sabato 30 luglio 2022

Perdersi in questo mare

Tuffarsi nel mare dell'oblio e della rinascita, questo è il destino dell'uomo

Uno dei grandi politici della storia, di una onestà incrollabile

Francesco Lamendola è uno degli scrittori più coinvolgenti che seguo da molto tempo, finalmente si fa luce su questo politico che anteponeva la nuova religione alla vecchia classe alto clericale, una delle cause che hanno portato la Francia sull'orlo del disastro.........

https://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/Robespierre_politico_e_mistico.pdf?fbclid=IwAR3vAhzDvOKhVYSoAR6Vl72A2fC8Is1A3jPjtnBKN4aqKf-esWl6cQNbYRc218 anni fa: il 28 luglio 1794 Maximilien Robespierre e Louis Antoine de  Saint-Just vengono ghigliottinati | AnticaFrontieraBlog

E tutto gira attorno a Dio

Come i pianeti, così l'anima si lebra dal corpo girando, il valzer è la conseguenza di questa danza, ritrovare Dio girando, dato che tutto gira nell'atomo come nei sistemi stellari


LA ILAHA ILLA ALLAH - Sufi Dance

venerdì 29 luglio 2022

La porta del giudizio

 Secondo la leggenda, Cristo fu ucciso per volere del grande sacerdote Caifa ed il motivo era:  perché il giorno delle Palme Gesù entrò in Gerusalemme dalla porta del messia con grande partecipazione del popolo. Chiamata anche Porta della Misericordia,  porta d'Oro,  porta d'Oriente o porta de giudizio finale, quella che vediamo oggi è un rifacimento relativamente recente, e sia cristiani che ebrei la vogliono riaprire per motivi esattamente contrari (fu chiusa dai bizantini prima e dagli islamici poi), le varie religioni che convivono in Gerusalemme non hanno mai chiarito questo problematiche, forse perché si aprirebbero scenari e discussioni che danno discredito a tutte le teologie e religioni che apparentemente cercano di dare una immagine di precarietà controllata. Aspettiamo che la aprano sarà il segno.

Jerusalem Goldenes Tor um 1900.jpg

mercoledì 27 luglio 2022

I luoghi della trascendenza

Grotta di Seiano
La grotta di Seiano è una galleria costruita in epoca romana e lunga quasi 800 metri, che congiunge Bagnoli con il vallone della Gaiola e porta alla villa del Il percorso attraverso la grotta è molto suggestivo, l’aria è fresca e la luce tenue.
Ci sono anche diverse aperture che funzionano come prese d’aria.
Appena si esce ci si trova davanti un breve percorso che conduce a un panorama meraviglioso a picco sul mare del golfo d . i Napoli.Non stupisce che il ricco romano Pollione abbia scelto di far costruire proprio qui la sua villa nel primo secolo A: C...Questa fu in seguito ceduta ad Augusto e da lì tutto il complesso venne ulteriormente ampliato.
Durante il grande conflitto la grotta fu impiegata come rifugio antiaereo per i cittadini di Bagnoli, per poi essere di nuovo abbandonata e in parte dimenticata dagli anni ’50 in poi.
Soltanto dopo lavori di restauro e di messa in sicurezza, la grotta è tornata alla vita ed è attualmente visitabile, ancora oggi traforo verso il blu del mare di Napoli, quel mare che affascinò e attrasse a sé i più grandi uomini politici della Roma antica...

Potrebbe essere un'immagine raffigurante corridoio e attività all'aperto

martedì 26 luglio 2022

Per la serie: siamo tutti sciamani

Con l'occasione il Papa non poteva farsi insegnare la danza della pioggia e praticarla con i tridui tradizionale così da rinforzare l'efficacia di queste pratiche scismatiche.Il mea culpa del Papa agli indigeni del Canada: "Chiedo perdono per il male commesso. La Chiesa fu complice della distruzione culturale" - Il Fatto Quotidiano

A cosa servivano 99 macchine di lusso ad Osho quindi?

Arancione: Sfatiamo il mito delle 99 rolls royce di Osho
La risposta la diede lui stesso in uno dei suoi discorsi:


"“Gli americani non mi hanno perdonato le 99 Rolls Royce; in una società materialista in cui tutto è basato sul denaro, non potevano tollerare che io avessi 99 Rolls Royce. Se fossi stato povero mi avrebbero lasciato fare, non avrei dato alcun fastidio.
Io per questo infatti mi facevo regalare una Rolls Royce per ogni ricco che veniva nella comunità.
Che ci faccio con 99 Rolls Royce?
Non ho neanche il tempo di guidarle tutte!
Sono una sfida, un simbolo. Sono una delle cose più inutili ma sono anche il simbolo della ricchezza. Volevo dimostrare che si può essere ricchi e spirituali e che non c’è contraddizione tra le due cose.
E volevo anche mettere un filtro agli idioti; chi si fosse fermato, nel leggere il mio messaggio, alle 99 Rolls Royce, non avrebbe capito neanche il resto, e quindi era una sorta di filtro preventivo che mettevo per le persone incapaci di andare oltre l’apparenza”.
Osho

lunedì 25 luglio 2022

Le anime dell'aldilà

Napoli poggia sui morti, esiste da sempre un dialogo con l'aldilà, i morti che aiutano i vivi, un patto che nasce anche attraverso il sottosuolo caricato dal fuoco vulcanico che cova da sempre da Cuma a Neapolis

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Napoli - Sotteranei della chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. Via Tribunali 39, Napoli. (photo Tidelar, Napoli, 1987)
La foto mostra al centro il venerato teschio di "Lucia", morta in un naufragio insieme al suo sposo, a questa figura vengono chieste intercessioni nonché offerti fiori e foto dei familiari come ex voto. Dal 1969 il culto delle ossa è stato vietato dal cardinale di Napoli Corrado Ursi, che ha bollato questa pratica come pagana e superstiziosa. Ma il culto è continuato in una forma semiclandestina.

giovedì 21 luglio 2022

Il gioco sottile dell'oracolo

Gli antichi non avevano un codice, avevano oracoli. E gli oracoli erano portatori di ambiguità e turbamento.
L'oracolo lasciava i fedeli perplessi, assillati dal mistero, letteralmente "mistificati". L'oracolo non dava mai un responso chiaro su nulla. I greci non avevano preti, depositari di una formula univoca di verità.

