Sull'identità di Fulcanelli si è detto molto è male.
Non è una bella storia.
E' la storia di un plagio.
Fulcanelli è il moderno heroe, personaggio che incarna un mito, una fictio letteraria, è l'Alchimista moderno per antonomasia (anche se paradossalmente è lo specchio dell'antimodernità).
Ma alla domanda chi ne ha creato la leggenda, credo che si sia tutti d'accordo che la paternità spetti al duo Jean Julien Champagne -Eugène Canceliet, o meglio alla compagine segreta dei Frère Chevalier d’Héliopolis (F.C.H.) (1)
Ma per quanto si dica, nessuno dei due era l'uomo del Mistero delle Cattedrali.
Frontespizio de Le mystère
des cathédrales di Fulcanelli (1926)
|
E' quasi per caso, ma sappiamo bene che non esiste, in una birreria, la
Closerie des Lilas a Montparnasse, che Champagne incontra il nostro uomo.
Si riconoscono come "simili"...o quasi.
L'Uomo dei Misteri delle Cattedrali, Aor, che proprio allora aveva cominciato a comprenderne il complicato significato simbolico, riconosce in Champagne un versato talentuoso nell'arte alchemica.
Quest'ultimo aveva da poco ritrovato un manoscritto in sei pagine del secolo precedente in un raro esemplare degli scritti di Newton, che dava le precise istruzioni sulle manipolazioni alchemiche necessarie per ottenere i blu e rossi delle vetrate della cattedrale di Chartres.
Un segreto perso da secoli che interessò il nostro uomo. Era una conoscenza la cui perdita aveva, tra le altre cose segnato la decadenza dell'arte gotica, in particolare proprio nella realizzazione di quelle bellissime e suggestive vetrate. (2)
Fecero un Patto, stimando l'artefice alchemico, ma non l'uomo.
Il nostro uomo, Aor, avrebbe chiarito aspetti dell'arte alchemica di cui Champagne era carente, e quest'ultimo avrebbe carpito "il segreto" da quel testo, conducendo i necessari esperimenti e ricevendo per di più mensilmente anche i fondi necessari per mantenersi e per l'impresa, indipendentemente dalla sua riuscita.
Nessuno avrebbe dovuto sapere del nostro uomo, nè della loro impresa o Patto, pena la morte.
I due si danno da fare e negli anni conducono assieme diversi esperimenti.
E' in quest'occasioni che il "Nostro" informa Champagne della sua ricerca sul simbolismo nascosto delle Cattedrali.
Gli mostra i suoi appunti.
Anzi glieli affida perché trovi un editore per la loro pubblicazione.
Lo Champagne però di lì a poco, glieli restituisce affermando che non era il caso perché troppi segreti sarebbero stati svelati.
In realtà aveva trovato l'occasione per dar "forma" e sostanza ad un' "ombra". Quella dell'alchimista di cui già si vociferava da tempo a Parigi nelle ristrette cerchie iniziatiche dell'epoca, soprattutto tra i "suoi allievi". "L'inviato dalla Fratellanza Bianca per agevolare l'evoluzione dell'umanità. .. Un vero Rosa-Croce ... un maestro dai poteri straordinari" come ebbe a dire più tardi la vergine vestale del mito di Fulcanelli, cioè Eugène Canceliet.
Gli appunti di Aor sono affidati nelle mani di un inconsapevole Magophon (la Voce dei Magi), che li crede del Maestro Incognito, Fulcanelli ovvero l'Ombra. Traendo spunti anche dalla sua vasta erudizione li riordina, facendone un libro.
Sarà il Canceliet, accordandosi con l'editore Jean Schemit, a curarne la pubblicazione, di cui inevitabilmente scrisse la prefazione.
Così nel 1923 sarà pubblicato i Mystère des Cathédrales et l’interprétation ésotérique des symboles hermétiques du Grand-Œuvre. (3)
Si riconoscono come "simili"...o quasi.
L'Uomo dei Misteri delle Cattedrali, Aor, che proprio allora aveva cominciato a comprenderne il complicato significato simbolico, riconosce in Champagne un versato talentuoso nell'arte alchemica.
Quest'ultimo aveva da poco ritrovato un manoscritto in sei pagine del secolo precedente in un raro esemplare degli scritti di Newton, che dava le precise istruzioni sulle manipolazioni alchemiche necessarie per ottenere i blu e rossi delle vetrate della cattedrale di Chartres.
