sabato 1 dicembre 2018
L'altro Occidente
Il dibattito filosofico nelle università, scuole ed accademie italiane è stato segnato da un interrogativo, politico, sociale, psicologico: in che forma esisterà la filosofia occidentale nell'Occidente se esisterà e come garantirne l'esistenza, se questa fosse decisiva? La domanda viene da fuori e ha diffusione vasta: la protesta marxista in Germania, il nichilismo russo, l'alternativa tra pensiero postmoderno e visione classica della storia nei luoghi dominati dalle tradizioni cattoliche, la crisi identitaria del cosiddetto Villaggio Globale diviso tra comunicazioni massicce ed esigenze locali. In Italia il professor Emanuele Severino, riflettendo sulla natura non distruttiva del tempo, ha individuato e descritto il nichilismo della violenza, quello che nega, per partito preso o per debolezza, l'evidenza della pienezza dello scorrere del tempo giungendo fino alla tragica illusione di poter realizzare la felicità tramite il trionfo di una tecnica: evenienza non disperata ma esasperata per assenza di scopi, dunque foriera di insostenibile insensatezza. E. Severino scopre per la filosofia occidentale un futuro possibile soltanto a patto di evitare ogni proseguimento di tale vicenda nichilista aggirandone per intero l'accadimento ma assumendo una consapevolezza che possa essere certezza e assieme premessa se non p e r, almeno o tuttalpiù d e l l a tradizione filosofica occidentale. In questa ultima duplice eventualità è contenuta non una aporia, bensì una incertezza. Severino per Occidente intende la storia dalla Grecia antica al Cristianesimo fino all'ateismo ed il positivismo moderni, senza affrontare l'argomento da posizioni ulteriori ma neppure, per dosì dire, interiori, ovvero senza partecipare della mentalità del nichilismo descritto, ovvero muovendo da una prospettiva ontologica secondo un procedere epistemologico. Perciò, da tal punto di vista si puö accedere al lato dimenticato, incompreso, oscuro, negato, del pensiero occidentale, cosa che non è data né al cosiddetto Pensiero Debole né alla tradizione metafisica, ultimamente espressa dal ritorno al realismo epistemologico. Senza con ciò percorrere la via dell'incontro con l'alterità occidentale, Emanuele Severino se ne è ritrovato al bivio, e con lui tutti quelli che ne hanno condiviso la vicenda intellettuale.
La sola possibilità di prosecuzione filosofica del pensiero occidentale nelle istituzioni ufficiali dell'Occidente è data dalla via che conduce alla alterità nella stessa identità, perché tali istituzioni possono sopravvivere soltando abolendo le divisioni della filosofia contemporanea ma non hanno il potere da se stesse di riunire le filosofie divise, data la necessità di riunirle nella e con la stessa polemica attualmente causa della divisione stessa per l'inconsapevolezza del suo valore: la polemica sarebbe sintesi qualora se ne considerasse la funzione di conoscenza, col relativo avviso di insufficienza riguardo le principali correnti di pensiero oggi dominanti; ma di tale avviso non potrebbero essere le autorità della e nella cultura senza perdere la loro medesima autorità. Da qui la necessità dell'inclusione dell'altro Occidente nell'Occidente ufficialmente riconosciuto dalla e nella contemporaneità.
MAURO PASTORE
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