R. "Che cosa vuoi?" "Voglio morire". Ricordi la famosa risposta della Sibilla, narrata in Petronio?

H. Si. E' citata da Eliot in esergo alla "Terra desolata"

(J. Hillman, S. Ronchey. "L'ultima immagine" , pag. 36)



Siwa (oasi) - Wikipedia  Oasi di Sia legato all'oracolo di Giove Ammone

lunedì 18 luglio 2022

La crisi di identità e il ripristino degli antichi riti di passaggio legati sopratutto all'adolescenza

 L'ho trovato su Facebook e lo trovo interessante era nella pagina di Emilia Anzi

Ho um amico psicologo col quale è un autentico piacere conversare, soprattutto perchè non fa pesare la sua cultura nè tenta l'indrottrinamento. Di recente abbiamo parlato sulla crisi identitaria del Maschio Occidentale. Alberto, il mio amico psicologo, mi ha fatto notare come la difficoltà di identificarsi con un Gender definito sia comparsa più o meno quando sono scomparsi dalla Civiltà occidentale i riti di iniziazione e come la perdita , da parte della Comunità, del senso del Maschile sia dovuta alla mancanza di una adeguata conoscenza sessuale. Ciò è più marcato per i Maschi che per le Femmine. Le ragazze hanno conservato un loro momento di iniziazione, che si realizza al momento della comparsa della prima mestruazione, momento che, per necessità, esse condividono con la madre. Ma i maschietti, pur vedendo apparire la prima polluzione, non sono altrettanto fortunati, perchè se la madre se ne accorge, di sicuro non ne parla direttamente al figlio e, se ne parla al consorte, egli difficilmente si aprirà col figlio per spiegargli di che cosa si tratta. Così tutta la conoscenza sessuale, per il giovane maschio, si risolve in qualche confidenza con gli amici, i quali si trovano nelle medesime incertezze e tutta la meccanica sessuale viene appresa con qualche masturbazione solitaria, magari vissuta in mezzo a sensi di colpa. Ben altra cosa era quando il Fallo era il centro di riti e di adorazione, era esaltato e riconosciuto come Forza Creatrice, cioè quando essere un maschio contava molto. E qui spezzo una lancia per le religioni politeiste: esse si sono sempre dimostrate benevole nei confronti di culti fallici e di sessualità sacra. Poi sono arrivati i monoteisti e hanno rovinato tutto: il Fallo di dio è irriproducibile, nei dipinti e nelle statue. Idem per il dio abramitico e per quello maomettano non parliamone proprio! Possiamo aggiungere questo difetto ai già molti che affliggono i monoteismi. Nelle foto: statue del dio egizio MIN, dio della fertilità


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Antenne verso il cielo

Menhir, betili, pilotoni, pietre conficcate nella terra che comunicano con il cielo e sposano le energie cosmiche con quelle telluriche 




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sabato 16 luglio 2022

LA FABBRICA D'ARMI DI IULIA CONCORDIA E I MISTERIOSI SIRIANI

Mentre Aquileia lentamente andava morendo, non tanto nei suoi commerci quanto nelle sue attività artigianali, Concordia divenne, oltre che un'importante centro militare, la sede di una fabbrica di armi e questa fabbrica d'armi visse e fiorí dal IV al VII secolo aC. Essa serví agli ultimi imperatori romani nel loro formidabile ma inutile sforzo di resistenza alle invasioni barbariche, attirando tecnici e dirigenti anche da paesi lontani e altrettanto fece per i Bizantini.
Nel sepolcreto scoperto sulla sinistra del Lemene è stata documentata in Concordia la presenza di 22 reparti militari con un numero cospicuo di iscrizioni a cui se ne aggiungono 13 cristiane in lingua greca di orientali provenienti dalla Siria.
Le epigrafi però non sono solo di militari e nemmeno tutte di cristiani: si tratta infatti di un cimitero misto di cristiani che si raccomandano alla chiesa e al clero di Concordia, ma anche di altri dove non vi è alcun accenno religioso. 
Ritornando alla fabbrica d'armi concordiense ricordiamo che fu Diocleziano il primo ad istituirla e che assunse un aspetto stabile attraverso Teodosio e Giustiniano; la scelta di Concordia è senza dubbio dovuta all'importanza della sua posizione e anche alla possibilità di rifornirsi del ferro dal Norico cui era collegata da strade dirette.
Gli operai che vi lavoravano erano detti "fabricenses" ed erano alle dipendenze di un "magister officiorum" che era un civile. Probabilmente quella di Concordia, essendo una delle fabbriche più note, è durata anche più a lungo, forse sin dopo la caduta di Oderzo in mano longobarda.
Le iscrizioni rinvenute nel suddetto sepolcreto si riferiscono ad individui di provenienza occidentale, quasi sempre germanica (le truppe a difesa dell'Impero erano negli ultimi tempi esclusivamente di origine barbarica) e portano l'indicazione del loro ufficio ( 6 di servizio civile ma ben 37 di reparti militari e 6 appartenenti alla Fabbrica Sagittaria ). Le sepolture degli originari dalla Siria mancano di iscrizioni relative alle loro professioni. Sembra fossero civili addetti a lavori non meglio precisati, forse attratti da possibilità di commercio. Erano infatti siriani la maggior parte dei commercianti che si stabilivano presso gli stanziamenti militari ma non sappiamo di preciso a quale commercio si dedicassero. Alcuni venivano dalla regione dell'Apamea, altri dall'Epifania, uno dall'Antiocheno e avevano in comune il gentilizio degli Aureli. Oggi, a causa degli scavi condotti malamente nel 1882, non è più possibile dire se essi costituissero o no un gruppo a sé stante del sepolcreto.

