venerdì 26 luglio 2024

Sembra una scultura degli anni venti

 Questa sorta di fermacarte, realizzato in ematite scolpito a forma di cavalletta, sembra piuttosto moderno ma è stato realizzato a mano tra il 1800-1700 a.C., nell'antica Babilonia (nell'attuale Iraq).




giovedì 25 luglio 2024

Il nilometro

Un antico dispositivo usato per misurare il livello delle acque del fiume Nilo.

Queste misurazioni erano cruciali nell'Antico Egitto, poiché il livello del Nilo determinava la fertilità dei terreni agricoli e quindi il raccolto annuale.
Un nilometro poteva consistere in una colonna graduata, una scala di pietra o un pozzo collegato al fiume.
I sacerdoti e i funzionari stavano analizzando queste misure per prevedere le inondazioni e pianificare la distribuzione delle risorse.
I nilometri più conosciuti si trovano sull'isola di Roda, nel tempio di Kom Ombo e ad Elefantina

Mitreo del Circo Massimo (apertura straordinaria)

Tauroctonia del Circo Massimo, fine del III secolo, Roma. Nell'iscrizione superiore si legge: DEI SOLI INVICTO MITHRAE TI(TUS) CL (AUDIO) HERMES OB VOTUM DEI TYPUM D (ONUM) D (EDIT).

"I Persiani, durante la cerimonia di iniziazione al mistero della discesa delle anime e del loro ritorno, chiamano grotta il luogo dove avviene l'iniziazione. Secondo Eubolo, Zoroastro si trovava sulle montagne vicine alla Persia, consacrate in onore di Mitra, creatore e padre di tutte le cose, una tana naturale irrigata da sorgenti e ricoperta di fiori e foglie. Quella tana rappresentava la forma del mondo creato da Mitra e le cose in essa trovate, disposte a intervalli regolari, simboleggiavano gli elementi e i climi cosmici dopo Zoroastro , si mantenne l'usanza di celebrare cerimonie di iniziazione in tane e grotte naturali o artificiali (...) La tana non era considerata simbolo solo del mondo sensibile, ma anche di tutte le forze occulte della natura, poiché le tane lo sono oscuro e l'essenza di queste forze è misteriosa."


Porfido , De antro Nympharum
Il tema centrale del Mitraismo è la scena della tauroctonia, la morte del toro, in cui il giovane dio, in atteggiamento eroico, conficca il pugnale nel collo dell'animale, che ha già piegato le zampe, tenendolo per i fori nasali. Questo lo costringe ad alzare la testa, ma solo la testa, perché con la gamba sinistra piegata sulla schiena del toro gli impedisce di alzarsi. Il sacrificio del toro è una potenzialità di vita, l'abbondante sangue che sgorga dal collo viene leccato da un cane, mentre si trasforma in spighe di grano ; La coda del toro è stata trasformata anche in un orecchio, immagine inconfondibile della natura fecondante del sacrificio.
In questa versione vediamo anche chiaramente la coda del toro trasformarsi in una spiga di grano. Lo scorpione gli pizzica i testicoli, mentre il serpente e il cane leccano il suo sangue. Una stella appare sopra il berretto frigio di Mitra e altre quattro a destra. In alto a sinistra, Helios con un corvo, a destra la luna. In basso a sinistra, Mitra che trascina il toro catturato, al suo fianco Cautes con la fiaccola alzata, all'altra estremità il suo gemello Cautopates con la fiaccola abbassata.

Il miracolo dell'olio

Il primo Imperatore romano: Augusto, da istituzione laica trasfigurata seguiva per il suo insediamento una liturgia che sarà ripresa dalla provvidenza cristiana, parlo dell'unzione, che passerà ai Merovingi, ai Carolingi e ai re di Francia, segno che diverrà essenziale nell'investitura al trono.

Il Papa di Roma fece propria  questa "tradizione" dell'olio sacro per attrarre nell'orbita della chiesa romana i deboli e rozzi capi militari barbari presenti nei territori occidentali dopo il collasso imperiale. 

