lunedì 3 dicembre 2018

Bona Dea

Oggi nell’antica Roma si celebravano i misteri della Bona Dea: esclusivamente le donne e le ragazze si riunivano per le celebrazioni in un bosco sacro nel suo tempio sotto l’Aventino. Questa divinità, di cui non si pronuncia mai il nome, viene a volta identificata con Cibele, ma la versione più accreditata del mito la vuole moglie e sorella di Fauno. Ella viene collocata quindi in quella che è la storia antica del Latium da cui proviene la genealogia degli eroi e dei principi, su cui si fonderà, in seguito, gran parte della propaganda imperiale romana, in particolare quella Giulio Claudia.
A Santa Maria Arabona sorgeva un tempio romano dedicato al culto della Dea Bona. Il nome «Arabona» deriverebbe proprio da latino ara "altare" e Bona "Dea Bona". Sui resti di tale tempio si erige l'abbazia di Santa Maria Arabona (foto in basso a sinistra). Altra abbazia che sorge sul sito di un antico tempio dedicato alla dea lo abbiamo a Pollenza, in provincia di Macerata. L'abbazia di Santa Maria di Rambona  Ara Bona) risale, nelle sue parti più antiche, alla fine del IX secolo (foto a destra). Si testimonia così una continuità tra i luoghi sacri dell'antichità e la presenza cristiana che non cancella ma da nuovo significato agli antichi culti. La madonna col bambino prende così il posto della grande madre generatrice e protettrice, nelle sue varie forme locali.

Forma Urbis
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