Lib. tratto da "Da Aquileia a Venezia" autori vari
In foto (della Soprintendenza Archeologica del Veneto) Un sarcofago dalla necropoli occidentale di Concordia Sagittaria


CONCORDIA SAGITTARIA (Ve). Sarcofago dalla necropoli occidentale. -  Archeocarta del Friuli Venezia Giulia

venerdì 15 luglio 2022

Hermes la roccia

"In Grecia il dio Hermes fu inizialmente un lume litico: la sua potenza si "incarnava" nelle orme, cippi posti ai margini delle strade e piu tardi raffiguranti il dio al cui nome debbono la propria denominazione. Questa origine litica si ritrova anche in area indo-iranica: il Dio Mitra si diceva ex petra natus, la luce solare si era fissata nella pietra. Ma il mito più eloquente è forse quello di Kronos, che timoroso della profezia di un ordine nuovo, ingoiò i suoi figli: gli andò male solo con Zeus, il suo erede, in cui vece trangugiò una pietra! Kronos non si accorse del fatale errore e questo vuol dire che fra pietra e dio doveva esserci una precisa affinità essenziale, tale comunque da confondere le idee a Kronos.
Anche l'uomo, come il dio, è simboleggiato nella pietra. Basti pensare al mito greco del diluvio universale. Deucalione e Pirra, i due sopravvissuti, approdano sul Parnaso. Qui consultano l'oracolo di Themis (la "Giustizia") che li consiglia di prendere le "ossa della Grande Madre" e di gettarle alle proprie spalle senza voltarsi e col viso coperto. Le ossa della Madre, che poi è la Terra, sono le pietre: Deucalione e Pirra seguono con scrupolo le indicazioni oracolari. Ciascuna delle pietre si trasforma in uomo (in donna i sassi di Pirra) e così è assicurata la continuità del genere umano perito nel diluvio. Il mito, tra i più belli della letteratura greca, giustifica - confrontato con quello di Kronos - la parentela tra l'umano e il divino: sia gli uomini sia gli dei sono pietre, in ultima analisi. Il tema ricorre e riappare anche nel Nuovo Testamento cristiano: Gesù ribattezza il pescatore Simone con il nuovo nome di Kephas, Pietro. Anche il Vangelo dunque, non smentisce l'antichissima mitologia litica, ma la conferma e la trasfigura nel quadro di una rinnovata spiritualità."
Architettura e Mito, AA.VV.
Betili (Beith-El "Casa di Dio") a Pranu Muttedu (Sardegna)
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La versatilità del corpo umano

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Da sempre terra contesa

Il 29 aprile 1918, un colpo di Stato supportato dagli austro-tedeschi rovesciò i vertici della Repubblica Popolare Ucraina e proclamò Skoropad'skyj etmano (comandante in capo delle truppe con d'unione politica) dell'Ucraina. Lo stesso giorno del golpe il generale ucraino fu crismato dal vescovo Nicodemo nella cattedrale di Santa Sofia di Kiev come etmano dell'Ucraina.
Il cuore del sacro Romano Impero è e resta il vecchio continente.
Non fatevi intortare da qualche decennio di propaganda.

1RD 197 F1918 10 e testimoni Skoropadsky parade 1918 Skoropadsky Pavlo  generale russo Hetman dell'Ucraina durante il tedesco oc cu Foto stock -  Alamy

giovedì 14 luglio 2022

Il santuario delle tenebre

La porta degli dei inferi presso il lago d'Averno, ingresso all'Oltretomba, regno di Plutone.
Strabone riferisce che gli stranieri venivano in questo luogo per interrogare l'oracolo dei morti, situato sotto terra (nekromanteion).
Da qui Enea scese negli Inferi per interrogare l'ombra del padre Anchise:
"V'era, immenso, un antro
irto di scogli, cupo, circondato
da fiero lago e tenebre di boschi".
(Virgilio, Eneide, VI). 
Parliamo della grotta di Cocceio, una lunga galleria romana scavata in età augustea per collegare il porto di Cuma al lago d'Averno, abbastanza ampia da poter transitare un carro. Il luogo affascina siamo nella terra dove nelle profondità è attivo il fuoco vulcanico
Nessuna descrizione della foto disponibile.

