Arlecchino: Dio, Demone e Re
Origini Sciamaniche di un Culto Arcaico
Informazioni: pp. 248, nn. ill. b/n, Roma
Stampato: 2016-11-01
Codice: 8162
Le radici sciamaniche di un demone portatore di luce:
"La maschera di Arlecchino da Bergamo la cui
valenza infera è già notoriamente evocata nel
demoniaco Alichino dantesco (XXI Canto dell’Inferno)
affonda, in realtà, le sue origini in un ambito
primordiale estremamente articolato, rinviante alla
sfera sacra degli spiriti degli antenati, dei
fenomeni naturali, della fertilità, del calendario e dei
riti stagionali. Si tratta di un vero e proprio fiume
sotterraneo, sapienziale, alimentato da archetipiche
forme di religiosità, da tradizioni ancestrali velate
poi, dietro le storie ironiche e divertenti che,
veicolate da guitti e attori vaganti, sfoceranno nella
Commedia dell’Arte.
affonda, in realtà, le sue origini in un ambito
primordiale estremamente articolato, rinviante alla
sfera sacra degli spiriti degli antenati, dei
fenomeni naturali, della fertilità, del calendario e dei
riti stagionali. Si tratta di un vero e proprio fiume
sotterraneo, sapienziale, alimentato da archetipiche
forme di religiosità, da tradizioni ancestrali velate
poi, dietro le storie ironiche e divertenti che,
veicolate da guitti e attori vaganti, sfoceranno nella
Commedia dell’Arte.
L’indagine sull’ambiguo personaggio di Arlecchino
stupisce per la ricchezza delle implicazioni simboliche
emergenti via via.
stupisce per la ricchezza delle implicazioni simboliche
emergenti via via.
L’abito a losanghe colorate pare evocare, ad esempio,
«quei tipi buffi degli antichi Galli che facevano ridere i
Quiriti girando con abiti fatti di pezze variopinte» simili
all’arcobaleno. Tale peculiarità è particolarmente
intrigante perché parrebbe sottolineare un’affinità con i
tessuti tartans tipici dell’ambito celtico, che celavano il
mistero dell’alfabeto sacro: i fili multicolori simboleggiavano,
infatti, l’appartenenza ad una stirpe solare come le
cordicelle colorate dei quipu incaici.
«quei tipi buffi degli antichi Galli che facevano ridere i
Quiriti girando con abiti fatti di pezze variopinte» simili
all’arcobaleno. Tale peculiarità è particolarmente
intrigante perché parrebbe sottolineare un’affinità con i
tessuti tartans tipici dell’ambito celtico, che celavano il
mistero dell’alfabeto sacro: i fili multicolori simboleggiavano,
infatti, l’appartenenza ad una stirpe solare come le
cordicelle colorate dei quipu incaici.
Analoghe «stoffe variegate» come l’arcobaleno, emblema
del collegamento tra cielo-terra-inferi, si offrivano al
terribile dio dei morti della tradizione sciamanica:
Erlik Khan-Ärlik Qan, vero e proprio antenato clanico
– un tempo celeste, poi demonizzato come Lucifero –
la cui relazione etimologica e semantica con Arlecchino è
già stata ipotizzata.
del collegamento tra cielo-terra-inferi, si offrivano al
terribile dio dei morti della tradizione sciamanica:
Erlik Khan-Ärlik Qan, vero e proprio antenato clanico
– un tempo celeste, poi demonizzato come Lucifero –
la cui relazione etimologica e semantica con Arlecchino è
già stata ipotizzata.
L’affinità del dio con l’Arcangelo “caduto” non può che
sorprenderci perché l’indagine sul nostro demoniaco
personaggio conferma in questo, non solo le confuse
reminiscenze dei cerimoniali del transito annuale, fase
liminale ritenuta pericolosissima in tutta l’antropologia
religiosa, ma anche il retaggio dell’infrazione originaria.
sorprenderci perché l’indagine sul nostro demoniaco
personaggio conferma in questo, non solo le confuse
reminiscenze dei cerimoniali del transito annuale, fase
liminale ritenuta pericolosissima in tutta l’antropologia
religiosa, ma anche il retaggio dell’infrazione originaria.
L’allusione al “geminus Giano” dio delle Porte dell’Anno,
pare fondersi nello Zani (= “Giovannino”) al dualismo di
Venere-Lucifero, il «terrificante serpente dalla veste
“tinta di colori”» che, mettendo fine ad una paradisiaca
era di perfezione causò una scissione nell’integrità del
Tempo.
pare fondersi nello Zani (= “Giovannino”) al dualismo di
Venere-Lucifero, il «terrificante serpente dalla veste
“tinta di colori”» che, mettendo fine ad una paradisiaca
era di perfezione causò una scissione nell’integrità del
Tempo.