Salvezza e la pesatura del cuore nella psicostasia egizia

 L'immagine sotto, Amiens: la pesatura delle anime nel grande portale



Il concetto della pesatura rappresentata nei portali delle cattedrali, deriva dalla teologia egizia e in special modo nel momento della psicostasia o la pesatura del cuore dove l'anima sara salvata e trasmigrerà verso Sirio

 


 

Al di là

 Sono al di là della Destra e della Sinistra, così come sono al di là del bene e del male… Sono un uomo dedito alla vita, non alle formule.



mercoledì 24 luglio 2024

I due angeli psicagoghi: Hypnos e Thanatos, il Sonno e la Morte. I due gemelli, angeli che hanno il compito di accompagnare l'Anima

Hypnos e Thanatos (Sonno e Morte), i due gemelli ritratti con le ali, si ritrovano nella tradizione greca nella funzione di Spiriti psicagoghi, cioè di Angeli che hanno il compito di accompagnare l’anima all’ultimo destino , in questo caso il cadavere di Sarpedonte, ucciso da Patroclo, quali lo portarono in Licia dove ricevette gli onori funebri, come era stato stabilito dagli dei. Ermes il psicopompo coordiana



ATTIS

Mito narra che una notte Zeus sognò di unirsi sessualmente con la madre terra Cibele - (antica divinità anatolica, dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici. Assumeva duplice valore poiché rappresentava sia la forza creatrice, che quella distruttrice della natura e veniva sovente accomunata a Rea) - e che da quel suo amplesso, il seme che ne fuoriuscì, si riversò sulla terra e colpì una pietra e dall’unione di quella pietra col seme del dio degli dei, nacque l’androgino Agdistis. A causa della sua doppia natura, maschile e femminile, egli non era ben visto dalle altre divinità dell’Olimpo che lo consideravano pericoloso. Divinità dell’Olimpo che per renderlo innocuo, non esitarono a recidergli il membro virile ed a lasciargli solamente i genitali femminili. Nel luogo in cui l’abominio era stato compiuto, dal sangue fuoriuscito da quell’evirazione, nacque un albero di mandorlo oppure, secondo altre fonti, di melograno.



Quando l’albero crebbe attirò l’interesse di Sangaride, che era la figlia del dio fluviale Sangario, la quale soleva sedersi sotto le sue fronde. Un giorno, mentre si trovava sdraiata sotto quei rami, una mandorla le cadde in seno, secondo altre versioni in grembo e così rimase incinta. Da quella sua gravidanza nacque Attis che, crescendo, divenne un ragazzo di indubbio fascino, talmente tanto bello che tutte si innamoravano perdutamente di lui e tra queste vi era anche Agdistis, ormai divenuta a tutti gli effetti donna, ma dal cui seme del membro evirato era nato il mandorlo grazie al quale era stato concepito il fanciullo.
Il giovane Attis però si innamorò della figlia del re Mida e con lei convolò a nozze ma il giorno del matrimonio, ecco apparire tra gli invitati Agdistis che, adirata per essere stata respinta e preda di una folle gelosia, fece impazzire tutti i presenti, tra cui anche Attis che si evirò sotto un pino. Cibele - che nutriva anch’ella dei sentimenti per il bel giovine - ebbe pietà di lui e lo prese con sé, facendo di lui il cocchiere del suo sacro carro.


Secondo altre versioni del Mito Attis era conteso sia da Agdistis che da Cibele e mentre la prima lo fece impazzire, tanto da spingerlo al suicidio, la seconda ne seppellì il corpo ed in quel luogo dove egli giaceva, dal suo sangue nacquero delle viole e non soltanto il suo corpo non si decompose mai, ma i suoi bei capelli, non smisero mai di crescere.
Secondo quanto narrato nella mitologia greca e anatolica, Agdistis era un monte sacro che si trovava a Pessinus, città della Frigia in prossimità del fiume Sangario e tale monte veniva raffigurato come un demone di nome Agdistis e secondo quanto narratoci da Pausania, Attis venne seppellito proprio sotto le pendici del monte Agdistis.
Attis con indosso il berretto frigio, II secolo dopo Cristo, Museo del Louvre, Parigi , Francia.
Attis, Thymiaterion di terracotta da Tarso, I o II secolo avanti Cristo, Museo del Louvre, Parigi, Francia.
Monumento funeraio con bassorilievo raffigurante Attis, I secolo dopo Cristo, Musei Civici, Pavia, Lombardia, Italia.

