Visto.
Se si giudica come film in sé, astraendosi dalla narrazione storica e
dai particolari ampiamenti noti della storiografia antica, è decisamente
un bel lavoro. Ottimo ritmo narrativo, bella colonna sonora e
fotografia, buoni gli interpreti (specialmente Remo). I costumi tutto
sommato sono accettabili, considerando il contesto narrativo (un gruppo
di prigionieri fuggiaschi) mentre gli abitanti di Alba vestono in modo
appropriato per l'epoca. Se invece vogliamo approfondire
il discorso storico e in particolare gli aspetti del sacro (molto
presenti) allora il giudizio diviene negativo. Il discorso sarebbe lungo
e complesso. Qualche prima e breve notazione. Vi sono invenzioni e vere
e proprie falsità incredibili (come una forma di extispicium, cioè una
tecnica predittiva basta sull'esame delle viscere conosciuta solo dagli
etruschi e che le popolazioni latine ignoravano - per loro le interiora
delle vittime sacrificali dovevano essere sottoposte a litatio, cioè
esame della perfezione delle stesse, cosa tutt'affatto diversa - al
posto dell'auspicium-augurium che precedette la fondazione) il
carattere di Romolo è più vicino a quello di Numa Pompilio, mentre Remo
fa da Romolo, l'uso del vocabolo imperium all'epoca per designare il
potere o la dominazione (assai più tardo), l'invocazione di Romolo a una
triplice divinità femminile (le Tria Fata???) per fermare un fenomeno
metereologico invece che a Juppiter con cui si apre il film, un generale
primitivismo-magismo nella trattazione del rapporto tra uomini e sacro
e molte altre sciocchezze. Con un minimo di aderenza al resoconto
tradizionale avrebbe potuto divenire un film a suo modo perfetto.
Peccato. Un'occasione sprecata. Resta comunque da vedere perché,
ribadisco, come lungometraggio è molto bello-
venerdì 1 febbraio 2019
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento