venerdì 6 settembre 2019

Celti: Festa di Samhain


Particolare del Calendario di Coligny, una tavola di bronzo incisa, risalente al II secolo d.C., contenente un antico calendario celtico. L’oggetto fu rinvenuto nel 1897 e oggi è conservato presso il Museo della Civiltà Gallo-Romana di Lione. Nell’illustrazione la parte superiore della tavola reca l’iscrizione MID SAM , il mese gallico corrispondente all’irlandese Samhain, che segnava l’inizio dell’anno celtico.
La più importante festa celtica, Samhain si celebrava il 1 novembre, segnalava l’inizio dell’inverno e costituiva l’equivalente di una cerimonia per il Nuovo Anno. Per i Celti, così come il giorno cominciava con il tramonto della sera precedente, anche l’anno iniziava con l’inverno, più precisamente con il periodo che andava dall’equinozio d’autunno al solstizio d’inverno. Il periodo segnava un momento particolare nel ciclo delle attività contadine: il bestiame veniva riportato a valle, in pascoli più riparati dopo il periodo estivo passato sulle alture, e inoltre era il momento dell’uccisione dei maiali. Tracce di documentazione nei testi leggendari sembrano suggerire che Samhain era l’occasione di bevute collettive e di scatenamento dell’ebbrezza, probabilmente grazie alla birra prodotta con i cereali della mietitura appena conclusa. Collocata alla fine del periodo del raccolto, la festa era al tempo stesso una celebrazione dell’abbondanza e della ricchezza e un rito di propiziazione per allontanare i pericoli dell’anno a venire.
Samhain era considerato un momento in cui si aprivano le porte che separavano il mondo visibile da quello invisibile, i folletti (fairies) e i morti potevano superare la barriera tra i mondi e rendersi visibili a chiunque. Si pensava che i folletti potessero facilmente rapire esseri umani in quest’occasione, ed era consuetudine portare con sé, per difendersi da questo pericolo, un pezzo di ferro o del sale. Durante la notte, i folletti che abitavano nei tumuli artificiali di terra, costruiti in epoca preistorica, ne uscivano in grandi frotte, formando una Caccia Selvaggia che vagava nella campagna e poteva catturare e portare con sé coloro che avesse incontrato. Anche i morti potevano uscire dal loro mondo in quest’occasione e visitare le case dei viventi. Nelle abitazioni si preparava una “cena silenziosa”, con i cibi preferiti dai defunti recenti e si attendeva, con una certa apprensione, la loro visita. Infatti, sebbene in molti casi benevola, la visita dei defunti poteva anche comportare che costoro portassero con sé qualcuno dei sopravvissuti per far loro compagnia nel mondo dei morti. Coloro che fossero nati in questo giorno erano considerati dotati di poteri divinatori e, se poi fossero nati “con la camicia” , venivano ritenuti dotati di poteri spirituali e perciò particolarmente rispettati e temuti….

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