacciando di far saltare la giunta comunale. "Scemenze. Tutte sciocchezze", ribatte seccato Cacciari, che ricorda come Jünger abbia partecipato alla rivoluzione conservatrice contro Hitler. E' un caso che ricorda quello di Vargas LLosa che, sempre a Venezia, l' anno scorso, un consigliere pidiessino della Biennale non voleva nella giuria della mostra del cinema perché troppo di destra. Per il Sindaco-filosofo, più che una questione politica, è una questione di cultura. E lui non intende rimangiarsi l' invito fatto a Jünger, a dispetto delle polemiche. Se la giunta e il consiglio comunale si opporranno, dice, Jünger verrà lo stesso a Venezia: "Sarà mio ospite personale e starà a casa mia". Del resto, il Sindaco ricorda che non ci fu alcuna polemica quando Jünger fu ospite della Biennale, alcuni anni fa sempre a Venezia, e fu lo stesso Cacciari a tenere la relazione introduttiva. Abituato ad andare controcorrente, il filosofo veneziano è stato tra i primi - lui che non può certo venir tacciato di simpatie conservatrici - a rivalutare, ma sarebbe meglio dire a valutare nella loro giusta luce, le opere di autori "di destra", a cominciare da Nietzsche, che una certa "sinistra" aveva messo all' indice. Il 29 marzo Ernst Jünger varcherà la soglia dei cent' anni. Sembra davvero che egli abbia stretto un patto segreto con il tempo. Si preparano ovunque le celebrazioni: per il centenario gli verrà consegnato un volume di scritti in suo onore: Magie der Heiterkeit (Magia della serenità), e sarà in libreria l' ultima parte dei suoi diari: Siebzig verweht (Settant' anni, volati via). In Francia il Magazine littéraire gli ha dedicato un quaderno: Jünger, cent ans d' Histoire. In Italia Cacciari lo vorrebbe a Venezia. Che quel suo patto segreto con il tempo avrebbe implicato anche risvolti amari, certo Jünger lo avrà previsto. Forse non immaginava però che sarebbe stata l' Italia - paese in cui ha vissuto e in cui, prima che altrove, la sua opera è stata largamente recepita e svincolata dall' ipoteca di destra - a turbare i festeggiamenti con le polemiche intorno all' invito di Cacciari. Ma Jünger è stato davvero nazionalsocialista? Certo, chi scende a patti con il proprio tempo e vi si immerge come ha fatto Jünger non può non rimanerne contaminato. Si sa che i nazionalsocialisti avrebbero voluto fare di lui lo scrittore nazionale. Ma Jünger, che non credeva nel ruolo del partito, che detestava la "democrazia plebiscitaria" e l' agitazione delle masse, che considerava la presa di potere del 1933 come la vittoria della "plebaglia", rifiutò il coinvolgimento politico e si ritirò nel ruolo dell'osservatore. La sua posizione di pluridecorato della grande guerra gli permise di ostentare ostilità nei confronti del regime. Respinse nel 1933 la nomina a membro dell'Accademia Letteraria; rifiutò l' invito a pubblicare nel Volkischer Beobachter; quando il nazionalbolscevico Niekisch fu condannato dai nazisti, accolse in casa moglie e figlio del perseguitato. Allorché dall' associazione dei reduci del 73 Fucilieri, la sua unità di appartenenza durante la prima guerra mondiale, vennero radiati gli ebrei, protestò e ne uscì pure lui. Nell' autunno del 1939 pubblicò il romanzo Sulle scogliere di marmo, in cui accarezzava l'idea del tirannicidio. Molti pensarono che egli avesse ormai passato il segno, e pare solo la clemenza del tiranno lo salvasse. Hitler in persona, che sentiva il fascino del personaggio, avrebbe detto: "Lasciate stare Jünger". La sua situazione rischiosa si