Aveva con sé oggetti simbolo e sostanze terapeutiche

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VERONA - L' 'Uomo del ghiaccio', vissuto 5300 anni fa e trovato mummificato nel 1991 sul monte Similaun, in Val Senales (Trentino Alto Adige), fu oggetto di sepoltura rituale: riposava vicino ad uno sperone di roccia di forma triangolare e aveva con sé oggetti simbolo e sostanze terapeutiche che potrebbero costituire il suo corredo funebre. L'ipotesi, avanzata fin dal 2000 dall'archeologo Renato Fasolo di Verona, il quale ne rivela solo ora i dettagli, è sorretta dal contesto del ritrovamento, dalla disposizione e dalla funzione degli oggetti rinvenuti attorno. Più in alto rispetto al corpo, spiega Fasolo, sono stati trovati un arco, un'ascia, una gerla e una stuoia, ''collocati su massi presso uno sperone roccioso sopra il quale si estende una piattaforma triangolare che richiama la forma di un pugnale''. La piattaforma rocciosa sovrastante la conca nella quale giaceva il corpo si presenta quindi come ''un possibile luogo di culto, che caratterizzerà successivamente l'Eta' del Rame, tanto che alcuni santuari riferibili a questo periodo, che hanno sempre restituito sepolture, presentano nella loro forma in pietra la lama triangolare del pugnale di Remedello (Brescia)''.




In questi anni, l'esperto Renato Fasolo ha introdotto alla conoscenza della mummia, comunemente soprannominata Öetzi, i visitatori del Museo di Bolzano. Su incarico della Provincia di Bolzano, è stato lui a ricostruirne la figura e i reperti, a verificarne la funzionalità in collaborazione con l'Ufficio beni archeologici e a protocollare le relative relazioni con riferimenti alla sepoltura rituale, sostenuta in diversi convegni specialistici. All'Uomo del Ghiaccio, spiega ancora l'esperto, sono riferibili due contenitori in corteccia di betulla che, pur scompaginati dai primi interventi di recupero della mummia, ''potrebbero rappresentare - prosegue - l'uno un recipiente contenente una provvista di frammenti e polvere di carbone, l' altro l'involucro per conservare al meglio il contenuto durante i trasferimenti verso le alte quote''. Nella sepoltura sono stati identificati carboni di varie essenze, dall'alnus viridis alla picea al pino silvestre, dall'ulmus alla salix reticolata, più aghi di ginepro e abete rosso: un kit di sostanze che avevano forse proprietà terapeutiche'. Il carbone da legno assorbe gli agenti tossici e ne favorisce l'evacuazione: poteva servire a scongiurare gli effetti dell'arsenico le cui tracce sono state trovate sui capelli del defunto, il quale lo assumeva forse per mantenere la propria forza fisica come d'uso presso alcune popolazioni antiche della bassa Austria. ''L'uomo del Similaun risultava affetto da diverse infermità - rileva Fasolo - probabilmente necessitava di cure particolari, indirettamente confermate dalla presenza di due funghi con proprietà antibiotiche ed emostatiche che portava con sé. Tatuato con una cinquantina di segni - 14 gruppi di linee parallele e due croci - Ötzi aveva con sé anche un ago in osso che sarebbe servito ad incidere la pelle e immettervi carbone per colorarla.

Del corredo fanno parte poi una faretra con 12 asticciole di viburno, due frecce, un pugnaletto in selce, un grattatoio, un perforatore e una piccola lama della stessa materia, un arco di legno, un ritoccatore per la selce, quattro punte e un punteruolo di corno di cervo. ''La presenza di mezzi che avessero distinto e sostenuto il suo procedere nell'esistenza - sottolinea Renato Fasolo, per il quale tra le cause del decesso sarebbero da escludere la morte violenta e l'assideramento - potrebbe significare una riconsegna post mortem, nel luogo prescelto per la deposizione di un grande vecchio e del corredo o viatico per il suo viaggio oltre la vita''.


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Antonella Barina – ANSA, 11 settembre 2010

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