La sovrapposizione simbolica viene suffragata dal
mistero della Chasse Allequin, Caccia Selvaggia di cui
Re dai molti nomi, paredro di Diana Signora del sabba, è,
ancora, Lucifero-Herlequin, altra manifestazione infera del
poliedrico Arlecchino.
mistero della Chasse Allequin, Caccia Selvaggia di cui
Re dai molti nomi, paredro di Diana Signora del sabba, è,
ancora, Lucifero-Herlequin, altra manifestazione infera del
poliedrico Arlecchino.
Il costante riproporsi di queste relazioni suggerisce l’affiorare
di un substrato religioso molto arcaico, gravitante
intorno al mistero di una trasgressione cosmica che avrebbe
compromesso l’armonia primordiale. Ma altri aspetti
significativi emergono nel corso dell’indagine quasi a
dimostrazione dell’intricato, perenne riattivarsi delle
strutture archetipiche dell’immaginario.
di un substrato religioso molto arcaico, gravitante
intorno al mistero di una trasgressione cosmica che avrebbe
compromesso l’armonia primordiale. Ma altri aspetti
significativi emergono nel corso dell’indagine quasi a
dimostrazione dell’intricato, perenne riattivarsi delle
strutture archetipiche dell’immaginario.
Il costume composto di “pezze” variopinte della maschera
bergamasca rinvia non solo alla tradizione dei Fool ritenuti
“servi di Venere”, ma ricorda ancora un’altra espressione
del dualismo primordiale: i Buffoni del Sole. Tra queste figure
gemellari, ritualmente in lotta per riscattare la primavera
dall’inverno, risaltano i Clowns cecoslovacchi, portatori di
fecondità, a cui le donne strappavano brani della veste
colorata. Le “pezze”, poste sotto le galline, avrebbero favorito
la produzione di uova, simbolo di rinascita."
bergamasca rinvia non solo alla tradizione dei Fool ritenuti
“servi di Venere”, ma ricorda ancora un’altra espressione
del dualismo primordiale: i Buffoni del Sole. Tra queste figure
gemellari, ritualmente in lotta per riscattare la primavera
dall’inverno, risaltano i Clowns cecoslovacchi, portatori di
fecondità, a cui le donne strappavano brani della veste
colorata. Le “pezze”, poste sotto le galline, avrebbero favorito
la produzione di uova, simbolo di rinascita."
Emanuela Chiavarelli, studiosa del sacro, ricerca nelle
attestazioni dei riti, dei miti, delle fiabe, delle tradizioni
popolari il retaggio di eventi realmente accaduti che ispirarono
i cerimoniali, i Misteri e la religiosità dei diversi popoli. Autrice
di saggi antropologici, come Sulle tracce della scarpina perduta
(Roma, Il Calamaio 2005-6), o Il dio Asino: il mistero di
un’antica divinità (Roma, Tiellemedia 2006), ha già pubblicato,
per Bulzoni, Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo
sciamanismo alla “caccia selvaggia” (2007); Intarsi: momenti di
Antropologia (2009); La maschera e il Graal. Indagine sull’archetipo
della “coppa” (2012). Scrive e ha scritto per le riviste “Tema”,
“Psicoanalisi Forense”, “Psicoanalisi corporea”, “Studi sull’Oriente
Cristiano” e “Arthos”.
attestazioni dei riti, dei miti, delle fiabe, delle tradizioni
popolari il retaggio di eventi realmente accaduti che ispirarono
i cerimoniali, i Misteri e la religiosità dei diversi popoli. Autrice
di saggi antropologici, come Sulle tracce della scarpina perduta
(Roma, Il Calamaio 2005-6), o Il dio Asino: il mistero di
un’antica divinità (Roma, Tiellemedia 2006), ha già pubblicato,
per Bulzoni, Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo
sciamanismo alla “caccia selvaggia” (2007); Intarsi: momenti di
Antropologia (2009); La maschera e il Graal. Indagine sull’archetipo
della “coppa” (2012). Scrive e ha scritto per le riviste “Tema”,
“Psicoanalisi Forense”, “Psicoanalisi corporea”, “Studi sull’Oriente
Cristiano” e “Arthos”.
Ha collaborato con la Cattedra di Antropologia Culturale presso
la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma,
La Sapienza.
la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Roma,
La Sapienza.
Luigi Pellini, allievo devoto di Igor Istomin, insieme con il
maestro
ha approfondito il sacro nelle religioni, con particolare attenzione
per lo sciamanesimo europeo e orientale.
ha approfondito il sacro nelle religioni, con particolare attenzione
per lo sciamanesimo europeo e orientale.
Il volume è disponibile
Libreria ASEQ - Via dei Sediari, 10 • 00186 Roma - Email: info@aseq.it - Tel. 06 6868400
1 commento:
Sicuramente è una delle maschere più antiche, nel medioevo si mascheravano in modo semplice usando scarti di stoffa di vari colori. La maschera nera sul viso invece a me ricorda Pelope "faccia nera", il primo re dei veneti.
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