risolse con l' arruolamento nella Wehrmacht e con l' invio sulla linea Sigfrido. Ma nella guerra lampo che portò i tedeschi a Parigi, affiora il carattere di "anarca" ed esteta dell' ufficiale Jünger. La guerra non lo attanaglia più come l' evento primordiale in cui la vita scopre le sue carte. Al contrario, produce in lui ripulsa, straniamento, distacco, indifferenza. La vita è altrove. Nel diario annota: "Il tutto è una spaventosa anticamera della morte, il cui attraversamento mi scuote brutalmente. In una fase precedente della mia formazione intellettuale mi sono sprofondato spesso in visioni di un mondo completamente senza vita e deserto, e non nego che questi cupi sogni mi abbiano procurato piacere. Qui vedo realizzati quei pensieri e credo che, se mancassero anche i soldati, lo spirito impazzirebbe rapidamente - in questi due giorni ho avvertito che la visione dell'annientamento ha cominciato a smuoverne i cardini". Nella marcia su Parigi, anziché puntare sulla capitale, devia con le sue truppe verso la roccaforte medievale di Laon. Vi si attarda per mettere in salvo gli inestimabili tesori custoditi nella splendida biblioteca dell' abbazia di San Martino. Qualche anno fa il sindaco di Laon, d'intesa con le associazioni partigiane, gli ha conferito la cittadinanza onoraria. I critici di Cacciari dovrebbero leggere gli atti della cerimonia. A Parigi era addetto alla censura della corrispondenza. In realtà lo interessavano gli incontri con scrittori e artisti, i musei, le gallerie, gli antiquari, la vita dei salotti e le ore da flaneur che Parigi gli offriva. I suoi diari parigini sono la testimonianza non solo del suo vivere distaccato nella città occupata, ma anche della sua indipendenza dall' ideologia nazionalsocialista. Lo stato d'animo predominante è quello di una tetra, plumbea malinconia: "Poe, Melville, Holderlin, Tocqueville, Dostoevskij, Burckhardt, Nietzsche, Rimbaud, Conrad" - buona parte, dunque, della letteratura nichilistica che da tempo lo accompagnava. Sul tiranno di Berlino concorda con Carl Schmitt, che gli rende visita a Parigi: non possum scribere contra eum, qui potest proscribere. È coinvolto nella fronda contro Hitler. Fallito l'attentato di von Stauffenberg, se la cava solo perché non vengono scoperte prove a suo carico. Chi continua a etichettare l' "anarca" Jünger come nazionalsocialista, o non è informato o è in malafede. E' consolante che il giudizio più penetrante e differenziato sul presunto nazionalsocialismo di Jünger sia stato pronunciato da una ebrea: Hannah Arendt. Presidente dopo la guerra della "Commission on European Jewish Cultural Reconstruction", la Arendt stese un resoconto sullo stato culturale della Germania postbellica. Di Jünger scrive: "I diari di guerra di Ernst Jünger offrono forse l' esempio migliore e più onesto delle immani difficoltà a cui l' individuo si espone quando vuole conservare intatti i suoi valori e il suo concetto di verità in un mondo in cui verità e morale hanno perduto ogni espressione riconoscibile. Nonostante l'innegabile influenza che i primi lavori di Jünger hanno esercitato su certi membri dell'intelligenza nazista, egli è stato, dal primo all' ultimo giorno del regime, un attivo oppositore del nazismo". In ogni caso: le coscienze benpensanti stiano pure tranquille. Jünger non andrà da nessuna parte. Ha detto solo che vorrebbe fuggire su un atollo sperduto del Pacifico e lì aspettare che le celebrazioni del centenario passino.
(Franco Volpi - LaRepubblica 11 febbraio 1995)

