Don Milani, Cacciari, don Verzè e parole in libertà
Che brutto scivolone quello di Massimo Cacciari al funerale di don Verzè! — quando ha citato don Lorenzo Milani: «se uno alla fine della vita ha le mani completamente pulite vuol dire che le ha tenute in tasca».
Mi è suonata male, quella frase, e non mi convinceva: per quel che so e che ho letto di don Milani, parole così mi sembravano proprio stonate.
Infatti quelle parole don Milani non le ha mai dette. Ha usato sì i termini “mani”, “pulite” e “tasca” — ma in tutt’altro ordine e contesto, e precisamente così: «che senso ha avere le mani pulite se si tengono in tasca?». E la sporcizia di cui si sono insozzate le mani di don Milani e dei suoi è la sporcizia di una società malata, da rimuovere a mani nude proprio come si fa quando si scava affannati sotto le macerie di un terremoto per tirar fuori quel che ancora è rimasto di sano, di bello, di buono — di vivo.
Cacciari, Cacciari… Uno come lui che sbaglia le citazioni e soprattutto sbaglia le presenze ai funerali non è un buon segno. Io, per me, tengo don Milani. Don Verzè lo lascio volentieri a chi se lo vuol pigliare.
Questo è Cacciari il filosofo confortato sia dell'amico di merende tal Heidegher della Val Trompia (volgarmente chiamato Emanuele Severino),come l'altro comune collaboratore e amico: Donà Massimo anch'esso di origini lagunari.
P.S. L'ex sindaco di Venezia pretende di studiare Georges Bataille: -Ma mi faccia il piacere!-
Che brutto scivolone quello di Massimo Cacciari al funerale di don Verzè! — quando ha citato don Lorenzo Milani: «se uno alla fine della vita ha le mani completamente pulite vuol dire che le ha tenute in tasca».
Mi è suonata male, quella frase, e non mi convinceva: per quel che so e che ho letto di don Milani, parole così mi sembravano proprio stonate.
Infatti quelle parole don Milani non le ha mai dette. Ha usato sì i termini “mani”, “pulite” e “tasca” — ma in tutt’altro ordine e contesto, e precisamente così: «che senso ha avere le mani pulite se si tengono in tasca?». E la sporcizia di cui si sono insozzate le mani di don Milani e dei suoi è la sporcizia di una società malata, da rimuovere a mani nude proprio come si fa quando si scava affannati sotto le macerie di un terremoto per tirar fuori quel che ancora è rimasto di sano, di bello, di buono — di vivo.
Cacciari, Cacciari… Uno come lui che sbaglia le citazioni e soprattutto sbaglia le presenze ai funerali non è un buon segno. Io, per me, tengo don Milani. Don Verzè lo lascio volentieri a chi se lo vuol pigliare.
Questo è Cacciari il filosofo confortato sia dell'amico di merende tal Heidegher della Val Trompia (volgarmente chiamato Emanuele Severino),come l'altro comune collaboratore e amico: Donà Massimo anch'esso di origini lagunari.
P.S. L'ex sindaco di Venezia pretende di studiare Georges Bataille: -Ma mi faccia il piacere!-
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