Caino di José Saramago

 Il romanzo è incentrato sulla fuga di Caino,il personaggio biblico cacciato da Dio poiché assassino del fratello Abele . Dalla penna di Josè Saramago ne esce un ritratto nuovo e inedito che tanto ha fatto discutere le gerarchie ecclesiastiche. Dopo il Vangelo secondo Gesù, nella sua opera, lo scrittore portoghese narra la nota vicenda di Caino, condannato da Dio a vagare ramingo e senza meta in terre ignote.... qui interviene il genio creativo e prende le redini per impostare la storia del personaggio, che rivive in prima persona tutti gli episodi più salienti della Genesi.



Egli si trova davanti la scena di Abramo e del sacrificio di suo figlio Isacco; assiste poi alla distruzione di Sodoma e Gomorra e della Torre di Babele e, infine, in conclusione dell’opera, all’ episodio di Noè e del diluvio universale.
Tutte queste storie però, vengono sempre rivisitate e reinterpretate: Caino rappresenta il dubbio, la razionalità umana, in breve tutte le domande che, forse, ci siamo posti dopo aver letto, ascoltato o sentito parlare nella Bibbia.
Di particolare rilievo è il dialogo finale tra il protagonista e Dio: egli pone perplessità sul concetto di giustizia divina...
Caino chiede al Signore sulle ragioni per cui avrebbe ucciso tutti gli abitanti di Sodomia, compresi i bambini innocenti, ponendo dubbi su quale sia il concetto stesso di giustizia.
Altro esempio è la narrazione che descrive l’incontro tra il protagonista e la regina Lilith, divinità numerica e, secondo la Cabala ebraica, prima compagna di Adamo, precedente e perfetta antitesi di sua madre Eva.. la prima passionale, seducente e ammaliante, la seconda ingenua, timida e remissiva col marito Adamo.
Nonostante le feroci critiche dell’ortodossia cattolica, Caino va letto , è una facile e fluida lettura lascito testamentario di Saramago ricco di spunti di riflessione e autoanalisi.

martedì 23 luglio 2024

Madonne Nere


"Il colore nero, in questo contesto, è altamente simbolico. È la Prima Materia, l'ingrediente base che permette all'Alchimista la realizzazione della Grande Opera, la realizzazione della Pietra Filosofale, nella prima e cruciale fase detta, appunto, "nigredo". Non a caso, rivela l'adepto Fulcanelli nel suo "Mistero delle Cattedrali", le parole "materia" e "madre" hanno la stessa radice, "mater", che sancisce il connubio tra la Grande Madre, la Madre di Dio e la Prima Materia dell'Opera. È, altresì, la "morte spirituale" dei filosofi e dei grandi mistici, la "morte in sé" che precede la rinascita, il ritorno alla luce, l'unione spirituale con il principio divino, tutti concetti che in un modo o nell'altro, sotto forma di allegorie o di dottrine segrete, hanno da sempre caratterizzato il sapere dell'uomo.


Ritroviamo queste tematiche, opportunamente celate e velate da immagini simboliche, nelle leggende locali che solitamente accompagnano il culto di una Madonna Nera e che ne tramandano il ritrovamento miracoloso. Protagonisti della scoperta, che avviene sempre in circostanze eccezionali, sono umili personaggi, pastori o contadini. Il ritrovamento è spesso legato ad un elemento di forte valenza tellurica, come una grotta o una sorgente d'acqua. Non a caso, infatti, nelle immediate vicinanze del luogo di ritrovamento si trovano sorgenti dalle proprietà miracolose o "pietre della fertilità".... "