Un segreto perso da secoli che interessò il nostro uomo. Era una conoscenza la cui perdita aveva, tra le altre cose segnato la decadenza dell'arte gotica, in particolare proprio nella realizzazione di quelle bellissime e suggestive vetrate. (2)
Fecero un Patto, stimando l'artefice alchemico, ma non l'uomo.
Il nostro uomo, Aor, avrebbe chiarito aspetti dell'arte alchemica di cui Champagne era carente, e quest'ultimo avrebbe carpito "il segreto" da quel testo, conducendo i necessari esperimenti e ricevendo per di più mensilmente anche i fondi necessari per mantenersi e per l'impresa, indipendentemente dalla sua riuscita.
Nessuno avrebbe dovuto sapere del nostro uomo, nè della loro impresa o Patto, pena la morte.
I due si danno da fare e negli anni conducono assieme diversi esperimenti.
E' in quest'occasioni che il "Nostro" informa Champagne della sua ricerca sul simbolismo nascosto delle Cattedrali.
Gli mostra i suoi appunti.
Anzi glieli affida perché trovi un editore per la loro pubblicazione.
Lo Champagne però di lì a poco, glieli restituisce affermando che non era il caso perché troppi segreti sarebbero stati svelati.
In realtà aveva trovato l'occasione per dar "forma" e sostanza ad un' "ombra". Quella dell'alchimista di cui già si vociferava da tempo a Parigi nelle ristrette cerchie iniziatiche dell'epoca, soprattutto tra i "suoi allievi". "L'inviato dalla Fratellanza Bianca per agevolare l'evoluzione dell'umanità. .. Un vero Rosa-Croce ... un maestro dai poteri straordinari" come ebbe a dire più tardi la vergine vestale del mito di Fulcanelli, cioè Eugène Canceliet.
Gli appunti di Aor sono affidati nelle mani di un inconsapevole Magophon (la Voce dei Magi), che li crede del Maestro Incognito, Fulcanelli ovvero l'Ombra. Traendo spunti anche dalla sua vasta erudizione li riordina, facendone un libro.
Sarà il Canceliet, accordandosi con l'editore Jean Schemit, a curarne la pubblicazione, di cui inevitabilmente scrisse la prefazione.
Così nel 1923 sarà pubblicato i Mystère des Cathédrales et l’interprétation ésotérique des symboles hermétiques du Grand-Œuvre. (3)
Il laboratorio alchemico di
Champagne |
Come potete immaginare non fù poca la sorpresa, quando il nostro uomo dei misteri delle cattedrali scoprì che il suo compagno d'impresa aveva pubblicato sotto pseudonimo, Fulcanelli, il suo lavoro. Non gli serbò rancore e continuò a finanziarlo, mantenendo l'accordo fino alla fine: l'esperimento finale, in Provenza,19 anni dopo il loro primo incontro.
L'esperimento riesce.
Si separano, ma tempo dopo lo Champagne, lo ricontatta.
Vuole ripetere l'esperimento, farne partecipe un ricercatore universitario.
L'Uomo si altera, gli ricorda il giuramento.
La storia sembra finita lì, ma non è così.
Champagne lo informa che avrebbe ripetuto l'esperimento con i suoi allievi.
Non può opporsi alla determinata volontà dell'altro. Si reca a Parigi un giorno in anticipo a quello fissato, ma trova l'altro, il plagiatore, morente per una cancrena. E' privo di forze, non riesce neanche a parlare.
Si guardano in silenzio, ma si intendono.
Gli fa un cenno dal letto indicandogli qualcosa. Su una pila di libri trova le pagine mancanti del manoscritto che anni prima gli aveva affidato.
L'uomo si mette in tasca i fogli. Il cerchio si chiude.
Il mattino dopo Champagne era morto, ma il mito di Fucanelli era nato.