martedì 12 luglio 2022

Prima che Kandinsky, Malevich e Mondrian "inventassero" la pittura astratta

LA DONNA CHE HA DIPINTO PER IL FUTURO

Hilma af Klint (26.10.1862 - 21.10.1944) - Biografia del pittore, opere  famose, mostre | Arthive
Nell'estate del 1986 un contadino svedese recuperò la sua casa di campagna abbandonata dall'ultimo inquilino che la affittava. Nella cantina accanto all'abitazione ha trovato, coperte dalla polvere degli anni, delle enormi scatole di legno. Quando le ha aperte è rimasto sconcertato. C'erano 1200 quadri, alcuni molto grandi, con figure geometriche di colori intensi. Chiamò un vicino che si presumeva più colto o informato, ma non capiva nemmeno quello che avevano appena scoperto. Hanno supposto che i dipinti formassero una scenografia enorme, una cosa da scenografia o che, in linea, si trattasse di una merce clandestina. Il vicino ha pensato di chiamare al telefono un amico che lavorava in un museo e questo gli ha chiesto se i quadri avessero una firma. "Sì - disse il vicino - all'angolo dice Hilma Klint". Sono arrivati alcuni funzionari e intenditori dell'arte e hanno portato via le scatole. Alcune settimane dopo il Museo d'Arte di Stoccolma ha reso pubblica una scoperta insolita. Si trattava di più di mille dipinti, disegni e saggi teorici, un'opera totalmente astratta, con forme geometriche di colore puro e fattura precisa, firmati e datati negli ultimi anni del XIX secolo e i primi del XX secolo. L'insolito era nelle date: erano stati dipinti prima che Kandinsky, Malevich e Mondrian "inventassero" la pittura astratta. Hilma allora era una chiara precursore. Perché nessuno sapeva di lei? Perché i quadri erano nascosti?

Poster Pala d'altare, n. 2
Hilma af Klint è nata a Stoccolma nel 1862. Suo padre era un matematico e aveva un'ampia biblioteca in cui la piccola Hilma ha prescritto tutto ciò che riguarda la geometria e l'arte. A vent'anni entrò all'Accademia svedese delle Arti, una delle poche scuole che ammettevano le donne e faceva parte della prima generazione di pittrici europee che allestivano mostre e vivevano del loro lavoro. Dipingeva ritratti e paesaggi realistici che erano ben apprezzati dai suoi clienti. Diciamo che faceva un'opera dignitosa e ben fatta ma poco propositiva.
In quegli anni furono inventati i raggi X e scoprirono le onde elettromagnetiche, che potevano inviare informazioni attraverso l'aria e il vuoto. Questi eventi hanno fatto saltare la testa a Hilma, che è giunto alla conclusione che esistono mondi paralleli invisibili. Si è interessato a queste realtà alternative e a diversi piani di percezione. Poiché in quel periodo le scienze erano rivolte con lo spiritismo, o almeno i loro confini erano diffusi, Hilma andò a fare delle sessioni spiritiche. La incoraggiava anche la possibilità di comunicare con la più amata delle sue sorelle, già morta. Non riuscì a comunicare con sua sorella, ma formò un club con altre cinque donne; si incontravano ogni venerdì, convocavano spiriti e svolgevano sessioni di pittura e poesia automatica (cosa che i surreali hanno fatto anni dopo). Hilma iniziò a creare quadri rari con macchie casuali, fingendo di lasciarsi andare ad altre energie, poi andò a ordinare quel caos basandosi sulle strutture geometriche della natura, che conosceva bene fin da bambina. Gli è piaciuto. Gli è piaciuto così tanto che ha voluto dimenticare i suoi paesaggi e ritratti precedenti. Tuttavia temeva per la sua reputazione di "ritrattista serio" e la sua solvibilità economica. Ha preso una decisione sconcertante: condurre una doppia vita. Dedicava alcuni giorni a dipingere le sue commissioni e altri a chiudersi in una casa di campagna per scatenare una passione creativa che teneva in assoluto segreta. Due pittrici in una sola persona. Così se l'è portata via diversi anni e il giorno in cui ha redatto il suo testamento, ha messo come unico erede suo nipote Erick, a condizione che conservasse i suoi dipinti in scatole di legno, che potevano essere aperti solo vent'anni dopo la sua morte. Perché diavolo ha deciso questo? Forse considerava i suoi dipinti una visione molto intima e sincera, solo riguardo a se stessa; forse pensava che la sua opera fosse completamente fuori dalle regole accademiche e renderla pubblica avrebbe messo fine alla sua carriera di successo; o forse ha avuto l'ego e l'enorme arroganza da supporre che il mondo non era pronto a vedere la sua opera. Pure supposizioni. Hilma non ha spiegato nulla.

Hilma af Klint: Mystic Pioneer | #womensart ♀
Ma ecco a voi che la vita ha deciso un'altra cosa: il nipote ha lasciato questo mondo prima della data della rivelazione e i dipinti sono rimasti nascosti per molti anni più di quelli che Hilma desiderava, fino al 1986, quando il contadino svedese li ha trovati o nella sua cantina.
Negli anni Ottanta erano già totalmente assimilate le avanguardie dell'inizio del secolo; l'arte seguiva le sue strade, più diverse che mai. In mezzo a questo rumore mondiale, Hilma af Klint tornò dall'aldilà per prendere il suo posto come la vera madre di tutti gli avventurieri dell'astrazione.

lunedì 11 luglio 2022

Il ciclo base del metabolismo degli zuccheri


Riportiamo un brano del dott.  Angelo Angelini, importante studioso di tradizioni della tradizione spagyrico-alchemica, pubblicato negli anni ’80 sulla rivista Kemi Hathor, dal titolo originale di “Il Mandala chimico e alchimico“. Riteniamo questo articolo molto significativo nell’esplicare il significato sottile di un importante processo biochimico. Abbiamo anche voluto rendere omaggio a questo importante studioso, in realtà poco conosciuto, con lo scopo anche di mettere questo materiale a disposizione dei ricercatori sinceri di oggi e di non far andare disperso il lavoro di questo valido studioso.