Divinazioni e giochi

 Sono in pochi a sapere che i dadi sono tra le prime forme di divinazione mai esistita al mondo. Pur essendo di origine asiatica si sono distribuiti in tutti i popoli, da prima erano fatti di ossa o di cuoio e si chiamavano 'astragali'. Tutti i popoli li hanno usati e per tutti avevano il potere di predire il futuro o per lo meno di guidare l'uomo verso una via sicura. Con i dadi si poteva comunicare con gli dei e addirittura parlare con i defunti. Il loro potere veniva dai numeri che vi erano contenuti nelle loro facce, I quali, a loro volta erano considerati da tutti i popoli della terra , delle energie superiori capaci di influenzare l'uomo, di prevedere gli eventi, per molti popoli i dadi erano addirittura proprieta' delle divinità' stesse. Quindi i dadi, in quanto contenitore dei sacri numeri, erano considerati al pari degli dei..... qualcuno che veniva dal mondo esoterico e divinatorio volle estrarre tutta l'essenza divina dei dadi, dargli vita nel domino.



lunedì 22 luglio 2024

Il mistero della vita

Questo oggetto, conservato al British Museum, è il più antico reperto conosciuto che raffigura un rapporto sessuale. Fu scoperto in una grotta vicino a Betlemme nel 1933 e si pensa che fosse utilizzato nei riti della fertilità dai Natufiani, che vissero in Medio Oriente intorno al 10.000 a.C. La celebrazione perfetta del mistero della nascita della vita, di tutto ciò che è vivo e vitale, senza orpelli giustificativi di sorta, senza giudizi morali. Si intravede chiaramente l'androginia del divino, del principio stesso dell'esistenza. Quante inutili speculazioni intellettuali, travestite da mistero religioso, in seguito. Se P. W. Zapffe diceva che la coscienza è un incidente doveva avere le sue ragioni.



L'epitafio di Jean Cocteau

Je reste avec vous



UN CADUCEO-KERYKEION DI HERMES DA SEGESTA


Parte terminale in bronzo di un caduceo/kerykeion (bastone dell'araldo) – da Segesta, Sicilia, Italia - inizi V secolo a.C. – Dallas Museum of Art, Texas, Usa


Una coppia di serpenti intrecciati sormonta tipicamente il caduceo di Hermes, il messaggero degli dei. Le teste dei serpenti sono articolate con dettagli particolarmente fini.
Il kerykeion greco (caduceo latino) appare nell'arte del primo periodo arcaico il più delle volte come il personale di Hermes, messaggero degli dei e guida sia per i mortali che per gli immortali. A volte è tenuto da Iris, un altro messaggero degli dei (solitamente Era), o da Nike, che in questo contesto funge da araldo della vittoria. L'origine del kerykeion non è chiara, ma potrebbe avere origine nell'antico Vicino Oriente. Nella sua qualità di guida, Hermes era il protettore dei viaggiatori e dei mercanti, nonché il protettore dei ladri che li predavano. Su questo bastone, due serpenti in bilico araldicamente sono uniti in un cappio sorretto da un capitello ionico e da un abaco sottile. I serpenti hanno la barba nella tipica moda greca arcaica, e i loro occhi sono stati perforati per ricevere un intarsio (ora perduto) presumibilmente di un materiale diverso dal bronzo. Le scaglie dei serpenti e delle spirali sul capitello ionico sono state rese da un punzone in file parallele dalla base della testa all'inizio del cappio, che non è decorato. La parte inferiore del capitello ha un foro in cui è stata collocata una lunga asta. Il residuo di ferro ossidato alla base del cappio indica che l'asta potrebbe essere stata fatta di ferro. Gli esempi in bronzo del kerykeion sono spesso decorati con teste di serpente, e nelle rappresentazioni successive il bastone è talvolta raffigurato con serpenti avvolti su di esso. Questi possono essere fantasiosi derivati artistici di nastri, che occasionalmente adornano il kerykeion. Tuttavia, il serpente era considerato un comunicatore tra i vivi ei morti perché trascorre il tempo alla luce del sole e sottoterra. In questo contesto, i rettili fanno un ornamento appropriato al personale di Hermes, poiché nella sua qualità di Psychopompos (guida delle anime) ha scortato le ombre dei mortali morti dal mondo dei vivi al regno dell'Ade. Un certo numero di kerykeia in bronzo sono stati trovati in Magna Grecia, tuttavia questo esempio è riferito da Segesta, in Sicilia.