Si racconta che i Frère Chevalier d’Héliopolis abbiano realizzato la Grande Opera e che Fulcanelli sia diventato immortale come ilConte di Saint-Germain o Nicholas Flamel. Sicuramente fu una Grand Opéra, composta ed
1. Eugène Canceliet a pag. 80 de "L’alchimie et son livre muet " di Isaac Baulot scrive: "En notre position d’unique disciple de l’Adepte dernier en date, en notre qualité de Frère Chevalier d’Héliopolis…". Inoltre sulla copertina compare come "Eugène Canceliet F.C.H. disciple de Fulcanelli". Ma chi erano i Frère Chevalier d’Héliopolis? Anch'essi probabilmente un'altra invenzione di quelle destinate a creare il mito di Fulcanelli ed alimentare la curosità ed il mistero intorno alle opere che portano il suo nome. Probabilmente si tratta di quel ristretto cenacolo di amici ed allievi, complici involontari o memo, consapevoli o meno, che ritroviamo anche tra i frequentatori del salotto De Lesseps, della Librairie du Meveilleux e di quel segreto cenacolo esoterico che fu il Grand Lunaire.eseguita, anche talvolta inconsapevolmente, da comprimari, comparse, cori e balletti.
Fulcanelli è sicuramente entrato tra gli immortali dell'immaginario collettivo dei nostri tempi.
Ricercarne l'identità non è altro che una caccia ai fantasmi.
E' esistito Ermete Trismegisto? E Christian Rosenkreutz?
La domanda sarebbe semmai perchè ad un certo punto qualcuno crea dei personaggi come Rosenkreutz o Fulcanelli.
Se c'è, chi immagina che Fulcanelli fu una felice invenzione con cui alcuni si aprirono la strada alla notorietà, qualcuno altro pensa che la combriccola che creò la sua leggenda fosse solo uno strumento con cui si diede diffusione ad idee e suggestioni che la nostra epoca doveva recuperare.
Insomma che dietro i protagonisti di questa storia vi fosse qualcun altro, ma questa è un'altra storia.
2.
Scrive Louis Charpentier in Les mystères de la cathédrale de
Chartres: "Esistono, inoltre, altre coincidenze storiche: il
gotico "vero", nato nello stesso periodo in cui fu fondato il Tempio,
finisce con la scomparsa di questo. Si avranno altre forme:
l'"ogivale", il "fiammeggiante". Ma non si tratterà che di
virtuosismo formale. Non sarà più il Tempio iniziatico.Ugualmente
scomparve la vetrata. Essa cede il posto al vetro dipinto che non avrà altro
valore se non quello derivantegli dal valore del pittore e, in tutti i casi,
nessun'altra virtù se non quella derivantegli dalla sua piacevolezza. Bisognerà
dunque concludere che gli «ideatori», i «saggi» si trovavano nel Tempio e che
disparvero con la sua caduta? E chiarisce: "il Tempio ebbe una
organizzazione assai complessa, cmmistione di monaci e di laici, di militari,
artigiani, tutti designati con il nome di «frati» (frères). Alla base
dell'Ordine c'erano i Frères de couvent che, uomini d'armi o
no, erano veri e propri monaci, avendo pronunciato i voti.
Erano questi i veri e propri Templari. Nell'organizzazione generale vi erano,
in sovrappiù, dei volontari, legati a vita o a tempo determinato, fra cui
c'erano i Frères de metier che potrebbero, con molta
probabilità, essere stati dei costruttori appartenenti agli Enfants de
Salomon.""In ogni caso, nello stesso tempo in cui si celebrava il
processo al Tempio, Filippo il Bello sopprimeva le immunità accordate ai
"muratori" (maçons). Se les Enfants du
Pére Soubise si adattarono alla situazione, così non
fecero les Enfants de Salomon i quali, dopo aver suscitato
qualche tumulto, si rifugiarono nella clandestinità o, per un po' di tempo,
espatriarono. Considerandosi completamente sciolti da ogni obbligo nei
confronti del re di Francia e del Papato, colpevole di non aver difeso l'Ordine,
essi diventarono les Compagnons étrangers du Devoir de
Salomon".
3.
La leggenda vuole che nel 1923 Fulcanelli fece recapitare a Eugéne
Canseliet tre manoscritti Le Mystère des Cathédrales, Les Demeures
philosophales e Finis Gloriae Mundi. Impacchettati e sigillati in cera verde,
perché si occupasse di farli pubblicare. In realtà sappiamo che Les
Demeures philosophales verranno alla luce solo più tardi, quando
Eugène Canceliet è ormai in possesso del lavoro di Magophone, morto
nel frattempo, il quale aveva continuato a sviluppare l'intuizione di Aor. Lo
darà poi alle stampe sempre attribuendolo a Fulcanelli.
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