domenica 23 febbraio 2020

Giordano Bruno, La magia e le ligature, Mimesis Edizioni.

Giordano Bruno è stato, senza ombra di dubbio, uno dei più grandi geni della storia del pensiero umano; non un semplice spartiacque tra pensiero magico rinascimentale e pensiero scientifico seicentesco, ma un intelletto geniale in grado di attingere a ogni campo del sapere e unificare l'intera conoscenza magica, filosofica, scientifica, religiosa e logica del suo tempo.
Dato il suo involontario ruolo di "martire" del pensiero libero, viene spesso ricordato e conosciuto più per la sua vicenda personale che per le sue parole e molto vi è ancora da esplorare e comprendere delle sue opere.
Un intero universo si nasconde nei suoi scritti dedicati all'arte magica, in cui rifulge la fiamma immaginativa del suo intelletto in grado di aprire squarci inaspettati sul velo dell'essere. Tra esse, spiccano il De magia e il De vinculis in genere, editi in italiano dalla Mimesis sotto il titolo di La magia e le ligature, ideali per andare al nocciolo del pensiero magico e filosofico bruniano e per comprendere quali siano i fondamenti dell'arte magica in generale.
Per Bruno esistono diversi generi di magia:
La magia naturale, che agisce sui legami materiali delle cose attraverso la conoscenza delle leggi fisiche;
La magia prestigiatoria, che opera attraverso lo stupore indotto nel prossimo mediante l'apparenza e l'impiego di forze superiori, vere o presunte;
La necromanzia, magia oscura che impiega l'evocazione delle anime dei morti;
La magia matematica e la filosofia occulta, che impiega caratteri, formule, simboli, sigilli, numeri sacri;
La magia dei disperati, praticata da coloro che invocano demoni e forze occulte per ottenere ciò che vogliono a prezzo dell'anima;
La teurgia, l'evocazione di demoni o angeli mediante l'utilizzo di simulacri, talismani o altri oggetti sacralizzati, che si fanno veicolo della divinità;
La profezia, che può essere praticata per mezzo di diversi strumenti divinatori.
Infine, vi è la forma più alta di magia, la Magia propriamente detta: la Sapienza. La vera Magia è infatti la perfetta e compiuta conoscenza della realtà e dei nessi materiali e spirituali che ne regolano il divenire.
Tutti i precedenti generi di magia possono essere raccolti in tre principali categorie:
La magia divina, che opera mediante le forze spirituali superiori;
La magia fisica, che agisce sugli elementi materiali;
La magia matematica, che liga a sé le forze superiori o inferiori attraverso rituali, parole magiche, sigilli, caratteri e formule sacre.
La sofisticata idea di Bruno rielabora in maniera creativa, in chiave panteista, l'altrettanto complessa gerarchia dell'esistenza propria sia della filosofia neoplatonica sia di alcune correnti della filosofia medievale, come quella di Scoto Eriugena. Da Dio al più basso e abietto degli esseri, ogni cosa è collegata. Il vuoto, per Bruno, non esiste; esiste la materia che, seppur separata nello spazio, è unita nello spirito, l'anima mundi, l'intelletto divino che tutto colma e che, come un'invisibile ragnatela, unifica l'intero universo.
Da qui la possibilità, attraverso l'arte magica, di agire sugli oggetti, le persone, le cose, perfino gli spiriti e gli angeli. Il suo segreto risiede nella conoscenza di quelle che Bruno chiama "ligature", le connessioni nascoste tra le cose, i fili invisibili che collegano il tutto e che il mago è in grado di far vibrare a proprio piacimento.
Tale connessione si dispiega attraverso una scala gerarchica che, simile alla gerarchia neoplatonica, si dispiega dall'Uno/Dio originario che si frammenta creando una molteplicità che, tuttavia, reca in sé l'archetipo primordiale. Ogni aspetto della scala gerarchica non è altro che un frattale della totalità. Come scrive Bruno:
"Per giungere a cose particolari, assioma dei maghi è che in ogni operazione occorre avere sotto gli occhi che Dio influisce sugli Dei, gli Dei sugli astri, che sono numi corporei; gli astri influiscono su demoni, che reggono ed abitano gli astri, i demoni influiscono sugli elementi, gli elementi sui misti, i misti sui sensi, i sensi sull'animo, l'animo sull'intero essere animato; questa è la scala in discesa" (Giordano Bruno, La magia e le ligature,
Per Bruno, caratteri simili erano i geroglifici degli antichi egizi, la cui sacralità e potenza magica derivava dall'essere ispirati dal dio Thot non come semplici segni convenzionali, bensì come sigilli in grado di riflettere l'essenza stessa delle cose, di "ligarle", appunto, come nodi, all'uomo stesso e permettergli così di esercitare su di esse il proprio influsso magico attraverso la volontà.
In Bruno risiede la prima, grande, scoperta della magia intesa come Volontà, idea cardine dei sistemi magici ottocenteschi e novecenteschi di Eliphas Levi, della Golden Dawn e di Crowley.
Uomo, Volontà e Natura divengono un tutt'uno mediante la Parola, il Verbo:
"Perciò, imitando gli Egizi, oggi i Maghi, fabbricate immagini, descritti caratteri e cerimonie consistenti in specifici gesti e riti, esprimono i loro voti quasi con determinati cenni, perché vengano intesi, e si tratta di quella lingua degli dei che permane uguale, mentre tutte le altre ogni giorno e mille volte cambiano; eguale come la specie della natura. Per la stessa ragione i numi si rivolgono a noi attraverso visioni, sogni che noi nominiamo enigmi per mancanza di esperienza, ignoranza e incapacità delle nostre facoltà" (Giordano Bruno, La magia e le ligature, Mimesis, p. 49).




Giordano Bruno, La magia e le ligature, Mimesis Edizioni.

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