Monachesimo ed antico Egitto

E a sua volta da dove proviene il monachesimo? Dall'Egitto dai Padri del deserto che hanno attinto dai coopti eredi della teologia egizia.........


domenica 21 luglio 2024

Pieve di San Pietro a Groppina

 Il mio ricordo della interessantissima chiesa romanica di Gropina (Pieve di San Pietro,) foto del 1990 , cercata e trovata durante uno dei viaggi che dedicammo a particolari itinerari d'arte italiani suggeriti da Elémire Zolla! Qualche campanilista (oggi tanto di moda) mette in evidenza che è arte lombarda-longobarda e non romanica, ignorando o volendo ignorare che "romanico" non vuol dire romano ma romano-barbarico, linguaggio architettonico che comprende tra le più belle chiese del nostro Medio Evo. Questa è davvero molto primitiva ma ricca di simbologia strepitosa tra cui sirene bifide e pure una sorta di Braphometto, come potrete vedere tra le immagini. Allego anche una scheda di wikipedia.



sabato 20 luglio 2024

L'Artemision

 Il tempio di Artemide o Artemísion era un tempio ionico che sorgeva a Efeso in Asia Minore ed era considerato una delle sette meraviglie del mondo antico. L'edificio sacro sorse a partire dalla seconda metà dell'VIII o del secondo quarto del VII secolo a.C., quando venne eretto un periptero con cella in pietra. Questo primo tempio venne ricostruito verso la fine del VII secolo a.C. di dimensioni maggiori, ma in forma di una cella priva di tetto e non più circondata da un colonnato. Nel 580-560 a.C. venne costruita una grande struttura in asse con il tempio, interpretato in origine come un secondo tempio ("Hekatompedos") e più recentemente come un altare monumentale.


Il tempio venne distrutto il 21 luglio 356 da un certo Erostrato, che motivò il suo folle gesto con la volontà di essere ricordato nei secoli. Si racconta che l'Artemision bruciò la stessa notte in cui la regina Olimpiade di Macedonia partorì suo figlio Alessandro e che la dea Artemide fosse troppo occupata ad assistere alla nascita del futuro conquistatore per salvare il proprio tempio dal fuoco. Al di là delle leggende è certo che lo stesso Alessandro Magno quando nel 334 a.C. si trovò a passare da Efeso nel corso della sua campagna in Asia propose agli abitanti di finanziarne la ricostruzione. Tuttavia gli efesini rifiutarono.
La ricostruzione, finanziata dalle donazioni dei cittadini, fu completata nella prima metà del III secolo a.C. secondo gli Atti degli Apostoli nei primi decenni del I secolo d.C. San Paolo visitò la città di Efeso durante uno dei suoi numerosi viaggi missionari entrando in polemica con i mercanti che vendevano statuette di Artemide.
Con la progressiva diffusione della nuova fede cristiana il tempio cadde in rovina e i suoi marmi furono reimpiegati per la costruzione della chiesa di San Giovanni a Efeso e della basilica di Santa Sofia a Costantinopoli.

venerdì 19 luglio 2024

Jappelli progettista di giardini romantico-esoterici progetto anche la parte egizia del caffè Pedrocchi a Padova

https://www.youtube.com/watch?v=lxS9ryy8wCk





Mosaico apotropaico del "gobbo priapico fortunato"

– dalla Casa del Malocchio, Antakya - II secolo d.C. - Hatay Arkeoloji Müzesi, Antakya, Turchia


Il mosaico del "Gobbo fortunato" della Casa del Malocchio è simile al mosaico del Malocchio; raffigura un nano itifallico e l'iscrizione greca KAI CY ("E tu"). La magia e le maledizioni erano una preoccupazione significativa nella società tardo romana. Il mosaico riflette la vulnerabilità avvertita dagli abitanti intorno a porte e passaggi, dove le disgrazie dell'occhio invidioso potrebbero essere portate da estranei.

PRIAPO


Statua in marmo di Priapo – 159x53x32 cm - Periodo imperiale romano, 170/240 d.C. - Museum of Fine Arts, Boston, Usa


Queste statue di Priapo itifallico, scudo contro il male, spesso furono collocate nei giardini romani per garantire la buona crescita e fertilità delle piante e proteggere le colture.