 

Il significato alchemico del Ciclo di Krebs

“In questo Universo la prima pulsazione ha fatto emergere la materia, la seconda pulsazione ha prodotto una emersione più alta: l’energia, in cui la Sostanza esce dai suoi limiti angusti che l’attanagliano, per creare la terza pulsazione: lo psichismo. Così l’evoluzione viene incalzata dal basso dalla maturazione degli universi inferiori, avidi di espansione, attratta dalla luce che pio­ve dall’alto, avanzando come una marea immensa in tutte le co­se. Questa è la visione delle sfere della Sostanza, i cui individui non sostano ai vari livelli, ma si muovono lungo l’asse solsti­ziale in un intimo movimento che li trasforma. È la biblica visione della scala di Giacobbe. Attraverso dilatazioni e contrazioni, l’espansione evolutiva si muta da fisica in dinamica, e l’energia che ne scaturisce è l’in­timo respiro con cui l’universo vibra. La degradazione di alcune sostanze a spese di altre più comples­se e più mature, in queste esplosioni dinamiche, vanno verso uno stato di equilibrio e di coordinazione di forze. Se l’enzima è la fase di preparazione dell’energia che viene of­ferta alla cellula per la sua ulteriore edificazione, è attraverso questo amplesso e questa funzione che si avanza. In tal modo il principio si stabilizza, mentre la materia si rifà alle zone intermedie dell’asse solstiziale. Per mezzo degli enzimi si formano quei prodotti chimici minori i quali, ripiegandosi su se stessi, rinasceranno in altre dimensioni in un connubio stretto con altre forme per una ricostruzione di ulteriori equilibri. Agli enzimi possiamo associare le fermentazioni, denominazione impropria, che fu adottata quando si riteneva che essa fosse o­pera di microrogansimi viventi: i fermenti. Ci si accorse in segui­to che i microorganismi agivano per mezzo di sostanze che era­no contenuti in essi, che sono gli enzimi. Vi sono alcuni organismi che sono utilizzati come produttori di enzimi e che sotto determinate condizioni favorevoli, possono ri­prodursi facilmente. Tra questi tipi consideriamo in modo particolare quelli chiamati “fermenti solubili”, e che interessano prodotti che non fanno parte di un organismo complesso. Sono quegli agenti che operano trasformazioni alchimiche più o meno profonde, e che una volta venivano indicate come dis­similazioni. I processi di dissimilazione, ovvero di degradazione di processi complessi in più semplici, hanno la funzione princi­pale già vista in precedenza, di provvedere l’energia necessaria all’attività assimilatrice. A tale riguardo è significativo come l’adenosina trifosfato (ATP) interviene come scambiatore di energia nelle reazioni che generano e richiedono tale forma di espressione. Ho introdotto il vecchio concetto delle fermentazioni, anche se improprio dal punto di vista biologico moderno, al posto delle ossi-riduzioni che abbiamo analizzato in precedenza, perché questo termine ha seguito, nel suo lungo cammino, il processo di reintegrazione alchimica. I processi fermentativi avvengono in prevalenza sui carboidrati. Questi “fermenti solubili” esistono tanto nel regno vegetale che in quello animale. Nel glucosio, che è al centro della croce della vita, si può estrarre energia, ottenendo prodotti che sono sul ramo discendente della linea dei solstizi. La fermentazione del glucosio scende fino all’alcool etilico, prodotto molto importante anche da un punto di vista analogi­co, con la liberazione di anidride carbonica. Esiste anche una fermentazione etero-lattica, che oltre a produr­re acido lattico, produce notevoli quantità di anidride carbo­nica. Si conoscono tante altre fermentazioni che conducono ad altri acidi, come l’acetico, il butirrico, il tartarico, all’acetone ed altri. Come si nota, in questi processi, vi è una discesa lungo la linea della Vita, verso le Acque Madri, con l’ottenimento di prodotti più semplici e più vicini alla radice della Sostanza e parallela­mente vi è uno sviluppo di anidride carbonica CO2, quindi uno spostamento lungo la linea degli equinozi, verso il simbolo dell’Ariete. Quindi Ariete e Cancro vengono ad essere i due punti più in­teressati dal punto di vista energetico, e mentre l’Ariete è il segno di esaltazione del Sole, Cancro è il domicilio della Luna. Ci troviamo dinanzi ai due simboli planetari, Sole e Luna, ripor­tati a iosa nei testi alchimici, le cui nozze preludono ad uno sta­to energetico che porta ad una dimensione superiore rispetto a quella di partenza. E non è senza ragione che il termine fermentazione, come primo passo da compiersi nel cammino palingenetico, fu impiegato dalla più alta antichità egizia, ripreso poi dall’alchimismo me­dioevale. Come la fermentazione chimica porta ad ottenere prodotti sem­pre più semplici, così la fermentazione alchimica in tutto ana­loga a quella chimica, porta alla demolizione dei componenti psi­chici complessi, quali le abitudini, le costellazioni psichiche, in elementi semplici, più vicino alla sorgente primordiale e quindi più reattivi, ed in questo processo si ha sviluppo di energie psi­chica. Si demolisce in basso per ricostruire più in alto. Non si ha più una proiezione della coscienza verso l’esterno, ma una espansione verso la direzione opposta, verso l’interno, verso una percezione animica diretta. Per progredire si deve uscire dal piano che si è raggiunto per conquistare, con l’energia liberata, un punto fuori di esso per una nuova distinzione di qualità, di natura, non più di quanti­tà, di misura. Nel passaggio da una fase all’altra, la dimensione tempo tende a svanire, ed il pensiero dimora ancora nel tempo, nella misura in cui è ancora energia. Tanto più ci si svincola da essa, dalla ce­rebralità e razionalità analitica, tanto più si acquista nell’a­strattezza e nella sintesi. Nel nostro corpo la fisiologia ha messo in luce il ciclo di Krebs, il maggior produttore di energia e che risulta il punto di incon­tro del metabolismo microbico, in quanto nel ciclo non entrano solo i carboidrati, ma anche i grassi e le proteine. Il punto di incontro, in campo biologico, è l’acido piruvico CH3—CO—COOH che è al centro del ciclo e che si colloca, lungo il semiasse equinoziale, a circa un terzo dalle Acque Madri. Così esiste un corrispondente punto di incontro in campo psi­chico, da cui si dipartono le varie reazioni di demolizione e verso cui convergono, e che l’iniziato deve cercare. In tal senso il cerchio zodiacale soddisfa a tutte le esigenze sia­no esse materiali o psichiche, in quanto per la legge dell’analogia ciò che avviene su di un piano ha la sua corrispondenza su al­tri piani. La legge che governa è univoca, pertanto il termine fermentazione e l’analogo di putrefazione e calcinazione, ovve­ro produzione di CO2, eliminazione di materialità carboniosa, tramite l’azione solare dell’Ossigeno, possono applicarsi tanto alla