giovedì 2 gennaio 2020

L'effige del dio Fanes scolpita sotto un arco della Libreria Marciana di Piazza San Marco a Venezia.

Quando nella notte di Natale tanti cantano “Tu scendi dalle stelle”, commossi dal racconto cristiano del bambino che nasce in una grotta per dare speranza all’umanità, dimenticano che molte altre culture, sparse su questo pianeta e molto più antiche del cristianesimo parlano di dei scesi dal cielo ad insegnare agli uomini conoscenza, libertà e amore.
L'effige del dio Fanes scolpita sotto un arco della Libreria Marciana di Piazza San Marco a Venezia
Scese dal cielo Fetonte vicino al Roc Mahol, in un passato lontanissimo rimasto vivo nel ricordo degli antichi druidi, scese dal cielo Toth, il dio egizio della sapienza, scese dal cielo Ga’an, su Dzil Nchaa Si An, la montagna sacra degli Apache, scese dal cielo Nyambé, su Ngog Lituba, la montagna sacra del Camerun…
Gli dei scesi dal cielo sono stati spesso confinati in leggende volutamente dimenticate, stravolte o mistificate. È successo a Fetonte che nelle versioni successive del mito divenne il presuntuoso figlio del Sole che cadde sulla Terra dopo aver bruciato intere foreste, è successo a Toth relegato tra gli stravaganti dei egizi dalla testa di animale, è successo a Ga’an e Nyambé le cui montagne sacre sono state profanate perché non riconosciute luoghi sacri dal Vaticano.
Nel complesso pantheon degli dei pagani, Fanete è meno noto di altri, meno rappresentato, meno presente nei miti vari che raccontano le storie degli immortali e del loro legame con gli uomini. Fanete rimane un po’ a sé, un po’ misterioso, giovane, alato, contornato dai dodici Segni, avvolto da un serpente.
Attualmente possiamo vedere la sua effige a Venezia, scolpita sotto un arco della Libreria Marciana di Piazza San Marco, nel lato verso il campanile, a Modena su una formella di marmo nella Galleria Estense, a Padova, dipinta nell’ingresso dell’Odeon di Alvise Cornaro, a Milano nel Museo archeologico, raffigurata sulla Patera di Parabiago, un antico piatto di bronzo…
Spesso, nella mitologia, Fanete si confonde o si fonde con altre figure mitiche: Aion il dio del Tempo, Eros, il primo nato, dio della natura e poi dell’amore, Mitra altro dio luminoso.
Come spesso accade nelle leggende e nei miti antichi, figure e racconti si sovrappongono o si mescolano fino a rendere difficile decifrare gli avvenimenti a cui si riferiscono, i personaggi e i significati.Chi può essere Fanete? A ben guardare questa figura inserita in una ruota forata viene da collegarla al mitico Fetonte, il dio disceso dal cielo sul suo carro dorato, che regalò agli uomini conoscenza e li aiutò a vivere in armonia e libertà. Le antiche leggende druidiche associano Fetonte alla figura del drago-serpente e se guardiamo l’immagine di Fanete ecco che lo vediamo rappresentato con un serpente che lo avvolge nelle sue spire. E il racconto druidico prosegue narrando del cromlech che Fetonte avrebbe fatto costruire dai suoi assistenti di metallo dorato, costituito di dodici pietre erette, dodici come i Segni dello Zodiaco che stanno intorno a Fanete. Fetonte, quando decise che per lui era tempo di andare, lasciò in dono ai suoi discepoli una ruota d’oro in cui era racchiusa tutta la sua conoscenza e Fanete viene rappresentato dentro un cerchio.
E ancora il racconto delle gesta di Fetonte è strettamente connesso al mito del Graal, al quale conferirebbe una dimensione storica, e guarda caso ai piedi di Fanete vediamo una coppa.
Nomi diversi si riferiscono allo stesso personaggio e allo stesso evento lontano: qualcuno o qualcosa scese su questo pianeta e la sua venuta ebbe un’importanza così determinante da essere ricordata ancora oggi. Qualcuno o qualcosa scese dalle stelle lontane a cui anche noi siamo indissolubilmente legati….

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