Terra magica non a caso scelta dal mago rosso: Aleister Crowley per fondare la sua abazzia, Cefalú

Situato ai piedi della Rocca, un promontorio roccioso a 270 metri sopra Cefalú, l'antica Kefaloidon greca nella sua aria di tranquillo villaggio costiero. 


Probabilmente già abitata nella preistoria, Cefalú appare alla fine del V secolo a.C., fondata dai Greci, la città fu successivamente occupata dai Romani , che la ribattezzarono Cephaloedium, dagli Arabi e dai Normanni . Nell'857 Cefalù cadde in mano ai musulmani prima di essere liberata nel 1063 dai Normanni guidati da Ruggero d'Altavilla, alleati del Papato . Nell'ambito del periodo normanno, la città costruì numerosi monumenti come la famosa cattedrale, costruita a partire dal 1131 per ordine del primo re normanno di Sicilia, Ruggero II, figlio minore di Ruggero d'Altavilla.À de de de 1194, fa parte dell'Impero Romano degli Hohenstaufen.

Festa romana misteriosa

I Lucaria, che si celebravano il 19 e il 21 luglio, in due giorni non consecutivi, sono una delle feste romane più misteriose ed antiche. Il nome sembra derivare da lucus, che significa “bosco”. Forse si trattava di una festa dedicata alle divinità boschive, ma poteva avere anche lo scopo di ingraziarsi gli spiriti dei boschi che venivano abbattuti per far posto a nuovi campi coltivabili o all’espansione della città arcaica. Infatti, i Romani percepivano ovunque la presenza delle divinità, chiamate genericamente numina. 


Tra i luoghi preferiti da queste divinità vi erano appunto i luci, i boschi fitti e impenetrabili. Queste divinità, di cui si ignorava spesso non solo il nome ma anche il sesso, andavano allontanate o placate quando, nei tempi più antichi, si doveva procedere al disboscamento della zona. Anche in questo senso, i Lucaria si possono considerare una festa legata ai boschi.....Successivamente, i Romani collegarono i Lucaria a un bosco in particolare, situato a nord di Roma, tra la via Salaria e il Tevere, dove i Romani sopravvissuti si rifugiarono dopo la sconfitta inflitta loro dai Galli di Brenno il 18 luglio del 390 a.C. presso il fiume Allia, che fu il preludio del disastroso saccheggio dei giorni successivi. Con i Lucaria si ricordava la protezione che il bosco aveva dato ai fuggitivi, consentendo loro di sopravvivere e di riorganizzarsi in attesa del ritorno in città.

l'artiglio veloce come un fulmine

Un Chac Mool in pietra sulla grande piattaforma del Templo Mayor (Tenochtitlan).
Questa figura sdraiata regge una ciotola di pietra, probabilmente per ricevere offerte di sangue umano e cuori da sacrifici rituali. Potrebbe aver ricevuto anche offerte di pulque ,una bevanda rituale, tamales, tabacco, tacchini, piume e incenso.
Il chacmool è una caratteristica architettonica che precede gli Aztechi, ed era associata al dio della pioggia della cultura, in questo caso Tlaloc. Questa metà del Templo Mayor era dedicata a lui, e l'altra metà a Huitzilopochtli.
Spiegazione del termine Chac Mool: "Il nome Chac Mool viene attribuito arbitrariamente dall'archeologo dilettante Augustus Le Plongeon, che portò alla luce una delle statue a Chichén Itzá nel 1875. Le Plongeon chiamò la statua Chaacmol, traducendolo dal Maya yucateco come l'artiglio veloce come un fulmine."

Il Dio Giano dei celti

là fuori...
L'acropoli di Roquepertuse è un antico centro religioso dei Celti. Si trova vicino alla città di Velaux, a nord di Marsiglia e ad ovest di Aix-en-Provence, nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, una regione nel sud-est della Francia. A Roquepertuse non esisteva alcun edificio per ospitare i fedeli ed era adibito a santuario dove risiedevano stabilmente solo i sacerdoti e le loro famiglie. Fu distrutta dai Romani nel 124 a.C. e scoperto casualmente nel 1860. La maggior parte degli scavi furono effettuati nel 1923 da Henri de Gérin-Ricard...Ufficialmente i reperti sono stati datati al III secolo a.C. C. Questa età è stata stabilita in base all'espansione celtica nella zona, avvenuta in quel periodo. Tuttavia, l'abbigliamento e le forme delle statue rinvenute nel sito suggeriscono il VI o il V secolo a.C. Queste statue si distinguono per la loro posizione seduta unica, con le gambe incrociate allo stesso modo delle tradizionali statue di Buddha. Sia questi che lo stesso santuario in pietra denotano l'influenza dell'arte greca della vicina Masalia , colonia ellenica, poiché sia ​​le case che i templi celtici erano fatti di legno e non hanno lasciato quasi traccia.


