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Non mi fiderei di Renzo Piano
Osaka, affonda l' aeroporto disegnato da Renzo Piano

L' AEROPORTO gioiello sta affondando. O meglio, si
sta inabissando l' isola inventata per ospitarlo. La "Kansai Island",
creata artificialmente dieci anni fa nelle baia di Osaka per lo scalo
progettato da Renzo Piano, si è abbassata di undici metri. "Rischia di
inabissarsi", titolano i giornali giapponesi raccogliendo la denuncia
di una società che ha collaborato alla ciclopica impresa costata 30
mila miliardi. "è urgente prendere provvedimenti per garantire la
stabilità della struttura", riconoscono i responsabili della "Kansai
International Airport Co. Ltd", l' ente metà privato metà pubblico che
gestisce l' aerostazione. Il governo tace, ma fonti giudiziarie fanno
sapere che la magistratura ha aperto un' inchiesta su presunte
irregolarità: qualcuno - si ipotizza - avrebbe "barato" sulla qualità
del materiale utilizzato per le fondamenta dell' isola e ora - a sei
anni dall' inaugurazione dello scalo - se ne starebbero pagando le
conseguenze. L' allarme non è nuovo. Da anni l' ambizioso progetto -
che ha costretto le scuole ad aggiornare le cifre riguardanti la
superficie totale del Giappone e il numero delle sue isole - è al
centro dell' attenzione in dibattiti e perfino scherzi. Come quello
fatto dall' Asahi Shimbun, il primo aprile del ' 94: il giornale, il
più venduto del Giappone, "strillò" in prima pagina che la
preziosissima isola era affondata, pubblicando anche una fotografia
dove il mare ricopriva interamente il sito del Kansai. In realtà,
sostiene Piano, un compattamento di undici metri della roccia
frantumata che fa da base all' isola era previsto. "Quando nel ' 90 fu
aperto il cantiere dell' aerostazione, cioè la parte del Kansai
progettata da me - dice l' architetto italiano - l' isola era già stata
completata e si era già avuto un abbassamento di dieci metri". Al
termine della costruzione dello scalo il terreno si era poi
"aggiustato" di altri 25-30 centimetri. Negli ultimi sei anni il calo
sarebbe dunque dell' ordine di poche decine di centimetri, molto più
contenuto, cioè, di quanto denunciato dalla stampa giapponese. Ma
dallo Shukan Bunshun - uno dei settimanali che a fine luglio hanno
lanciato l' allarme - precisano che motivi di preoccupazione ce ne
sono. Alcuni degli edifici dell' isola presenterebbero profonde crepe e
un "profilo a zig zag" dovuti al cedimento del terreno. Gli impianti
elettrici sarebbero in pericolo, in particolare durante le fasi di alta
marea e perfino i depositi di carburante sarebbero sottoposti a
pressioni molto più elevate di quelle previste. Il tutto proprio a
causa dell' inabissamento. L' elenco dei guai sarebbe stato compilato
da dipendenti di una delle aziende subappaltatrici di opere necessarie
alla costruzione dell' isola. Questi informatori - di cui il
settimanale difende l' anonimato - hanno raccontato che per costruire
le fondamenta della Kansai Island non è stata utilizzata soltanto la
roccia frantumata ritenuta necessaria nel progetto, bensì sabbia di
pessima qualità. La roccia sarebbe stata versata soltanto nello strato
più superficiale della base, "come una specie di glassa di
cioccolata". Addirittura, si sospetta che il grosso dello zoccolo del
Kansai sia stato fatto di fango, lo stesso per la cui asportazione
dalla baia il governo giapponese aveva pagato profumatamente. Il
traffico sarebbe stato organizzato dalla centrale di Osaka della
Yakuza, la mafia giapponese. Si tratta però di scenari tutti da
verificare e risultati delle indagini della magistratura - precisano
sempre dal settimanale - non se ne avranno fino alla fine dell' anno.
Qualcuno ricorda che la "sabbia con la truffa" non è una novità:
durante il terremoto di cinque anni fa alcune autostrade costruite su
terra di riporto erano state danneggiate in modo sospetto e si era
anche in quel caso intuito che il materiale utilizzato nelle fondamenta
fosse diverso da quello "sicuro". Intanto, i responsabili del Kansai
corrono ai ripari: in una conferenza stampa a fine luglio hanno
annunciato che "molto rapidamente" verranno compiuti interventi per
migliorare la stabilità dell' isola. La spesa prevista per i primi
lavori si aggira sui 360 miliardi. Una cifra che va aggiungersi ai 420
miliardi di lire di debiti già accumulati dall' aeroporto.
di STEFANIA DI LELLIS
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