La
Chiesa di Ognissanti sorge nella zona del porto vecchio di Trani (BA),
di fronte alla darsena. La Puglia, in epoca templare, era una regione
importantissima, non solo per la presenza di numerosi grandi porti,
adeguati alla grosse navi che andavano e venivano dalla Terrasanta, ma
anche terra ricca e fertile che consentiva ottimi raccolti e allevamenti
di bestiame da inviare come rifornimento ai Crociati che combattevano
in Oriente. Trani era, per l'appunto, uno dei più importanti porti
pugliesi. Secondo la tradizione, i Templari costruirono la chiesa di
Ognissanti nella prima metà del XII secolo: infatti la prima
testimonianza della presenza templare a Trani si ha nella "Historia
traslationis Sancti Nicolai Peregrini" , in cui il diacono Amado,
afferma che i Templari si sarebbero insediati a Trani prima del 1143,
anno in cui li vide presenti alla cerimonia di traslazione del corpo del
Santo, durante la quale si verificò un evento portentoso. La chiesa
sorgeva vicino alla mansione, e fungeva anche da ricovero e da ospedale
per i pellegrini. Questo viene attestato da un'iscrizione presente sulla
facciata principale, la quale ci informa della presenza di Costantino,
contemporaneamente medico e abate-rettore della Domus tranese, e quindi
un Templare: L'Ordine mantenne la proprietà della chiesa fino al 1312,
anno della sua soppressione. Successivamente la chiesa e l'annesso
ospedale vennero assegnati prima ai Cavalieri di San Giovanni di
Gerusalemme, e poi negli anni successivi divenne proprietà di illustri
famiglie locali: De Justis, Castaldi, Lambertini, Rogadeo e Achonzaico, i
cui stemmi figurano su un bassorilievo scolpito sull'architrave
d'ingresso alla sagrestia, fatto apporre dal più illustre esponente
della famiglia dei Lambertini, Cesare, tra il 1524 ed il 1551....
L'immagine più ricorrente della chiesa di Ognissanti è quella della veduta absidale, affacciata sul porto di Trani, anche perché l'ingresso principale, situato sulla via interna di Ognissanti, presenta un portico retto da un colonnato, sormontato da locali di abitazione che nascondono parzialmente la facciata principale. All'interno del portico sono presenti due colonne in granito africano ed un pilastro cruciforme, tutti sormontati da capitelli di varia e complessa decorazione. Le tre porte di ingresso, ciascuna corrispondente ad ognuna delle navate interne della chiesa, sono rettangolari e sui loro architravi si trovano delle lunette semicircolari finemente decorate. La lunetta di sinistra risulta oggi notevolmente deteriorata dal tempo e dalla calcina, ma quella di destra presenta un bassorilievo nel quale sono raffigurati due pavoni che si cibano da un tralcio di vite, simbolo dell'Eucaristia .
il portale principale, invece, è sormontato da una lunetta nella quale sono presente due formelle rappresentanti l'Annunciazione: vi si vede a sinistra l'Arcangelo Gabriele, che regge con la sinistra una stola sui cui è inciso "Ave Maria Gratia Plena" e protende la destra in avanti; nella formella destra si trova la Vergine rappresentata nell'atto di filare, con il filo nella mano destra, da cui pende il fuso, e la conocchia nella sinistra.
Affiancano il portale due semicolonne decorate, sormontate dagli unici semicapitelli decorati dell'intera costruzione. In essi da un giro di foglie d'acanto fuoriescono, occupando gli angoli, due angeli coronati in vesti di reminiscenza bizantina, che recano in una mano lo scettro e nell'altra un globo crociato. Nel semicapitello destro uno dei due angeli, forse l'Arcangelo Michele, sporge lo scettro verso il centro, dove viene addentato da un dragone: lo sormonta un volto umano con barba e baffi. Si tratta forse di una rappresentazione del Baphomet dei Templari? L'interno, privo di transetto, è suddiviso in tre navate separate da sei colonne di granito africano con capitelli di tipo corinzio composito, su cui poggiano arcate a doppia ghiera. Oggi, il soffitto della navata centrale è ricoperto da un tetto a capriate lignee, dovuto all'ultimo restauro del 1934. L'interno è illuminato sia dalle finestre presenti nella parete superiore della navata centrale, sia dalle monofore del lato settentrionale; in più le aperture delle absidi, di proporzioni differenti, contribuiscono all'illuminazione con effetti graduali. All'esterno l'abside centrale spicca per le sue decorazioni con figure animali fantastiche, che in un certo senso ricordano le gargolle delle chiese gotiche: leoni stilofori, grifi che artigliano le loro prede, una sfinge ed un essere mostruoso dal corpo a squame. Nella decorazione sulla parte inferiore della finestra si possono notare alcuni simboli interessanti. A partire dalla sinistra, notiamo dapprima una specie di monogramma, formato da una Tau sovrapposta ad una "A" in cui il trattino centrale è costituito da una cuspide verso il basso. Questo tipo di "A" così stilizzata è spesso associata ad alcuni SATOR templari, dove una coppia di "A" col trattino dritto è presente insieme ad un'altra avente il trattino in forma di cuspide. Subito dopo compare il simbolo del Nodo dell'Apocalisse. Conclude la serie una specie di nodo o intreccio di ispirazione celtica.