Si compone di una piattaforma di 50 x 22 metri pavimentata con pietre piatte comprendente una coppia di lapidi riutilizzate, divisa al centro da una scala realizzata con grandi blocchi di pietra. I muri a sinistra e a destra della scalinata formano un terrazzo, probabilmente uno dei tanti che originariamente appartenevano al complesso.
Sulla piattaforma c'era un portale, cornice o portico con pilastri, in pietra calcarea. Questi pilastri hanno cavità con maschere di pietra e autentici teschi umani incastonati. L'architrave ha quattro teste di cavallo scolpite e ulteriori decorazioni dipinte. Nella parte superiore dell'architrave si trova una statua in pietra calcarea di un uccello un tempo ritenuto un'oca ma ora ritenuto probabilmente un uccello da preda, una scultura a doppia testa in pietra calcarea e due statue sedute con gambe incrociate in stile Buddha
Le prime interpretazioni archeologiche lo vedevano come un santuario isolato. Successivi ritrovamenti, provenienti da diversi studi multidisciplinari, suggeriscono che si trattasse in realtà di un agglomerato di circa 0,5 ettari con un santuario a nord, oltre ad un bastione di protezione.
Il sito è importante perché fornisce prove del culto celtico della "testa" descritto nei resoconti greci e romani.
Il sito è vicino a un altro santuario celto-romano a Entremont, che mostrava decorazioni simili di statue di teste umane ed equine, nonché nicchie per inserire teschi nei pilastri.

giovedì 18 luglio 2024

Uroboros e Farfalla

 Un esempio spettacolare, trovato per caso facendo un giro al cimitero austro-ungarico di Verona, del fascino della simbologia nell'arte cimiteriale. In questo caso, su questa tomba, l'unione armonica di due simboli: la farfalla/falena, col significato della metamorfosi dell'anima umana, che, da bruco strisciante sulla Terra, con la morte si trasforma ed ascende al Cielo, e un uroboro, serpente che si morde la coda, formando un cerchio perfetto, simbolo della ciclicità del tempo e dell'eternità.



Se vi incuriosiscono la simbologia e l'iconologia cimiteriale, trovate un articolo che ho scritto anni fa a questi link:
https://allombradeicrisantemidipietra.jimdo.com/.../mini.../
https://www.facebook.com/share/p/5B3ZjM4o6xGh81Wt/

Sembra abbia un tenerezza ed una sensibilità unica

Questi sono gli acquerelli che dipingeva Hitler quando tentava di entrare senza successo in accademia, poi si è incazzato e si è dato alla politica



mercoledì 17 luglio 2024

Il mezzo-giorno delle tentazioni

Nel Fedro di Platone, si avvia verso mezzogiorno, definito «l'ora […] che si dice immota»: in questo periodo di tempo il sole si arresterebbe a metà del suo corso e renderebbe infuocati il cielo e la terra; le cicale cantano e inducono torpore mentale, gli uomini abbandonano i luoghi aperti e si rifugiano al coperto, nelle grotte o nelle case per riposarsi. In quel momento escono Pan, le Ninfe ed altre divinità, che possono invasare e possedere gli incauti che escono.
Nel dialogo platonico Socrate così si esprime: «in questo luogo sento una presenza divina, così che non ti devi sorprendere se procedendo nel discorso io ne sarò posseduto» e descrive quindi uno stato allucinatorio: «Sento il petto tutto gonfio, non ti sembra [...] che io sia tutto preso da un'ispirazione divina ?»


