“Non
esiste uomo che, seppur per un attimo, non sia stato seguace di
Platone. Chi può dire di non essersi sentito spuntare le ali dell'anima?
Chi non l'ha sentita levarsi verso la contemplazione diretta, immediata
di ciò che la grigia coltre di nuvole del quotidiano nasconde alla
vista? Chi, grazie all'eros, non ha toccato profondità della conoscenza
alle quali la ragione non ha accesso? Chi non ha visto svelarsi la
realtà altra e luminosa dove colui che ha conosciuto l'ispirazione
incontra de visu gli archetipi eterni delle cose? Chi non ha assistito
al crollo, alla caduta del muro invalicabile tra soggetto e oggetto, chi
non ha visto l'Io abbandonare i limiti della propria introversione
egoistica per respirare a pieni polmoni l'aria rarefatta della
conoscenza e fondersi con tutto il creato? E quei "sogni d'amore
meravigliosi, puri, senza nulla di terreno, intessuti di profumo di
fiori e luce lunare, con i quali oggi si ottenebrano i giorni del la
giovinezza e che sono sulle labbra di tutti i poeti di tutte le nazioni
colte" non sono forse figli del platonismo?”
Pavel A. Florenskij, Realtà e mistero
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