L'immagine più ricorrente della chiesa di Ognissanti è quella della veduta absidale, affacciata sul porto di Trani, anche perché l'ingresso principale, situato sulla via interna di Ognissanti, presenta un portico retto da un colonnato, sormontato da locali di abitazione che nascondono parzialmente la facciata principale. All'interno del portico sono presenti due colonne in granito africano ed un pilastro cruciforme, tutti sormontati da capitelli di varia e complessa decorazione. Le tre porte di ingresso, ciascuna corrispondente ad ognuna delle navate interne della chiesa, sono rettangolari e sui loro architravi si trovano delle lunette semicircolari finemente decorate. La lunetta di sinistra risulta oggi notevolmente deteriorata dal tempo e dalla calcina, ma quella di destra presenta un bassorilievo nel quale sono raffigurati due pavoni che si cibano da un tralcio di vite, simbolo dell'Eucaristia .
il portale principale, invece, è sormontato da una lunetta nella quale sono presente due formelle rappresentanti l'Annunciazione: vi si vede a sinistra l'Arcangelo Gabriele, che regge con la sinistra una stola sui cui è inciso "Ave Maria Gratia Plena" e protende la destra in avanti; nella formella destra si trova la Vergine rappresentata nell'atto di filare, con il filo nella mano destra, da cui pende il fuso, e la conocchia nella sinistra.
Affiancano il portale due semicolonne decorate, sormontate dagli unici semicapitelli decorati dell'intera costruzione. In essi da un giro di foglie d'acanto fuoriescono, occupando gli angoli, due angeli coronati in vesti di reminiscenza bizantina, che recano in una mano lo scettro e nell'altra un globo crociato. Nel semicapitello destro uno dei due angeli, forse l'Arcangelo Michele, sporge lo scettro verso il centro, dove viene addentato da un dragone: lo sormonta un volto umano con barba e baffi. Si tratta forse di una rappresentazione del Baphomet dei Templari? L'interno, privo di transetto, è suddiviso in tre navate separate da sei colonne di granito africano con capitelli di tipo corinzio composito, su cui poggiano arcate a doppia ghiera. Oggi, il soffitto della navata centrale è ricoperto da un tetto a capriate lignee, dovuto all'ultimo restauro del 1934. L'interno è illuminato sia dalle finestre presenti nella parete superiore della navata centrale, sia dalle monofore del lato settentrionale; in più le aperture delle absidi, di proporzioni differenti, contribuiscono all'illuminazione con effetti graduali. All'esterno l'abside centrale spicca per le sue decorazioni con figure animali fantastiche, che in un certo senso ricordano le gargolle delle chiese gotiche: leoni stilofori, grifi che artigliano le loro prede, una sfinge ed un essere mostruoso dal corpo a squame. Nella decorazione sulla parte inferiore della finestra si possono notare alcuni simboli interessanti. A partire dalla sinistra, notiamo dapprima una specie di monogramma, formato da una Tau sovrapposta ad una "A" in cui il trattino centrale è costituito da una cuspide verso il basso. Questo tipo di "A" così stilizzata è spesso associata ad alcuni SATOR templari, dove una coppia di "A" col trattino dritto è presente insieme ad un'altra avente il trattino in forma di cuspide. Subito dopo compare il simbolo del Nodo dell'Apocalisse. Conclude la serie una specie di nodo o intreccio di ispirazione celtica.
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