venerdì 3 gennaio 2020

MOSTRI E ANIMALI IMMAGINIFICI DELLA SCULTURA TARDO MEDIOEVALE

Esseri mostruosi di fantasia orientale iniziano a intrecciarsi
ai soggetti più cari alla scultura europea in capitelli e pulpiti su colonne: basti confrontare il pergamo della basilica di San Giulio sull’omonima isola del lago d’Orta e quello di Santa Maria del
Lago a Moscufo , entrambi risalenti al XII secolo. L’esemplare piemontese, dall’intaglio severo e crudo nel serpentino locale, è costituito da pannelli scolpiti con gli evangelisti accompagnati
dai loro simboli, animali tra i quali aquile e cervi, guerrieri e monaci come l’abate cluniacense Guglielmo da Volpiano.
In quello abruzzese fra intrecci geometrici arabeggianti
un piccolo nudo si arrampica lungo la colonna angolare del parapetto mentre una figura mutila sembra citare il bronzo ellenistico del giovane che si cava la spina dal piede
allora visibile a Roma davanti al Laterano.
Ai bestiari medievali, in cui le conoscenze zoologiche del tempo si intrecciano con i calendari astrologici e le mitologie pagane sono cristianizzate, al Physiologus, repertorio greco dei temperamenti umani, si ispirano dunque gli artisti del tempo,
creando capolavori che diventano di volta in volta emblemi dell’uomo, del suo carattere, della sua vita morale e del rapporto con il cosmo fra demoniaco e divino. La sirena a due code rappresenta la lussuria, l’ippocampo la “buona guida”, il leone e l’aquila diventano simboli delle due nature diGesù, l’umana e la divina, l’unicorno di forza e purezza e quindi immagine di Cristo per i padri della Chiesa, il groviglio di serpenti richiama esotericamente l’energia creatrice dell’universo: la corretta interpretazione di queste favole terribili
o salvifiche costituisce quindi un’essenziale chiave di lettura dell’arte romanica….


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