Ci sono molti veleni nella composizione delle terre e delle pietre che fornivano i colori ai pittori: se per l’ocra e la Terra di Siena la colorazione è dovuta quasi soltanto ai composti del ferro (i vari colori della ruggine), che è maneggiabile senza troppi problemi, il discorso cambia quando si passa ai colori più belli e brillanti. Fa impressione per esempio leggere cosa c’è dietro il colore giallo: solfuro di cadmio, cromati di piombo. I sali di Cromo, Cadmio e Piombo sono tra i più tossici per il nostro organismo. Il discorso non cambia, o anzi peggiora, con il rosso: solfuro mercurico (cinabro), solfuro di cadmio, e ancora ossido di ferro, che però non fornisce colori brillanti. Fa eccezione la cocciniglia, di origine animale. Nemmeno per il verde, che si può ottenere anche miscelando blu e giallo, possiamo stare tranquilli: ossido di rame e ossido di cromo.
L’ossido di rame lo si può osservare anche in casa, negli oggetti di bronzo (lega di rame e stagno) o sui tetti delle chiese antiche: proprio quel verde lì, anche se magari nei minerali è combinato con qualcos’altro. L’ossido di ferro, cioè la ruggine, può avere differenti colori a seconda dell’umidità e dell’invecchiamento della ruggine: si va dal rosso ruggine più classico fino al marrone. In presenza di umidità, invece dell’ossido di ferro si forma idrossido di ferro, che ha una tonalità leggermente diversa; ma i composti del ferro possono essere molteplici.
Il rosso dei mattoni è dovuto alla cottura: l’argilla con cui sono formati contiene ossido di ferro idrato (tendente al giallo-ocra), che con la cottura diventa ossido di ferro anidro (senz’acqua) cioè il tipico color rosso mattone.
La sanguigna, una matita molto usata dai pittori del Rinascimento, è sempre un minerale di ferro. Il nome di questo minerale (o roccia) parla chiaro: ematite. La stessa etimologia dell’emoglobina (il ferro nel sangue, che dà il colore rosso) ma anche delle matite nere, che in quegli anni si chiamavano “carboncino”. La matita come la intendiamo oggi verrà messa in commercio solo alla fine del ‘700.
Infine il color d’oro, molto usato nell’arte sacra e nelle icone russe: che è proprio la foglia d’oro, sottilissima, usata anche dai rilegatori per le dorature delle copertine dei libri. Ma queste sono cose che sanno tutti, le darei per scontate.
Un po’ meno scontati sono i colori del vetro: non sono coloranti, ma colori minerali (cioè pietre, rocce) dispersi nella pasta fusa del vetro. E’ per questo motivo che il vetro non può essere decolorato: la decolorazione che si fa sui tessuti, con la candeggina o con l’idrosolfito, va a distruggere o modificare la molecola del colorante; il vetro invece è pietra liquida (silicato) che contiene altra pietra macinata e mescolata. Il risultato non è modificabile, non con i mezzi a nostra disposizione (sarebbe un’operazione costosissima).
I colori delle pellicole fotografiche sono più o meno gli stessi che usavano i pittori, dispersi nelle apposite emulsioni; ma il discorso qui diventerebbe molto complesso.
Oggi comunque i colori e i coloranti sono quasi tutti sintetici, a meno che non si abbiano richieste particolari da parte del pittori prevalgono i colori prodotti dall’industria chimica, dispersi in resine acriliche.
Quando si comperano i colori per le stampanti, oltre al giallo troviamo indicazioni come ciano e magenta, ormai termini internazionali. Ciano è un turchese, cioè un blu corretto col giallo; magenta è un rosso che – se non ricordo male – prende il nome dalla sanguinosa battaglia di Magenta (1859, vicino a Milano, in pieno Risorgimento).
da
www.wikipedia.it :
Il magenta è un colore che non fa parte dello spettro ottico: cioè la sua tonalità non può essere generata con luce di una singola lunghezza d'onda. Un colore magenta può essere ottenuto mischiando quantità uguali di luce rossa e blu. Pertanto il magenta è il colore complementare del verde: il pigmento magenta assorbe la luce verde. Con il giallo e il ciano, costituisce i tre colori sottrattivi primari.Il ciano è uno dei colori dello spettro che l'uomo riesce a vedere, la lunghezza d'onda è intorno a 480 nanometri. Insieme al giallo ed al magenta è un colore primario sottrattivo. La stessa tonalità può essere generata miscelando uguali quantità di luce verde e blu. Il ciano è il colore complementare del rosso: il pigmento di colore ciano assorbe la luce rossa. Il ciano viene a volte denominato turchese e spesso non viene distinto dall'azzurro. Inoltre, nei testi sulla fotografia, fino agli anni settanta il ciano è stato solitamente chiamato blu-verde. (...)
Per concludere questa serie iniziata dai colori dei pastelli (e dei pittori) porto qui sotto queste due immagini che ho trovato su internet, al sito
http://mudwerks.tumblr.com . Non so da dove vengano di preciso, però consiglio di fare attenzione perché è un piccolo gioco: non sono gessetti, sono i colori di alcuni minerali o composti chimici, e anche delle radiazioni emesse da alcuni elementi quando vengono riscaldati (eccitati). Ne ho già accennato in un post dedicato al
saggio alla fiamma, e l’argomento è la spettrometria; per parlarne a dovere bisognerebbe andare fino alla struttura dell’atomo, alla fisica quantistica, a Max Planck, ad Albert Einstein... Insomma, un discorso molto complesso: ma l’origine dei colori è lì, la spiegazione è negli elettroni e nei salti quantici. E qui devo fare una confessione: anch’io ne so poco o niente, quello che so mi basta appena per non perdermi appena entrato. Però è sempre bello sapere come è fatto il mondo che ci circonda, sia nelle piccole cose che in quelle grandi.
nelle immagini: un ritratto a sanguigna di Annibale Carracci, un disegno di Rembrandt, due ritagli da un vecchi libri o giornali, e le due foto di cui parlo qui sopra.