materia quanto allo spirito. Nei processi di demolizione si formano prodotti semplici che appartengono sopratutto alla classe degli alcoli, degli acidi, ed in misura minore, alle aldeidi e ai chetoni. Tra i più importanti, anche per i riscontri analogici che hanno avuto in campo alchimico, ve ne sono in modo particolare due: l’acool etilico CH3—CH2—OH e 1′ acido tartarico: HOOC­CHOH—CHOH—COOH. L’alcool etilico si pone lungo il semiasse solstiziale tra le Acque e il centro della Croce, poco sotto la metà, mentre l’acido tar­tarico si pone a metà. Salendo dal basso, lungo il semiasse, in­contriamo per primo l’acido piruvico che si pone ad un terzo, poi l’alcool etilico ed infine l’acido tartarico, a metà del semi­asse. L’alcool etilico è il prodotto finale della fermentazione di molti prodotti tra i quali vi sono i materiali zuccherini, i materiali ami­dacei, e quelli cellulosici. La sua figurazione nel cerchio zodiacale, può essere rappresentata come da Fig. 1, quindi giace completamente sull’asse solsti­ziale mantenendosi neutrale rispetto all’asse equinoziale della materia.Per la sua origine fermentativa può nascere da qualsia­si frutto o radice per mezzo della fermentazione alcolica. L’ot­tenimento dell’alcool dall’uva e’ un esempio classico, come quel­lo dalle carrube, da tutti i frutti selvatici. Può avere origine da materiali amidacei, nei quali dapprima si ha la trasformazione in zuccheri per mezzo di una idrolisi aci­da e quindi in alcool. Tutti i cereali possono essere degradati in alcool, come pure il granoturco, le patate, la cellulosa ed altri. I materiali cellulosici sfociano in alcool, quindi tutti i legni del­le piante superiori possono trasformare la cellulosa in zuccheri fermentescibili. L’alcool e ‘ un individuo chimico di estrema stabilita:, non più degradabile, pungente, caustico, estremamente volatile, asettico tanto da essere usato come disinfettante, perfettamente miscibi­le con acqua e buon solvente per moltissime sostanze, specialmente organiche, infiammabilissimo. Con la fermentazione noi abbiamo reso volatile un composto fisso, quale lo zucchero, l’amido, la cellulosa e per contro abbiamo reso “fisso” una “forza vitale” condensandola in alcool, in questo liquido di fuoco, di cui non si può assolutamente abu­sarne, pena la distruzione fisica e psichica dell’individuo; Le caratteristiche fisiche dell’alcool sopra descritte sono analogi­camente eguali a quelle del Mercurio dei Filosofi, i cui tratti sono stati illustrati dal Cosmopolita nella sua ” Nuova Luce chi­mica”, al Capitolo III ove si dice che è un’umidità dell’aria mescolata con calore, governata dai raggi del Sole e della Luna, nel nostro mare filosofico. L’alcool è anche chiamato Spirito, nel duplice senso, fisico e psichico, è un liquido pungente, bruciante, intessuto di molto calore, che come il Mercurio dei Filosofi, deve essere estratto dalla miniera, ovvero da ogni materiale fermentescibile in campo biochimico, rimanendo sotto il governo che guida le fermenta­zioni, cioè sotto l’azione dell’ossi-riduzione, in cui i due poli so­no Ossigeno (Sole) e Idrogeno (Luna), ovvero Ariete e Cancro. Se la fermentazione chimica giunge alla sua quintessenza, che è rappresentata dall’alcool, a cui arriva attraverso processi di de­molizione successiva, la fermentazione alchimica, nei processi di rigenerazione dell’uomo, giunge alla quintessenza, rappresentata dal Mercurio Filosofico attraverso una progressiva degrada­zione delle costellazioni psichiche che rappresentano la nostra personalità. Questo processo vuol significare non l’annientamento, bensì’ il ritorno agli elementi primi; processo che fu sintetizzato nei Van­geli nella frase: dovete ritornare come bimbi. Come nei processi fermentativi viene sviluppata energia per far progredire i biochimismi della vita, nello stesso modo, nel pro­cesso psichico della fermentazione viene sviluppata una grande quantità di energia psichica capace di prendere nel suo turbine dinamico nuovi elementi universali, creando nuovi impulsi. Come dice il Cosmopolita: se la prima materia è duplice, la se­conda è il calore, ovvero un calore secco, che chiamano Solfo. Il Mercurio dei Filosofi nasce quindi dall’unione di questo Sol­fo che e’ maschio, ed il Mercurio che fa da femmina. Dalla con­giunzione di questi due, nascono i Mercuri Filosofici. Accanto alla dinamica degli elementi si affianca questa chimica imponderabile, fatta di spinte sottili ove si liberano forze costi­tutive e moltiplicatrici dell’edificio cinetico della personalità umana. Muta il peso specifico della Sostanza, ma rimane sem­pre eguale la Legge che governa i fenomeni ed il Mandala ne è un custode fedele. Il processo fermentativo richiama anche il modo operativo dell’alchimia verde ove, secondo Paracelso, vengono portate al­la luce quel che e’ occulto in natura. Una preparazione spagiri­ca non può considerarsi tale se non è accompagnata dal proces­so di fermentazione dei suoi zuccheri, dei suoi amidi, delle sue cellulose. I corpora, come dice Paracelso, devono essere rigenerati in una forma diversa, se devono essere messi al servizio dell’uomo. Pertanto si devono estrarre gli arcana, secondo come opera la Natura, poiché, secondo il Paragrano: la natura e l’uomo, assieme smembrati in salute e malattia, vogliono assimilarsi reciprocamente ed essere ricondotti l’una all’altra. L’acido tartarico è un altro individuo chimico che risulta co­me prodotto finale della fermentazione, in modo particolare di quella alcolica, per la produzione del vino. È il cremor tartaro che si forma in abbondanza sulle pareti del­le botti, poiché, non essendo solubile in alcool, precipita dalla massa di fermentazione depositandosi man mano che si produce alcool. Ciò che si libera non è l’acido puro, ma il suo sale di potassio e di magnesio, e talvolta anche di calcio. Proiettato sulla croce equinoziale, il cremor tartaro è una freccia che parte da Est, puntata sul centro della Croce, ma a differenza dell’alcool, riposa sull’asse equinoziale, senza prendere in considerazione l’asse ver­ticale dei solstizi. Quindi alcool ed acido tartarico sono tra di loro ortogonali, il primo adagiato sull’asse dello spirito, il secondo su quello della materia. La loro immiscibilita è la testimonianza, in cam­po chimico, della loro ortogonalità nella croce. Tra i due pro­dotti non vi è corrispondenza, se non quella che si osserva in pratica che il tartaro si rende visibile, ovvero precipita con la formazione di alcool. Più alcool si forma e più cremor tartaro cristallizza. Pur tuttavia non sono prodotti antagonsiti tra di loro, ma si è portati a pensare che l’acido tartarico, con la sua presenza fisi­ca, sia un prodotto, ovvero, il figlio che si rende manifesto per mezzo del Mercurio (alcool) e Solfo (calore-energia-volontà). In questo caso il cremor