La
parola Abraxás (o Abrasáx o Abracax), d’incerta etimologia, è stata
ritrovata su pietre e gemme usate come talismani magici. D’origine
gnostico-mitraica, rappresenta principalmente la mediazione fra
l’umanità e il dio Sole. Presso la tradizione persiana arriva a
simboleggiare l’unione/totalità fra Ahura Mazdā ed Arimane, ossia Bene e
Male.
Secondo alcuni studiosi, la parola abracadabra deriverebbe da Abraxas, sebbene esistano altre spiegazioni.
Il nome si trova anche in testi gnostici. Il suo principale o più antico significato simbolico è altamente discusso, e spesso le opinioni divergono a seconda delle diverse implicazioni religiose che vengono di volta in volta considerate. Di Abraxas abbiamo fonti sia dirette che indirette. Indirettamente furono alcuni Padri della Chiesa a conservare e a documentare le teorie di alcune scuole gnostiche, criticandole e tacciandole di eresia. In generale, i padri della Chiesa che combatterono tali presunte eresie consideravano Abraxas una forma del culto di Satana/Shaitan. Le principali fonti dirette son invece alcuni testi del primo e più antico gnosticismo facenti parte dei codici di Nag Hammâdi . Quest’ultimo rotolo ci rivela che Abraxas è un grandissimo Eone. Secondo alcuni si tratterebbe di un altro nome del Cristo; altri mostrano riserve sulla natura di Abraxas quale Dio Supremo. Il nome si trova anche in successivi manoscritti greci di carattere magico (alchemico-esoterico); lo si può inoltre trovar impresso su talismani come auspicio di potenza ed invincibilità. Nella cosmologia gnostica, Abraxás è il nome del Dio altissimo, ovvero il Padre Ingenerato.
Significato numerico
Il nome si riteneva avesse un potere apotropaico, attribuito al valore numerico delle sue sette lettere che sommate, secondo la numerazione greca, davano il numero 365 . Secondo lo gnostico Basilide, 365 era il numero uguale ai cieli di cui era costituito il mondo materiale.
In questa concezione , ogni cielo è governato da un dio. Ascendendo da un cielo a quello superiore, aumenta la perfezione della divinità. I cieli sono 365. Abraxas corrisponde al primo di questi cieli mentre, in generale, gli gnostici tendono ad identificare il Dio veterotestamentario con la potenza inferiore del Demiurgo.
Secondo alcuni studiosi, la parola abracadabra deriverebbe da Abraxas, sebbene esistano altre spiegazioni.
Il nome si trova anche in testi gnostici. Il suo principale o più antico significato simbolico è altamente discusso, e spesso le opinioni divergono a seconda delle diverse implicazioni religiose che vengono di volta in volta considerate. Di Abraxas abbiamo fonti sia dirette che indirette. Indirettamente furono alcuni Padri della Chiesa a conservare e a documentare le teorie di alcune scuole gnostiche, criticandole e tacciandole di eresia. In generale, i padri della Chiesa che combatterono tali presunte eresie consideravano Abraxas una forma del culto di Satana/Shaitan. Le principali fonti dirette son invece alcuni testi del primo e più antico gnosticismo facenti parte dei codici di Nag Hammâdi . Quest’ultimo rotolo ci rivela che Abraxas è un grandissimo Eone. Secondo alcuni si tratterebbe di un altro nome del Cristo; altri mostrano riserve sulla natura di Abraxas quale Dio Supremo. Il nome si trova anche in successivi manoscritti greci di carattere magico (alchemico-esoterico); lo si può inoltre trovar impresso su talismani come auspicio di potenza ed invincibilità. Nella cosmologia gnostica, Abraxás è il nome del Dio altissimo, ovvero il Padre Ingenerato.
Significato numerico
Il nome si riteneva avesse un potere apotropaico, attribuito al valore numerico delle sue sette lettere che sommate, secondo la numerazione greca, davano il numero 365 . Secondo lo gnostico Basilide, 365 era il numero uguale ai cieli di cui era costituito il mondo materiale.
In questa concezione , ogni cielo è governato da un dio. Ascendendo da un cielo a quello superiore, aumenta la perfezione della divinità. I cieli sono 365. Abraxas corrisponde al primo di questi cieli mentre, in generale, gli gnostici tendono ad identificare il Dio veterotestamentario con la potenza inferiore del Demiurgo.
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