La Triplice Dea Preislamica, Al-Lat, Uzza, Manat...
L'antica Arabia preislamica ci regala infiniti tesori, molti dei quali ancora da scoprire, e miti e leggende meravigliose come quella legata al culto delle tre divinita' femminili Allat, Manat e al-Uzza
In un santuario tra gli alberi di acacia, a Sud della Mecca, veniva venerata Al-Uzza, sottoforma di sorgente.
Lei, il cui nome significa “La possente”, era la stella del mattino, la Dea deserto indomita ed indomabile.
Un pietra nera, smussata, rappresentava la sua energica e benefica essenza.
Al-Lat è semplicemente “La Dea”.
Il suo culto abbracciò aree molto vaste.
Infatti si possono trovare tracce di Al-Lat anche in altre culture.
Era Allatu presso i babilonesi, Allatum tra gli Accadi ed Elat tra fenici e cartaginesi.
Forse, come luna infera, arrivò fino in Grecia col nome di Ellotis, Dea venerata con culti orgiastici.
Tuttavia Erodono paragona Al-Lat ad Afrodite.
Nel mondo Arabo Al-Lat era la terra nella sua interezza. Era carica di frutti, feconda, ricca di doni.
Era venerata ad At Tàif, sempre nei pressi della Mecca, ed una pietra bianca era destinata a simboleggiarla.
Le donne, care ad Al-Lat, comparivano nude davanti alla sacra pietra, girandole intorno, pregando la Dea che esaudisse le loro richieste.
Essa era incrollabile, inamovibile e su di lei venivano pronunciati i giuramenti più solenni: “Per il sale e per il fuoco e per Al-Lat che è la più grande di tutti”.
Infine Menat veniva venerata sulla strada tra la Mecca e Medina, anch’essa sottoforma di una pietra nera.
Menat è la forza del fato, forse una rappresentazione della morte e probabilmente è la più antica di queste divinità.
Tre Dee, una stessa forza muliebre.
I templi delle Dee furono distrutti dopo la conquista della Mecca nel 631 D.C.
Il santuario di Al-Lat fu incendiato e la pietra bianca che per secoli aveva rappresentato la bellezza e lo splendore della Dea fu usata come gradino per la nuova moschea fatta erigere sul luogo da Maometto.
Anche il luogo sacro a Manat fu raso al suolo, ed il tesoro presente nel santuario fu razziato. I pezzi più belli di tale tesoro, due spade chiamate Mikhdam (la tagliente) e Rasūb (la penetrante), furono donate dal profeta a suo genero, Alì. Per meglio servire la gloria di Allah.
Infine le tre acacie sacre ad Al-Uzza furono sradicate.
L'antica Arabia preislamica ci regala infiniti tesori, molti dei quali ancora da scoprire, e miti e leggende meravigliose come quella legata al culto delle tre divinita' femminili Allat, Manat e al-Uzza
In un santuario tra gli alberi di acacia, a Sud della Mecca, veniva venerata Al-Uzza, sottoforma di sorgente.
Lei, il cui nome significa “La possente”, era la stella del mattino, la Dea deserto indomita ed indomabile.
Un pietra nera, smussata, rappresentava la sua energica e benefica essenza.
Al-Lat è semplicemente “La Dea”.
Il suo culto abbracciò aree molto vaste.
Infatti si possono trovare tracce di Al-Lat anche in altre culture.
Era Allatu presso i babilonesi, Allatum tra gli Accadi ed Elat tra fenici e cartaginesi.
Forse, come luna infera, arrivò fino in Grecia col nome di Ellotis, Dea venerata con culti orgiastici.
Tuttavia Erodono paragona Al-Lat ad Afrodite.
Nel mondo Arabo Al-Lat era la terra nella sua interezza. Era carica di frutti, feconda, ricca di doni.
Era venerata ad At Tàif, sempre nei pressi della Mecca, ed una pietra bianca era destinata a simboleggiarla.
Le donne, care ad Al-Lat, comparivano nude davanti alla sacra pietra, girandole intorno, pregando la Dea che esaudisse le loro richieste.
Essa era incrollabile, inamovibile e su di lei venivano pronunciati i giuramenti più solenni: “Per il sale e per il fuoco e per Al-Lat che è la più grande di tutti”.
Infine Menat veniva venerata sulla strada tra la Mecca e Medina, anch’essa sottoforma di una pietra nera.
Menat è la forza del fato, forse una rappresentazione della morte e probabilmente è la più antica di queste divinità.
Tre Dee, una stessa forza muliebre.
I templi delle Dee furono distrutti dopo la conquista della Mecca nel 631 D.C.
Il santuario di Al-Lat fu incendiato e la pietra bianca che per secoli aveva rappresentato la bellezza e lo splendore della Dea fu usata come gradino per la nuova moschea fatta erigere sul luogo da Maometto.
Anche il luogo sacro a Manat fu raso al suolo, ed il tesoro presente nel santuario fu razziato. I pezzi più belli di tale tesoro, due spade chiamate Mikhdam (la tagliente) e Rasūb (la penetrante), furono donate dal profeta a suo genero, Alì. Per meglio servire la gloria di Allah.
Infine le tre acacie sacre ad Al-Uzza furono sradicate.
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