tartaro viene ad assumere il ruolo di Sale, ovvero del prodotto risultante dell’azione combinata di Mercurio e Solfo, formando in tal senso la classica terna alchimica, secondo la denominazione medioevale. Il processo della fermentazione, quindi, mette in luce la compo­sizione ternaria del cosmo, in quanto, con la produzione di al­cool (Mercurio), si ha sviluppo di calore e di energia (Solfo) e nello stesso tempo si forma cremor tartaro (Sale). In termini di rigenerazione psichica possiamo anche dire: con la demolizione della propria personalità si arriva al Mercurio Filo­sofico, il quale a sua volta, è accompagnato da un forte poten­ziamento della volontà. Volontà più Mercurio danno origine ad un nuovo precipitato che si colloca all’Oriente e quindi diviene il prodotto del tempo presente, che accompagna come supporto il binomio Mercurio-Solfo. In termini ancor più espliciti possiamo dire che a seguito del processo della fermentazione alchimica, sotto la proiezione del­la Volontà sullo Spirito si forma il Corpo di Gloria, il Kaegizio, nuovo substrato ove possono avere il loro punto di appoggio le azioni dei due principi superiori. Il cremor tartaro è stato uno dei composti chimici più investi­gato, più “lavorato” da parte dell’alchimismo antico e medioe­vale. Da un tartarus crudus, si passa ad un tartarus depuratus, ad un tartarus depuratus et calcinatus, per arrivare al tartarus vo­latilis. Nel Paragrano, Paracelso accenna a queste varietà, e nel­la prima variante del tartaro accenna alle sue qualità terapeuti­che contro il prurito e la scabbia, nella seconda variante all’a­pertura di un’occlusione, nella terza alla guarigione di ferite non rimarginate.  fin troppo trasparente come tutti questi processi trasmutati­vi portino al concetto analogico della Pietra Filosofale che ot­tenuta grezza, deve essere poi purificata e lavata in modo da trovarla, come dice il Cosmopolita “nella nuova casa di Saturno, che non è stata mai toccata”. Da ciò che dice Paracelso e dai malanni che essa guarisce, e’ il Sale ove Saturno vi regna sovrano. Dalle opere di Paracelso De tartaro e De morbis ex tartaro, le malattie curate da questo individuo chimico sono quelle della milza e della bile, ove am­bedue gli organi ubbidiscono alla segnatura saturnina. La figurazione geometrica dell’acido tartarico, sul Mandala, pone il prodotto prevalentemente nella zona oscura dello Zo­diaco, nella zone del fisso, ove regna il Sale che dà la Pietra che non è Pietra, ma che è chiamata Pietra per analogia, innan­zitutto perché la sua miniera è veritabilmente Pietra (silicati) e che all’inizio e’ stata estratta dalle viscere della terra. La nuova casa di Saturno, di cui parla il Cosmopolita, non e’ più il Capricorno, l’insieme degli atomi di Carbonio, sede del­la vita organica, bensì l’Acquario, segno di Aria e quindi di espansione in contrapposizione a Capricorno segno di Terra, costrittivo. È la figurazione del Saturno palingenetico, linea di demarca­zione tra il visibile e l’invisibile, ed in questo contesto conside­rato la Janua Coeli, Porta del Cielo, nella sua fase ascendente verso i mondi superiori. In campo spagirico, le manipolazioni dell’acido tartarico si sono prestate per il passato e si prestano tuttora per l’eliminazio­ne dei sali dal corpo, e per tutte le malattie che dipendono da Saturno. Da quanto esposto, si può trarre una considerazione generale sulla genesi e sulla natura di determinati prodotti chimici, ed in modo particolare sulla differenza tra gli alcoli e gli acidi, che come già sappiamo, risiedono ambedue nella zona calda dello Zodiaco. I due prodotti differiscono nel gruppo attivo, che per gli alcoli e’ il radicale OH e per i gruppi acidi è COOH. A parità di spina dorsale, ovvero ad egual numero di atomi di carbonio e di idrogeno (esclusi i gruppi attivi) gli acidi si pongo­no poco più in basso degli alcoli, ed il passaggio da alcoli ad aci­di comporta il trasferimento da un braccio della croce all’altro. In altre parole, gli alcoli giacciono sull’asse solstiziale, mentre gli acidi prendono in considerazione anche l’asse equinoziale con il loro gruppo attivo. Se gli alcoli giacciono sull’asse dello spirito, il verticale, gli acidi spingono la loro azione su ambedue gli assi, quello dello spirito e quello della materia. Figurativamente, se l’alcool etilico ha il disegno geometrico di 3a l’acido acetico, che deriva dall’alcool etilico, ha il disegno 3b. Questo vale per tutti gli alcoli e gli acidi. Nel caso particolare dell’alcool etilico, mentre in natura esiste solo come prodotto di demolizione nei processi fermentativi, l’acido acetico, oltre a formarsi in numerosi processi biochimici e microbiologici, si trova molto diffuso in natura nel regno ve­getale come acido libero, come estere, come sale di calcio e di potassio e quindi nella figurazione geometrica, e come metabolita nei fluidi biologici, nel sangue, nel fegato, nei reni, nei tessuti muscolari e negli escreti come il sudore. Gli alcoli rappresentano dei prodotti primi, mentre gli acidi si possono considerare dei derivati dagli alcoli fortemente attivi in quanto vengono a collocarsi nel primo quarto del Sole, tra Ariete e Cancro, nella zona più attiva dello Zodiaco. La loro appartenenza ad ambedue gli assi della croce, ne fa dei prodotti basilari per la costruzione di ulteriori architetture, te­nuto presente che negli acidi superiori, la loro saponificazione con il Sodio, estremo dell’asse equinoziale, li rende solubili in acqua e quindi idonei ad entrare in reazione. Se l’alcool è il punto di arrivo e serve a produrre energie, di qualunque tipo essa sia, l’acido diviene il punto di partenza per nuove riedificazioni, a patto che prima si sia raggiunto il prodot­to primo, ovvero che si sia estratto il Mercurio dalla miniera. Poiché, senza aver prima estratto questo metallo, non è possi­bile costruire la Pietra. In tal senso gli acidi divengono dei dissolventi e si inseriscono in modo prepotente nei ricambi. Un esempio lampante e’ dato dal’ l’acido citrico di formula: H2—COOH OH— p —COOH CH2—COOH prodotto molto importante in campo biochimico, per il ricam­bio vegetale ed animale, in quanto interessa molto da vicino il metabolismo dei grassi. Prodotto estremamente reattivo che si pone sull’asse solstiziale nella zona calda a circa un terzo dalle Acque Madri. Salendo lungo la spina zodiacale, al centro trovia­mo l’acido tartarico di cui abbiamo già discusso, e più sopra, ad un quarto dal centro della croce vi e’ un altro acido, molto importante, l’acido salicilico: COOH O OH la cui azione e’ antisettica, disinfettante, batteriostatica, per giungere ad un terzo da Capricorno all’acido gallico ed all’acido di formula: COOH C6-H2 H20 (CH2)2 e C14H1008(OH)3.C6H2.CO.C6H2(OH)2.COOH e con essi arriviamo ad un altro profondo simbolismo alchi­mico.”

