sabato 27 luglio 2019

il Sass da Preja Buia

L'immagine può contenere: spazio all'aperto e natura
Il sasso si trova appena al di fuori dell'abitato di Sesto Calende (VA), in aperta campagna, vicinissimo al punto dove sorge un altro luogo sacro: l'oratorio di san Vincenzo.
L'immagine può contenere: cielo, abitazione, albero e spazio all'aperto
Sacro continum...pare, infatti, che l'oratorio le cui fondamenta risalgono al X-XI secolo sorga su un tempio pagano...uhmmm se due più due fa quattro non dobbiamo stupircene affatto... Inoltre, se si ha la fortuna di visitare l'interno dell'oratorio campestre, ora piuttosto spoglio, si scopriranno due frammenti di affreschi molto significativi, il primo rappresentante San Giorgio ed il drago, il secondo i Re Magi, simbolo della Natività; ciò non fa che rendere ancora più affascinante e magico questo posto, dove fino a poco tempo fa le giovani donne si recavano a pregare per propiziarsi il dono della fertilità.Si tratta di un masso erratico in serpentinite verde di grosse dimensioni risalente all'Era Quaternaria, precisamente all'ultima glaciazione del Neozoico. Il ghiacciaio, nel ritirasi, trascinò sia materiale morenico sia dei grandi sassi, che come questo, appunto, è letteralmente scivolato fin qui dalla Val d'Ossola. Il masso erratico di Preja Buja è monumento naturale regionale vista la sua importanza storica e geologica.
La roccia bronzea racchiude in sé un arcano potere dovuto alle sue caratteristiche magnetiche: in questo luogo la bussola smette di funzionare e l'ago impazzisce!
In epoche antiche e remote, si pensa che il Sass da Preja Buia fosse utilizzato come altare sacrificale. Lo si deduce dai numerosi petroglifi e coppelle , poste su una seconda pietra, più piccola, collocata ai piedi del masso vero e propri.Forse, proprio la presenza delle coppelle ha determinato l'etimologia del termine büja, nel senso di "bucata". Su questa pietra sacra, adibita ad altare, si praticavano riti pagani con una valenza simbolica legata al culto della fertilità, culto che si è protratto sino all'inizio del secolo scorso; le giovani spose si recavano infatti al masso, simbolo di maternità a chiedere, agli dei pagani prima e al Dio cristiano poi, la grazia di poter generare un figlio e la protezione della creatura che custodivano in grembo durante la gravidanza.
Sappiamo ormai che tutti i popoli antichi per spiegarsi ed esorcizzare l'ignoto crearono miti e leggende e anche questo enorme monolito ha stimolato la fantasia popolare..
La Paleo-astronomia (disciplina che si riferisce alla pratica dell’astronomia tra le civiltà del mondo antico), ipotizza invece che il masso sia stato modellato, probabilmente dai nostri avi celtici tra il IX e l’VIII sec. a.C., per darvi la forma di ariete.L’ariete, antico simbolo di fecondità e virilità è il primo segno dello zodiaco e corrisponde all’equinozio di primavera, momento di rinascita della natura. Il 21 marzo il sole illumina l’occhio dell’ariete nel megalite della Preja Buja, inciso nel sasso a forma di sole.
Leggende e fantasia, scienza, geologia, archeologia, astronomia ed antropologia si fondono insieme in questo luogo sacro, i contorni sbiadiscono e si fondono insieme nel cerchio magico della nascita e della vita!...

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