Pitture di 6000 anni fa

 Pittura rupestre con rappresentazione degli Dei del Tempo. Datata circa 6000 a.C. Monte Latmos, Turchia odierna.



Fin dalla preistoria il Latmos era una delle montagne sacre dell'Anatolia. Sulla sua cima venivano adorati l'antico dio anatolico della pioggia e del tempo insieme a una divinità locale della montagna. Il dio del tempo preistorico fu poi sostituito dalla divinità ittita Tarhunt e poi dal dio Zeus della Grecia classica. La divinità locale della montagna sopravvisse nella mitologia greca come Endimione, il giovane pastore e cacciatore, amante della dea lunare Selene. Il Latmos rimase una montagna sacra fino alla fine del Medioevo. A quel tempo era chiamato "Latros". I monaci cacciati dal Sinai e dalla penisola arabica (oggi Yemen) cercarono rifugio qui nel VII secolo d.C.
L'affascinante paesaggio roccioso dei monti Latmos e i monumenti archeologici di questa regione sono minacciati di distruzione a causa della continua espansione delle cave di pietra in questa zona.

Caput-Oli

 Un misto di storia e leggenda è racchiuso nelle vicende legate alla rupe Tarpea e alle oche del Campidoglio.

Pur essendo il più basso e il meno esteso dei sette colli di Roma, il Campidoglio è forse quello più legato agli avvenimenti storici della città, in quanto fulcro fin dall’antichità delle attività politiche e religiose di Roma.


La leggenda narra che ai tempi della fondazione di Roma il colle fu conquistato dai Sabini grazie al tradimento della romana Tarpea, la quale avrebbe aperto le porte di accesso della città in cambio degli anelli e dei bracciali d’oro posseduti dai nemici. Tarpea non ebbe comunque fortuna, e fu a sua volta tradita dagli stessi Sabini che, una volta entrati, la sommersero con i loro scudi uccidendola. Questa la leggenda, ma molto probabilmente Tarpea altro non era che una divinità tutelare della collina più antica del Campidoglio, Mons Tarpeium, su cui sembra sorgesse la statua della divinità, posta come un trofeo sopra una catasta di armi. Per tutta l’antichità il Mons Tarpeium fu tristemente utilizzato come burrone da cui venivano precipitati tutti coloro che erano accusati di tradimento: da qui il nome di rupe Tarpea.
Ma l’episodio più celebre che riguarda il Campidoglio è senz’altro legato all’invasione del 18 luglio del 390 a.C., giorno in cui i Romani furono sconfitti dai Galli presso il fiume Allia. L’avanzata nemica proseguì nei tre giorni successivi, quando i Galli raggiunsero Roma e la saccheggiarono, ad eccezione del Campidoglio che si salvò dal sacco e resistette per qualche mese. La leggenda vuole che l’attacco notturno dei Galli fu sventato grazie allo starnazzare delle oche capitoline tenute nel recinto sacro del tempio di Giunone: il Campidoglio fu quindi salvato dalle sue oche! In ricordo dell’episodio venne eretto nel 353-344 a.C. il tempio di Giunone Moneta (moneta o “ammonitrice”). Presso il tempio di Giunone ebbe sede la prima zecca (officina moneta dal nome del tempio, da cui deriva il termine odierno di “moneta”).

martedì 16 luglio 2024

Erano tutti parenti..........

 Santa Maria Sàlome, moglie di Zebedeo, secondo la tradizione era cugina della Vergine Maria, e madre dei due apostoli di Gesù: Giacomo il Maggiore e Giovanni l’evangelista. Dopo la crocifissione ella cercò di raggiungere Roma in compagnia di san Pietro per poter rivedere il figlio Giovanni, ma morì, oramai stanca ed anziana, a Veroli, nel Lazio, dove venne sepolta nella nuda roccia. La tomba originale è ancora visibile nei sotterranei della basilica a lei dedicata, ma i suoi resti sono stati traslati sotto l’altare maggiore.



L'essenzialità e preghiera

 Le chiese medievali hanno strutture semplici e forme essenziali. Non sprecano materiali e fanno dello spazio un organismo puro. Era certamente la preghiera sentita lo stimolo giusto per la bellezza e il rigore che ne accompagnavano la creazione.