sabato 30 marzo 2019

CORREDI FUNERARI : “PANOPLIA” DI LANUVIO


Questo prestigioso corredo funebre, risalente agli inizi del V sec. a.C., fu rinvenuto casualmente a Lanuvio nel 1934 nella tomba di un giovane sepolto entro un sarcofago. L’assoluta unicità e preziosità degli oggetti di corredo ha creato non pochi problemi interpretativi agli studiosi, accentuati dalla precarietà iniziale dello scavo, spingendo talvolta questo straordinario complesso ai limiti della comprensione Ma recentissime scoperte archeologiche in ambito laziale permettono finalmente di attribuire con certezza l’appartenenza del giovane atleta alla stretta cerchia dell’aristocrazia lanuvina...
La tomba, che si data entro il primo quarto del V sec. a.C., è assai particolare perché ostenta eccezionalmente la presenza di un corredo funebre altrimenti proibito nel Lazio da severe leggi in vigore in tutti i centri latini da circa un secolo. Contrariamente a quanto avveniva nel Lazio già a partire dagli inizi del VI sec. a.C. attraverso norme che vietavano il lusso funerario e che proibivano tassativamente di depositare nelle tombe qualunque oggetto di corredo
Per questa ragione, gli oggetti della tomba lanuvina hanno trovato confronti solo con elementi provenienti esclusivamente da altri ambiti regionali, in particolare con l’area etrusca, soprattutto con Vulci, alimentando inevitabilmente il sospetto che l’individuo sepolto a Lanuvio non fosse albano o latino; si è pensato ad esempio ad un mercenario o comunque un individuo la cui estraneità alle comunità locali parrebbe confermata anche dall’isolamento della sua sepoltura rispetto alle necropoli lanuvine. In realtà, sarà proprio questo isolamento a connotare questo illustre personaggio come appartenente all’élite della fiorente città albana di Lanuvio.
Se davvero si tratta di una tomba a camera, come in apparenza tutto lascia sembrare, questa doveva essere piuttosto bassa, alta al massimo m. 1,50, a giudicare dalle misure riportate in un accurato rilievo edito (nel 1976) dal Galieti , nel quale vengono forniti anche i dati della formazione geologica e quindi dello strato di banco di tufo alto circa m. 1,70 rispetto al fondo della tomba; il banco tufaceo era a sua volta coperto da uno strato di argilla spesso almeno m. 1,30 . Rispetto al quadro noto offerto dalle tombe a camera laziali di questo periodo finora note, le anomalie di questo complesso sepolcrale sono evidenti e non si limitano alla presenza del tutto straordinaria del corredo funebre e dello stesso sarcofago..Questo particolare è assai importante poiché laddove è stato possibile scavare l’area circostante di queste tombe a camera, si è potuta accertare la presenza sistematica di una strada. Si tratta di strade arcaiche naturalmente, il cui piano rotabile è di norma collegato allo scivolo delle tombe a camera che costeggiano queste strade; questi corridoi inclinati sono scavati a cielo aperto e immettono nelle tombe arrestandosi dinanzi alla porta della camera, di norma chiusa da più blocchi lapidei; inoltre il piano rotabile delle strade in questione non si trova quasi mai a livello del piano di campagna, essendo strade incassate nel banco tufaceo e spesso questo piano rotabile si trova a notevole profondità. Ciò comporta che la rete stradale di età arcaica risulta notoriamente assai poco sviluppata rispetto ai periodi successivi, costituiva spesso, in particolare per lunghi tratti viari, un elemento di discontinuità territoriale, diventando essa stessa una linea di confine che separava le proprietà terriere; ciò si è potuto accertare in varie occasioni nelle quali le tombe a camera allineate su entrambi i lati della strada presentavano tra loro evidenti differenze tipologiche riferibili a nuclei famigliari distinti, osservate soprattutto presso l’incrocio di strade (compitum) dove il numero di tombe a camera di norma accresce notevolmente.Risulta quindi assai probabile che la tomba scoperta a Lanuvio non fosse affatto isolata e ubicata a caso da qualche parte, ma sicuramente essa venne posta a lato di una strada, assieme ad altre tombe a camera che furono impossibili da identificare in corso dello scavo successivo, non avendo scoperto e messo in luce la massicciata stradale da cui si origina il dromos. Ciò giustifica gli scavi infruttuosi effettuati nel corso del 1934 attorno alla tomba (ma non oltre lo scivolo, come si desume dalla foto), evidentemente finalizzati alla ricerca di altre tombe (probabilmente immaginate a fossa) pertinenti ad una ipotetica necropoli distribuita nel tradizionale modo areale.
In conclusione, è quasi certo che il giovane fu sepolto nel terreno di proprietà della sua gente e verrebbe in tal modo dimostrato che egli era un esponente di alto rango dell’aristocrazia lanuvina....

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