giovedì 7 luglio 2022

L'origine del Padre Nostro

È opinione diffusa fra una larga


parte di studiosi che il Padre nostro

 

sia stato 


tratto proprio da quest'inno:
è opinione diffusa, fra una larga parte dei studiosi, che il Padre Nostro sia stato tratto, proprio da questo inno:
Oh Amon, Amon, che sei nei cieli..
..Padre di chi non ha madre.
Quanto è dolce pronunciare il tuo
nome. Dacci come la gioia di vivere,
il sapore del pane per il bimbo, sia fatta la tua volontà come in cielo cosi in terra. Tu che mi hai fatto vedere le tenebre crea la luce per me. Fammi dono della tua grazia,
fai che io veda ininterrottamente Ammon! (Amen, ma anche Ammon, l'Ammon presente a Verona al museo Maffeiano)






 

Come fonte viene citato il libro di A. Barucq e F. Daumas, Hymnes et prières de l’Egiypte ancienne, ed. 1980 (cfr. Pier Tulip KRST, ed. marzo 2012, p. 189)

 

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martedì 5 luglio 2022

Non girava buon sangue fra Marinetti e d'Annunzio, due mondi poetici antitetici

Martinetti e d'Annunzio non simpatizzeranno mai: d'Annunzio dirà di Marinetti, agli amici, che è "una nullità tonante"o "un cretino fosforescente" o anche -sembra - "un cretino con qualche lampo d'imbecillità"; e Marinetti ricambierà definendolo confidenzialmente un passatista, un "Montecarlo di tutte le letterature", ...

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e il seguente testo "Marinetti a D'Annunzio: "Poetino, ciarlatano, effeminato, verme." D'Annunzio a Marinetti: "Nullità tonante, cretino fosforescente.""