martedì 16 novembre 2021

Gerarchie e simboli

"La gerarchia è un bisogno vitale dell'anima umana. È costituita da una certa venerazione, da una certa devozione verso i superiori, considerati non nelle loro persone né nel potere che esercitano, ma come simboli.
Ciò di cui sono simboli è il dominio che si trova al di sopra di ogni uomo, e di cui l’espressione in questo mondo è costituita dagli obblighi di ogni uomo verso i suoi simili.
Una vera gerarchia presuppone che i superiori abbiano coscienza di questa funzione di simbolo e sappiano che essa è l’unico oggetto legittimo di devozione dei loro subordinati. La vera gerarchia ha per effetto di portare ognuno a installarsi moralmente là dove è il suo posto.”
Simone Weil, (1909-1943), L'enracinement

MEDIOEVO FEUDALESIMO E CLASSI SOCIALI

sabato 13 novembre 2021

Un tumulo impressionante

‎Il ‎‎Kurgan reale‎‎ o ‎‎Tsarskiy Kurgan‎‎ el 4 ° secolo aC, è uno dei tumuli più impressionanti ‎‎della ‎‎Crimea‎‎orientale...il tumulo funerario si trova nell'attuale ‎‎Kerch,‎‎che si sviluppò ‎‎dall'antica‎‎ città greca ‎‎di Panticapaeum‎‎ fondata da ‎‎Mileto.‎‎ ‎
‎Circa 200 tumuli funerari esistono a Kerch e nei suoi immediati dintorni. ‎‎ ‎‎ Il Royal Kurgan si trova a circa 5 km a nord-est del centro della città, vicino al memoriale per ‎‎i difensori della cava di Adzhimushkay.‎‎ Il tumulo è alto quasi 20 metri e il suo perimetro di base è di circa 250 metri. Ospita una camera sepolcrale a pianta quadrata , che gradualmente si fonde nella forma circolare di una ‎‎cupola a mensa‎‎ . L'altezza totale della camera funeraria è di 8,84 metri. Anche il ‎‎generoso dromos,‎‎un passaggio d'ingresso acuto largo 2,80 metri e lungo 37 metri, è costruito nella tecnica della volta a mensola. Entrambe le parti dell'edificio sono realizzate in blocchi di calcare giallastro e hanno un pavimento da un mix pressato di ‎‎argilla,‎‎calce e ‎‎calcare.‎‎ Si presume che il Kurgan reale, un capolavoro di architettura antica, fosse l'ultimo luogo di riposo di un sovrano del Regno del ‎‎Bosforo.‎‎ ‎‎ ‎
‎ ‎‎ ‎‎ Questo è stato fondato nel 5 ° secolo aC dalle colonie greche nella regione settentrionale del ‎‎Mar Nero‎‎ e nel Mar d'Azov. Il kurgan potrebbe in particolare essere stata la tomba di ‎‎Leukon del Bosforo‎‎ . ‎‎ Nel corso degli scavi negli anni 1833 fino al 1837, il kurgan fu aperto. Conteneva solo i resti di un sarcofago di legno, quindi è possibile che sia stato derubato molto tempo fa. Simboli cristiani scolpiti sulle pareti suggeriscono che le stanze tombali servivano ai primi cristiani come luogo di rifugio e come santuario. ‎‎
‎Un ‎‎lapidario‎‎ si trova anche all'interno del recinto del tumulo. Il piccolo museo espone reperti archeologici dei tempi antichi, tra cui piedistalli, stele tombali e sarcofagi.....

Tumulo reale a Kerch: descrizione con foto, come arrivarci, storia della  creazione, architettura ed età della tomba - Cultura 2021

Il culto di Feronia presente anche a Verona

La Dea Feronia
"I lunghi affanni ed il perduto regno
di Feronia dirò, diva latina
che del suo nome fe beata un giorno
di Saturno la terra. Ella per fiere
balze e foreste errò gran tempo esclusa
dei suoi santi delubri, e molto pianse
dai superbi disdegni esercitata
d'una diva maggior che l'inseguia...
Là dove imposto a biancheggianti sassi
sulla circea marina Anxuro pende
e nebulosa il piede aspro gli bagna
la pomezia palude a cui fan lunga
le montagne lepine ombra e corona,
una ninfa già fu delle propinque
selve leggiadra abitatrice; ed era
il suo nome Feronia. I laurentini
boschi e quei che la fulva onda nutrisce
del sacro fiume Tiberin, quantunque
di Canente superbi e di Pomona,
non videro giammai forme più care.
Quel verno fiore che segreto nasce
in rinchiuso giardin, nè piede il tocca
di pastor nè di greggia; amorosetta
l'aura il molce, di sue tremule perle
l'alba l'ingemma, e lo dipinge il sole
di si vivo color, che il crine e il seno
d'ogni donzella innamorata brama;
tal di Feronia la beltà crescea..[...]"

La fontana del Fero a Verona, nell'immagine


Fontana del Ferro nella città Verona

venerdì 12 novembre 2021

Pregare assieme

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, in piedi e attività all'aperto

La grandezza del pensiero religioso e la truffa delle religioni

Non avevamo chiese, nessuna organizzazione religiosa, nessun sabato, nessuna festività, eppure eravamo in grado di adorare la madre terra.
A volte l'intera tribù si radunava, cantava e pregava: a volte un numero inferiore, forse solo due o tre.
Le canzoni avevano poche parole, ma non erano formali.
Il cantante di tanto in tanto metteva le parole che desiderava seguendo la sua fantasia.
A volte pregavamo in silenzio; a volte ognuno pregava ad alta voce; a volte una persona anziana pregava per tutti noi.
Altre volte ci si alzava e ci parlava dei nostri doveri reciproci.
Geronimo


Geronimo - Wikipedia

L'esoterismo: la traccia indelebile dentro a tutti noi

"Keplero disse :"Il mio supremo desiderio è di percepire il Dio che trovo dappertutto all'esterno allo stesso modo anche all'interno, nella mia interiorità ".
Il nobile uomo sentiva ,senza esserne consapevole, che proprio in quel momento il divino in lui stava in perfetto accordo col divino nell'universo ".
Goethe 1829 ,da Gli anni di peregrinazione di Guglielmo Meister .

La Supernova di Keplero fu insolitamente potente insolitamente potente la  Supernova di Keplero

giovedì 11 novembre 2021

Le profezie del Nolano

'Il cambiamento arriverà improvvisamente, proprio quando il potere penserà di avere vinto.'
Giordano Bruno


stop al consumismo una volta per tutte! | Contiamoci


mercoledì 10 novembre 2021

Incontro a Verona

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e testo

Anche San Tommaso d'Aquino ne suo "Summa Teologiae" afferma che gli astri influiscono sulla vita dell'uomo

IL SERMONE DELLO ZODIACO.
A partire dal XII secolo in diverse chiese cristiane inizia a comparire lo zodiaco, zòon òdos, "essere vivente" e "percorso", in effetti lo zodiaco è un percorso iniziatico a 12 tappe, è la strada maestra del sole.
Uno dei più alti elementi simbolici dei culti misterici antichi, adattato al culto cristiano che trasformò le 12 Costellazioni nei 12 Apostoli.
Così il sole, perno attorno a cui ruota la scansione dei 12, finì per essere sostituito dal nuovo Dio del Sole, il Cristo, portatore di luce, astro del ciel-pargol divin.
12 tappe che rappresentano 12 forme di energia che operano in ciascuno di noi, con cui l'anima deve confrontarsi per evolversi passando attraverso 4 prove fondamentali, 4 costellazioni, 4 segni che costituiscono la croce fissa dei cieli: Toro, Leone, Scorpione, Aquario.
Bisogna però comprendere che il proprio segno zodiacale, rappresentato simbolicamente dal luogo in cui si trovava il sole al momento della nostra nascita, non rappresenta ciò che siamo, ma ciò che siamo destinati ad essere: cioè ciò che il nostro percorso evolutivo deve portarci a comprendere.
In San miniato è il tentativo di cristianizzare un tema pagano
Il grande fautore della lettura evangelica della ruota dello zodiaco fu San Zeno da Verona che tentò di far perdere le tracce della mitologia pagana dello zodiaco.
Nel suo famoso SERMONE DELLO ZODIACO, San Zeno utilizza l'impianto astrologico per spiegare ai neofiti i principi della salvezza della fede cristiana.
Questo documento della Chiesa veronese tardo antica è un documento fondamentale per capire il processo di inculturazione dei simboli. La chiesa di Roma si riappropria dei fondamenti pagani

Qui sotto lo zodiaco di san Miniato al Monte a Firenze
FlorenceCity – Rivista Fiorentina - Lo Zodiaco di San Miniato.

