mercoledì 11 settembre 2019

Apollo venerato anche dai Galli


APOLLO E SIRONA
Da Mâlan (Côte-d'Or), Francia. Statuetta risalente al II sec. d.C., raffigurante la coppia divina formata da Apollo e Sirona. La dea è qui raffigurata con un serpente al braccio, simbolo di rigenerazione.
Musée Archéologique di Digione.
I Romani identificarono indistintamente con Apollo una schiera di differenti divinità galliche, associate alla luce e alle acque sorgive, legate ai centri termali e in grado di guarire da tutte le malattie. Grannos, Bormo e Belenos furono alcune di esse.
- L'APOLLO GALLICO
Al secondo posto tra i cinque principali dèi gallici, Cesare cita Apollo, e di lui dice che caccia le malattie.
Possiamo immaginare la perplessità di Cesare di fronte a questo Apollo gallico, così simile all'Apollo che secoli prima i Romani avevano desunto dagli Etruschi e poi dai Greci, eppure così inestricabilmente diverso. A Roma, Apollo non è mai stato un dio molto importante, invece i Galli lo tengono in altissima considerazione: il suo culto, assai antico e radicato, è diffuso fin nelle zone più periferiche dell'area celtica.
Mentre l'Apollo greco è noto per spargere morbi e pestilenze a colpi di freccia, i Galli vedono in Apollo, divinità legata al chiarore della luce e alla trasparenza delle acque, un dio guaritore, dalle grandi capacità curative. A lui è dedicata la grande festa del primo maggio, durante la quale i Galli accendono grandi fuochi per dare il benvenuto all'estate, ma anche per cacciare le malattie e purificare il bestiame. Ad Apollo sono sacri i cavalli, animali tradizionalmente legati al culto del carro solare.
Ma non si può generalizzare, ché Apollo è diventato, dopo la conquista romana, un nome generico che copre molte divinità diverse, eppure consimili, generalmente legate alle sorgenti termali e ai loro poteri curativi. Belenos, Grannos, Bormo, sono solo alcuni di questi dèi dalle similare sfumature, identificati con Apollo.
Un'infinità di templi sono stati dedicati a questi «Apolli» in tutta la Gallia, e per la maggior parte si trovano in prossimità delle fonti e delle sorgenti termali. Alcuni di questi templi sono molto grandi e vi convengono pellegrini da tutte le Gallie. In questi luoghi Apollo è adorato con una gran quantità di nomi e di epiteti, e spesso è affiancato da una dea consorte con la quale forma una coppia divina. I pellegrini recano ad Apollo immagini raffiguranti le parti del corpo malate, per le quali sperano in una rapida guarigione: mani e piedi, organi interni, seni e genitali. L'Apollo Vindonnus dei Lingoni, ad esempio,è specializzato nella cura degli occhi: a lui vengono recate immagini di mani che offrono frutta e pane. In questi templi vi è un abaton o dormitorio, con molti piccoli cubiculi in cui i pellegrini si ritirano a dormire, sperando che il dio compaia loro in sogno per guarirli. Vi operano abili medici e sacerdoti consacrati al dio...

Nessun commento: