I
romani salutano levando il braccio destro in alto, a mano aperta,
profferendo "Ave" (seconda persona singolare dell'imperativo avére)
nell'auspicio del suo contenuto (augurio di buona vita e salute)
veicolato dall'efficacia "mantrica" delle vibrazioni vocali. Nel saluto,
derivato da remote tradizioni religiose, la mano in alto attira e volge
sul salutato le sacre energie universali. Talvolta è seguito da un
fraterno bacio e abbraccio. "AVE"
giovedì 13 dicembre 2018
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