E le fiabe spesso sono il pretesto per parlarci sottotraccia dell'anima

"Nelle fiabe, come si sa, non ci sono strade. Si cammina davanti a sé, la linea è retta all'apparenza. Alla fine quella linea si svelerà un labirinto, un cerchio perfetto, una spirale, una stella – o addirittura un punto immobile dal quale l’anima non partì mai, mentre il corpo e la mente faticavano nel loro viaggio apparente. Di rado si sa verso dove si vada, o anche solo verso che cosa si vada… La meta cammina dunque al fianco del viaggiatore come l’Arcangelo Raffaele, custode di Tobiolo. O lo attende alle spalle, come il vecchio Tobia. In realtà egli l’ha in sé da sempre e viaggia verso il centro immobile della sua vita: lo speco vicino alla sorgente, la grotta – là dove infanzia e morte, allacciate, si confidano il loro reciproco segreto."
(Cristina Campo)
Nessuna descrizione della foto disponibile.

Come intravvedere l'antica grandezza dell'Urbe

Scrive Stendhal, il 5 ottobre 1828, nelle sue “Passeggiate romane”: «È il magnifico tempio di Antonino e Faustina. Bisogna venirci subito, appena arrivati a Roma, se sì vuol comprendere che cosa era un tempio antico. La via Sacra vi passava davanti. Dieci grandi colonne di cipollino alte quaranta piedi, tutte di un blocco. Provate a paragonare tutto ciò alle miserabili basiliche che Parigi costruisce attualmente, rovinando l’erario e scontentando i contribuenti. L’architettura diventa sempre più insopportabile».
Stendhal ci parla del meraviglioso tempio romano proprio all’ingresso del Foro romano. C’è altro però: al suo interno si nasconde una chiesa cristiana: San Lorenzo in Miranda degli Speziali. Un nome che contiene già una serie di informazioni su di essa. San Lorenzo perché è dedicata a an Lorenzo martire, del quale sono conservate qui alcune reliquie. Degli Speziali, perché Martino V, nel 1430, affidò questo luogo all’Universitas Aromatariorum Urbis, la sede degli Speziali per gli incontri di preghiera e crescita spirituale, noto come Nobile Collegio Chimico Farmaceutico.
Ancora oggi la chiesa è la sede del Nobile Collegio dei Farmacisti, conosciuto come confraternita, ma in realtà è un ente civile nato con lo scopo di fare del bene alle persone, quando fu istituito molti degli Speziali erano cattolici.

RomaSegreta.it – Tempio di Antonino e Faustina

lunedì 8 novembre 2021

La "Piera" da dove pescava San Zeno a Verona in riva all'Adige

Nessuna descrizione della foto disponibile.


La pietra si trova nella chiesa di "San Zeneto" in prossimità di Castel Vecchio a Verona, chiesa che è stata costruita sopra un tempio romano dedicato a Dioniso

Un altare tondo, memorie di antichi culti precristiani

Il nome della città di Pietracupa richiama un luogo buio, un paesino di montagna chiuso in una stretta vallata. In realtà, questo borgo in provincia di Campobasso, è esattamente l’opposto: poche case, per la maggior parte bianche o chiare, arroccate ai piedi di un piccolo monte, sovrastato da una roccia.
Nei giorni sereni, un panorama mozzafiato permette di arrivare con lo sguardo sino alla città di Campobasso tanto aperta è questa zona, un vero balcone sul Molise.
Il nome del borgo di Pietracupa deriva dalla ‎‎pietra,‎‎poiché costruita su un'enorme formazione calcarea, la "Morgia", e dall'aggettivo ‎‎cupa,‎‎che in latino significa "botte", in riferimento ai numerosi insediamenti rupesi ancora visibili al suo posto.
Il centro fu eretto nel periodo alto-medievale probabilmente come insediamento monastico ed era dominio feudale di molte famiglie, tra le quali le più importanti furono quelle dei De Molisio, dei De Queen, degli Eboli di Castropignano, e dei Franconi che tennero Pietracupa dal 1676 al 1810, anno in cui terminò la feudal ratio. I Franconi avevano ottenuto nel 1704 il titolo di Principi di Pietracupa che passò ai loro eredi Caracciolo di Torchiarolo.
Nel cuore di Morgia si trova un'antica ‎‎chiesa rupestre‎‎ segnalata al culto nel secolo scorso, al cui interno è conservato un crocifisso risalente al XVI secolo, una croce stazionaria in pietra e un altare formato da mola di un vecchio mulino.‎
Risalente al 1600, sembra uscire direttamente dalla roccia che si intravede alle spalle della sua facciata. E da dietro la roccia, il campanile. Il tutto sembra un unico complesso, una chiesa dall’architettura atipica, strappata alla montagna o che questa sta cercando di ingurgitare e nascondere.
Poi c’è la Morgia: una montagna fatta di grotte e anfratti che da sempre vede e vive gli eventi di questa località. Un tempo questi antri erano utilizzati dalla popolazione locale per sfuggire agli assalti dei bulgari e dei saraceni. Poi furono sede del locale tribunale dell’Inquisizione, ancora nascondiglio per i briganti a fine Settecento e poi, probabilmente, riparo per i partigiani.
Oggi in una delle sale più grandi, scavate dal tempo e dall’uomo, c’è la Cripta Rupestre: un suggestivo luogo di preghiera che, con le sue mura nude, di pietra, proteggono dal mondo esterno e conservano l’atmosfera antica, tipica delle prime comunità religiose che qui si riunivano. Le panche sono disposte in modo circolare e l’altare tondo è stato ricavato da una vecchia macina da mulino.
Qui il silenzio avvicina a Dio e l’eco rende più intensa la preghiera; a vegliare su tutto un crocifisso in legno, senza braccia, sospeso sull’altare con delle catene in ferro, quasi a ricordare il momento della crocifissione in sé..Momento suggestivo per visitare il paese è nella notte della vigilia di Natale, quando vengono accese fiaccole alte fino a tre metri: servono a riscaldare Gesù che nasce e a scacciare, per un attimo, con la luce il suo nome oscuro

Ernst Jünger sulle tracce del Dio Giano

« Ognuno è re di Thule, è sovrano agli estremi confini, è principe e mendicante. Se sacrifica l’aurea coppa della vita alla profondità, offre testimonianza della pienezza cui la coppa rinvia e che egli incarna senza poterla comprendere. Come lo splendore dello scarabeo spagnolo, così le corone regali alludono a una signoria che nessuna conflagrazione universale distrugge. Nei suoi palazzi la morte non penetra; è solo la guardiana della porta. Il suo portale rimane aperto mentre stirpi di uomini e di dèi si avvicendano e scompaiono. »
Ernst Jünger, da Lo scarabeo spagnolo

Ernst Jünger - Wikipedia

Una forza del passato


“Io sono una forza del Passato.
Solo nella tradizione è il mio amore.
Vengo dai ruderi, dalle Chiese,
dalle pale d'altare, dai borghi
dimenticati sugli Appennini o le Prealpi,
dove sono vissuti i fratelli.
Giro per la Tuscolana come un pazzo,
per l'Appia come un cane senza padrone.
O guardo i crepuscoli, le mattine
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
come i primi atti della Dopostoria,
cui io sussisto, per privilegio d'anagrafe,
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato
dalle viscere di una donna morta.
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno d'ogni moderno
a cercare i fratelli che non sono più”.
In questi versi c'è la più consapevole e disperata dichiarazione di poetica di Pasolini: il suo sentirsi estraneo a un presente sempre più omologato e a un futuro le cui premesse descrivono come un deserto culturale.

Pier Paolo Pasolini. Fotogrammi di pittura. Ediz. illustrata - Stefano  Roffi - Mauro Carrera - Libro - Silvana - Arte | IBS

Sguardi lontani

Ci stanno guardando! Chissà che idea si son fatti di noi e del nostro tempo?


