martedì 19 febbraio 2019

Il Mausoleo dei Plautii presso tivoli, legato a Goethe

A Tivoli lo spettacolare mausoleo dei Plautii ridotto a una discarica. 

Risultati immagini per Il grande poeta tedesco Goethe Un muro di cemento insignificante, sul margine di una strada semidistrutta dall’incuria e segnata dalle numerose croste d’asfalto a cielo aperto in un contesto di precarietà senza eguali. Se non si fosse consapevoli di essere nella cintura dove sorgono alcuni fra i monumenti più significativi fra quelli segnalati dall’Unesco, come la magnifica Villa d’Este a Tivoli e l’area archeologica della vicina Villa Adriana, si potrebbe facilmente associare questo penoso stato di desolatezza urbana con un abitato del terzo mondo.
L’antico Mausoleo dei Plautii di Ponte Lucano è lì, come un relitto abbandonato ai margini del fiume Aniene, seminascosto nell’erba alta assieme ad un cumulo di rifiuti urbani, al cospetto di abitazioni abusive e fatiscenti, ricovero di qualche famiglia rom, e soprattutto da un muro eretto quasi per coprire la vergogna di anni di incivile amministrazione di quelli che sono i Beni culturali e le testimonianze artistiche della nostra storia. È un oltraggio alla civiltà l’indifferenza con la quale in questi decenni le istituzioni e soprattutto la politica locale hanno contribuito a seppellire la storia di un monumento simbolo della nostra cultura, eretto dalla famiglia oriunda dei Plautii Silvani di Trebula Suffenas i cui membri ricoprivano varie magistrature a Roma e nel I sec.a.C. e nel I sec. d.C.
Ponte Lucano sull’Aniene
Un monumento, quello sepolcrale dei Plautii, che assieme al Ponte Lucano, che al km 26 dell’antica via Tiburtina Valeria oltrepassava l’Aniene con il ponte che prende il nome da Lucano Plauzio Urgulanio, diumviro con Tiberio Claudio Nerone (14-37 d.C.), è presente in molte decine di opere di artisti famosi come Lorrain, Corot, Piranesi, Salvator Rosa, Poussein e Vasi che hanno immortalato su stampe, quadri ed incisioni le riproduzioni del Mausoleo dei Plautii e del Ponte Lucano.
Ed è proprio il fiume Aniene, una volta navigabile in epoca romana proprio a partire da Ponte Lucano, a destare una certa preoccupazione per l’amministrazione pubblica a seguito delle sue piene che rischiano di allagare la zona circostante. Allora il comune di Tivoli ha pensato bene di “fortificare” la zona archeologica attorno al Ponte Lucano in modo da contenere la furia delle acque nel caso in cui queste dovessero superare gli argini di contenimento naturale. Persino il lettore più distratto capirebbe che questa soluzione è a dir poco discutibile se si considera che la “soluzione” peregrina adottata non tiene conto invece dell’inestimabile danno al patrimonio archeologico in caso di piena del fiume Aniene
Ecco che Il “muro” di Ponte Lucano, opera cementizia del XXI secolo nasconde alla vista ed impedisce di visitare uno dei siti artistici di maggior rilievo della campagna romana e di assoluto riferimento per la nostra civiltà, passa dalla cronaca alla storia
Pensare che oltre al sepolcro di Cecilia Metella sulla via Appia non esistono altri monumenti del genere pervenutici in buono stato di conservazione come quello dei Plautii di Ponte Lucano, che durante il Medioevo fu trasformato in torre di guardia, di cui resta ancora la merlatura in alto per la sua posizione strategica. Inoltre, il Ponte Lucano annovera nella sua lunga storia l’incontro (1155) tra Federico I Barbarossa e Papa Adriano IV; evento che inorgoglì a tal punto i tiburtini che decisero di donare all’Imperatore le chiavi della propria città, il quale ricambiò concedendo agli abitanti locali di apporre l’effige dell’Aquila imperiale sullo stemma cittadino di Tivoli....





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