martedì 11 febbraio 2025

Ecco chi ha distrutto il tempio e gran parte dei monumenti sopra l'acropoli di Atene



 Il 26 settembre 1687 verso le sette di sera, Atene viene scossa da un botto immane: è saltato per aria il Partenone. Un colpo dei mortai della batteria tedesca del Conte di Königsmark, al servizio del comandante veneto Francesco Morosini, cade sul tetto del tempio.

L'arte di riprodurre la carne


 

Uno dei tesori artistici più apprezzati di Taiwan è l'amata "pietra a forma di carne", un piccolo pezzo di diaspro lavorato con cura da un artigiano cinese del XIX secolo per enfatizzare la sua sorprendente somiglianza visiva con un pezzo di pancetta di maiale arrosto.

Parte della volta del Museo del Palazzo Nazionale di Taipei.

Tomba di Luciano Buonaparte a Canino nella Collegiata

 La Cappella Gentilizia di Luciano Bonaparte, fratello dell'imperatore transitorio.


 Quando Alexandrine de Blechamp decise di dedicare un tributo alla memoria di Luciano, la famiglia Bonaparte disponeva già di una cappella gentilizia, situata sulla navata di sinistra della Collegiata e che conteneva le spoglie mortali del principe di Canino

Patti Lateranensi

 Il Fascismo è caduto da più di 80 anni ma i Patti Lateranensi sono entrati nella costituzione e ratificati dal governo Craxi e Berlusconi, l'ipocrisia di un popolo........


domenica 9 febbraio 2025

Magia rossa



"Il sesso è, direttamente o indirettamente, l'arma più potente nell'arsenale del Mago; e proprio perché non c'è una guida morale, è indescrivibilmente pericoloso. Ho dato moltissimi suggerimenti, specialmente in "Magick" e "The Book of Thoth". -alcune delle carte sono quasi palesemente rivelatrici; quindi sono stato picchiato piuttosto severamente sulle nocche per aver dato ai bambini fiammiferi per giocattoli. La mia scusa è stata che hanno già i fiammiferi, che le mie spiegazioni sono state dirette ad aggiungere precauzioni consapevoli a le garanzie automatiche esistenti”.
-Aleister Crowley, Magia senza lacrime

Ecate Chiaramonti



Ecate Chiaramonti, di proprietà del Museo Chiaramonti, Città del Vaticano. Epoca romana.
Ecate è stata una Dea di molteplici pantheon, dalla sua adozione nel Pantheon greco al suo ruolo centrale nella mitologia caldea. I Romani la chiamavano Trivia. Nel corso dei secoli in cui è stata onorata, ha assorbito una vasta gamma di altre Dee.
Per gli antichi greci, la maggior parte delle prove la pone come una guardiana dei confini. Proteggeva la casa da influenze nefaste, e perciò era chiamata Averter. Entro il V secolo a.C., aveva acquisito tratti associati al parto e alla stregoneria. Anche nel mondo antico, gli dei non erano statici.
Ecate si frappone tra i Greci e il mondo esterno, tra la famiglia e coloro che vorrebbero farle del male. . In un certo senso si può comprendere la necessità di un guardiano di confine come riflesso della xenofobia estrema dei non-Elleni che ha plasmato le poleis greche. Ma Ecate non è rimasta la Dea guardiana minore che sembra essere stata nel Cultus greco. È cresciuta e il suo ruolo ha continuato a racchiudere l'idea dell'"Altro" in una moltitudine di modi, ma non poteva più essere intesa solo come una guardiana. È giunta a proteggere tutti i momenti di incertezza, che ancora oggi sembrano fin troppo comuni. Nascita, Morte, Aldilà, Viaggi, Profezia, Magia... tutto questo richiede una certa liminalità. E così Ecate ha la sua misura di tutti loro.
Ecate non rientra esattamente in un pantheon, né si adatta facilmente alla categoria degli Dei Stregoni. È sempre stata e rimane More. È una Titanessa che colma i confini, che sta nel divario tra questo mondo e l'altro, che accompagna coloro di noi che non si adattano così bene.

martedì 4 febbraio 2025

Il sacrificio di Marco Curzio


 


Il Lacus Curtius era un pozzo o una sorta di piscina sita nel Foro, dove probabilmente si trovava un antico stagno circondato da un'area paludosa.

Tito Livio, nel suo celebre "Ab Urbe Condita", ci tramanda una delle leggende più affascinanti dell'antica Roma: quella del Lacus Curtius. Secondo lo storico latino, nel cuore del Foro Romano si aprì un giorno un abisso imponente, una voragine che minacciava di inghiottire la città intera. Gli aruspici, consultati dal senato spinto dal terrore del popolo, profetizzarono che solo sacrificando ciò che di più prezioso possedeva Roma si sarebbe potuta colmare la voragine e salvare la città.
Tra le tante offerte gettate nel baratro, fu un giovane patrizio di nome Marco Curzio a comprendere il vero significato dell'oracolo. Capì che il più grande tesoro di Roma non erano le ricchezze materiali, ma il coraggio e la virtù dei suoi cittadini. Con un gesto di eroico sacrificio, Curzio, completamente armato e a cavallo, si gettò nel burrone, convinto che il suo atto avrebbe placato gli dei e salvato la città.
La terra si richiuse sul giovane cavaliere, e la voragine scomparve. La leggenda del Lacus Curtius divenne così un simbolo di abnegazione e amore per la patria, tramandata di generazione in generazione. L'episodio, pur radicato nella mitologia romana.
Livio, nel narrare questa leggenda, intendeva sottolineare l'importanza della virtù e del sacrificio per la grandezza di Roma. Il Lacus Curtius divenne locus religiosus, termine che designava uno spazio tutelato da un'interdizione, ma non consacrato, o, secondo un'altra versione, consacrato agli Dei Inferi.