Potrebbe essere un contenuto artistico raffigurante 17 persone

sabato 6 novembre 2021

Un santuario mariano legato al culto di Era

Museo di Hera alla Foce del Sele – Parco Paestum e Velia

A ridosso del Monte Calpazio sorge l’imponente Santuario della Madonna del Granato. Costruito nel XII secolo, è ancora oggi meta di numerosi pellegrini provenienti da tutto il Cilento. La facciata dell’antica Cattedrale richiama una fisionomia di architettura rurale. All’interno, troviamo il pulpito di gusto cosmatesco, sotto cui è stato recuperato un affresco tardo gotico raffigurante S.Biagio in paramenti sacri. Sull’altare Maggiore vi è la statua raffigurante la Madonna del melograno. Il limite tra sacro e profano è sottilissimo, proprio come il sapore del melograno. In Campania, e precisamente nella colonia greca di Poseidonia, veniva venerata una Hera detta Argiva, seduta sul trono con una melagrana stretta in mano. Per onorarla, i suoi fedeli rappresentavano la melagrana sugli ex-voto doni votivi e le offrivano il frutto fresco per ringraziarla ed entrare così nelle sue grazie. Interessante è qui il collegamento tra questa particolare rappresentazione e il Santuario della Madonna del Granato, perche la tradizione popolare attuale mantiene vivo il legame con il paganesimo del VI sec. a. C.: non tutti sono a conoscenza dell’usanza particolare, ancora presente, seppur in misura minore, di portare i frutti del melograno alla Madonna in segno di riconoscimento e ringraziamento...
Andate a visitare queste chiese perché meritano attenzione...

Santuario della Madonna del Granato

venerdì 5 novembre 2021

Due misteriosi menhir

 Potrebbe essere un'immagine raffigurante albero e natura‎I misteriosi menhir babuini e babouine, Francia‎

‎Babouin e Babouine (maschio e femmina di babbuino), sono due bizzarri menhir o pietre erette a Trédion, nel Morbihan, in Francia. ‎
Babouin si trova ad est della sua compagna.. ed è stato rielaborato ad un certo punto per avere un fronte piatto con un albero arrotondato nella parte inferiore. La parte superiore reca un volto umano circolare che guarda a sud. Si pensa che questo menhir possa simboleggiare un fallo.‎
Il secondo menhir, Babouine, si trova a ovest del suo compagno Questa pietra è stata rielaborata e incisa anche in un periodo sconosciuto del passato. Ha un volto che è stato quasi cancellato dal tempo, un qualche tipo di collana e uno stomaco sporgente, che può rappresentare una donna incinta. Si pensa che Babouine potrebbe essere un simbolo della fertilità femminile.‎Si ritiene che le pietre risaccano al Neolitico e siano state rimodellate forse nel periodo gallico.‎...



giovedì 4 novembre 2021

Testimonianze sciamaniche in Italia

L'Uomo Cervo: l'irruzione del paradigma sciamanico nelle "Indie di quaggiù".
Tre anni di ricerche sul campo nelle Mainarde molisane, due edizioni del rito (2019/2020), decine di interviste e centinaia di saggi distillati per cercare di spiegare da dove viene e chi è la maschera teriomorfa del Carnevale di Castelnuovo al Volturno. Un percorso difficile come difficile è l'obiettivo che si propone: cercare di cogliere corrispondenze ataviche e profonde in un arco cronologico lunghissimo nello spazio euroasiatico e oltre. Un anno e mezzo di scrittura e labor limae che finalmente vede la fine.
In foto: in seguito alla morte e alla rinascita magica dell'Uomo Cervo, a fine rito i partecipanti alla pantomima toccano le corna della maschera a scopo propiziatorio e per la prosperità del nuovo ciclo (edizione 2020, foto personale)!

Potrebbe essere un'immagine in bianco e nero raffigurante 1 persona, in piedi, attività all'aperto e folla

mercoledì 3 novembre 2021

Ritorna di moda l'Impero d'Oriente

 Lo splendore dell'oro, dei mosaico, dell'indefinibile potere del femminile

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e in piedi