mercoledì 27 marzo 2019

la croce celtica...


L’antica saggezza ci insegna che nei tempi precristiani la croce celtica era un simbolo druidico dei quattro campi nei quali la vita si dispiega. I quattro bracci della croce esprimono l’interazione tra il sé, la natura, la saggezza e la vita divina. Il cerchio nel mezzo è il punto focale dell’aspirazione spirituale, alla quale, in fin dei conti, ogni vita cosciente ambisce: l’autorealizzazione e la pace interiore. È nel cuore che s’incontrano tutti i piani, nell’amore universale che tutto ingloba. La naturale espressività della croce celtica corrisponde alle quattro direzioni del vento: Est – alla giovane vita nascente; Ovest – alla retrospettiva, alla riflessione, al tramonto; Nord – all’ispirazione, all’intuizione; Sud – alla realizzazione, all’attuazione. Le due stagioni buie e le due luminose erano contrassegnate dai giorni del fuoco o della luce: i quattro Albans. I Celti festeggiavano Alban Arhuan, la luce di Artù, in seguito chiamata la luce di Cristo, il 21 dicembre. Alban Eiler, la luce della Terra, segnava la primavera. Alban Heruin, la Luce della Costa, annunciava l’inizio dell’estate e Alban Elved, la luce dell’Acqua, indicava l’inizio dell’autunno. L’eterno ritorno nella natura conferiva costanza a un mondo che era soggetto a continui cambiamenti. Dal punto di vista spirituale, la croce celtica può rappresentare un grande sostegno. In tempi difficili, i quattro bracci possono orientare il vostro pensiero. Seguite la giusta direzione: il sé, con le gambe salde sul terreno, nel giusto rapporto con la natura. Elevatevi alla profonda saggezza che tutto ha creato e che segue il suo destino, sulla traccia divina della radiazione. E non abbandonate mai il centro, in cui giace nascosta la coscienza divina, sempre presente nell’amore universale.

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