Oltre settanta opere per ripercorrere le ricerche di un infaticabile sperimentatore: Remo Bianco (1922-1988). Milano negli anni del boom e le frequentazioni con Filippo de Pisis, ricoverato dalla fine del 1949 in clinica a Brugherio, fanno da sfondo all’arte solitaria di Bianco. Dalle prime Impronte ai Sacchettini, dalle opere tridimensionali ai Tableaux Dorés, fino ai Quadri parlanti della metà degli anni ‘70. Calchi in gesso, dripping e collages che rappresentano il segno di un’epoca. “Remo Bianco. Le impronte della memoria”, a cura di Lorella Giudici. Milano, Museo del Novecento, piazza Duomo 8. Fino al 5 ottobre. Catalogo Silvana. Informazioni: museodelnovecento.org/it.
martedì 2 luglio 2019
Riscoprire Remo Bianco
Oltre settanta opere per ripercorrere le ricerche di un infaticabile sperimentatore: Remo Bianco (1922-1988). Milano negli anni del boom e le frequentazioni con Filippo de Pisis, ricoverato dalla fine del 1949 in clinica a Brugherio, fanno da sfondo all’arte solitaria di Bianco. Dalle prime Impronte ai Sacchettini, dalle opere tridimensionali ai Tableaux Dorés, fino ai Quadri parlanti della metà degli anni ‘70. Calchi in gesso, dripping e collages che rappresentano il segno di un’epoca. “Remo Bianco. Le impronte della memoria”, a cura di Lorella Giudici. Milano, Museo del Novecento, piazza Duomo 8. Fino al 5 ottobre. Catalogo Silvana. Informazioni: museodelnovecento.org/it.
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