mercoledì 18 marzo 2020

Per conoscere il tuo genio

La prima cosa che ti devi porre innanzi agli occhi nel tentare l'occulto nella natura spirituale è di conoscere lo spirito, o il de­mone o angelo o il genio che immediatamente rappresenti lo scalino superiore alla tua natura di uomo più o meno perfetto. Da quello che ho citato da Teodoreto, l'angelo cristiano è spirito di purità assoluta e messaggero di Dio—il dèmone invece è va­riabile come tendenza e come purificazione.
Adopererò il nome di Genio per uscire dalle restrizioni e dalle definizioni: quando tu avrai incominciato a conoscere il tuo, de­finirai il primo.... e quando ne avrai conosciuti molti potrai avere un concetto approssimativo, ma sempre imperfetto, della scala di oro che comincia dai meno puri e termina ai perfettissimi.
Come fare per conoscere il proprio genio[7]?
Gli antichi insegnavano che per conoscerlo bisogna renderselo propizio con la pratica della giustizia, per l'innocenza dei nostri costumi (è sempre Apuleio che parla) allora egli vi aiu­terà con la sua previdenza nelle cose che voi ignorate, dei suoi consigli nelle vostre indecisioni, vi soccorrerà nei pericoli, e della sua assistenza non vi priverà nelle avversità: talvolta nei sogni, talvolta nei segni visibili, talvolta comparendovi, vi eviterà i mali, vi procurerà il bene, vi solleverà nelle vostre cadute, vi sosterrà nelle dubbie occasioni, vi illuminerà nel buio delle vostre ricer­che, vi manterrà nella buona fortuna, vi trarrà dalla cattiva.
I Pitagorici, dice Aristotile, si maravigliavano ogni volta che sentivano qualcuno confessare di non aver visto mai il suo Genio. In un senso volgare e filosofico era quello dei Pitagorici un rim­provero a coloro che non coltivano il loro spirito, perché l'ani­mo dell’uomo è il santuario del Genio: ma nel significato oc­culto era un disprezzo per colui che fuori la scuola aveva le orec­chie tappate di stoppia e gli occhi legati con la cera, per non ve­dere la persona o l’immagine e non sentire la voce, l'armonia delle esistenze intradivine, che servono come fiaccola all'esistenza dei perfettibili.
Il domma cristiano è profondo: il buon angelo custodisce il fanciullo, ma voi non avete visto dipinto mai un adulto col suo bravo angelo a lato: il simbolismo vuol dire che per avere il buon angelo con le brave ali aperte, a tutela dei buoni passi, nella breve ed aspra traversata della vita bisogna del fanciullo conservare la purità, l'innocenza e... la fede: se no appaiono, di sotto alle ali, un bel paio di appendici più o meno bafomettiane, e il viaggiatore innocente, il fanciullo puro e mondo, diventa il Dottor Fausto, accompagnato dall'eccellente amico con le corna, il quale è un genio anche lui... ma un genio musicale che ti tocca tutte le corde sensibili, pur di farti ballare come una scimmia scottata (GIULIANO KREMMERZ)

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