Oggi nell’antica Roma si celebravano i misteri della Bona Dea:
esclusivamente le donne e le ragazze si riunivano per le celebrazioni in
un bosco sacro nel suo tempio sotto l’Aventino. Questa divinità, di cui
non si pronuncia mai il nome, viene a volta identificata con Cibele, ma
la versione più accreditata del mito la vuole moglie e sorella di
Fauno. Ella viene collocata quindi in quella che è la storia antica del
Latium da cui proviene la genealogia degli eroi e dei principi, su cui si fonderà, in seguito, gran parte della propaganda imperiale romana, in particolare quella Giulio Claudia.
A Santa Maria Arabona sorgeva un tempio romano dedicato al culto della
Dea Bona. Il nome «Arabona» deriverebbe proprio da latino ara "altare" e
Bona "Dea Bona". Sui resti di tale tempio si erige l'abbazia di Santa
Maria Arabona (foto in basso a sinistra). Altra abbazia che sorge sul
sito di un antico tempio dedicato alla dea lo abbiamo a Pollenza, in
provincia di Macerata. L'abbazia di Santa Maria di Rambona
Ara Bona) risale, nelle sue parti più antiche, alla fine del IX secolo
(foto a destra). Si testimonia così una continuità tra i luoghi sacri
dell'antichità e la presenza cristiana che non cancella ma da nuovo
significato agli antichi culti. La madonna col bambino prende così il
posto della grande madre generatrice e protettrice, nelle sue varie
forme locali.
lunedì 3 dicembre 2018
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