Il missorio di Ardaburio..
Fuso in argento per un peso di 3600 gr ed un diametro di 42 cm, il missorio fu realizzato nel 434 per commemorare il consolato di Flavius Ardaburio Aspar.Venne rinvenuto nel 1769 in provincia di Grosseto ed è attualmente conservato nel Museo archeologico nazionale di Firenze (Inv. 2588).
Lungo il bordo esterno del piatto corre un'iscrizione che recita:
FL(avius) ARDABUR ASPAR VIR INLUSTRIS COM(es) ET MAG(ister) MILITUM
ET CONSUL ORDINARIUS
Al centro della composizione, su un trono con le gambe a forma di teste di leone, è seduto il console, accanto a lui, in piedi sta il figlio indicato dalla didascalia come ARDABUR IUNIOR PRETOR. Il console siede impugnando nella destra la mappula (una specie di fazzoletto da tasca usato dai nobili romani in certi costumi di gala) e nella sinistra uno scettro che termina in alto con i busti dei due imperatori d'Oriente e d'Occidente, Teodosio II e Valentiniano III. Il figlio con la destra saluta il padre mentre tiene la mappula nella sinistra.
Sopra di loro, entro due clipei, Ardaburio, padre del console e console a sua volta nel 427, e Plinta, un suo parente che fu console nel 419. Le due figure nei clipei impugnano lo stesso scettro del console e tra loro è tesa una cortina ad indicare che erano morti all'epoca della realizzazione del missorio.
Rispettivamente a destra e a sinistra del console stanno, nella funzione di littori, le personificazioni di Costantinopoli (3) e Roma. La seconda indossa un elmo a tre creste e un corto chitone mentre tiene nella sinistra un globo e nella destra il fascio littorio, la prima porta una corona di rose e foglie, impugna il fascio littorio con la destra e nella sinistra tiene un fiore ed una spiga di grano.
Fuso in argento per un peso di 3600 gr ed un diametro di 42 cm, il missorio fu realizzato nel 434 per commemorare il consolato di Flavius Ardaburio Aspar.Venne rinvenuto nel 1769 in provincia di Grosseto ed è attualmente conservato nel Museo archeologico nazionale di Firenze (Inv. 2588).
Lungo il bordo esterno del piatto corre un'iscrizione che recita:
FL(avius) ARDABUR ASPAR VIR INLUSTRIS COM(es) ET MAG(ister) MILITUM
ET CONSUL ORDINARIUS
Al centro della composizione, su un trono con le gambe a forma di teste di leone, è seduto il console, accanto a lui, in piedi sta il figlio indicato dalla didascalia come ARDABUR IUNIOR PRETOR. Il console siede impugnando nella destra la mappula (una specie di fazzoletto da tasca usato dai nobili romani in certi costumi di gala) e nella sinistra uno scettro che termina in alto con i busti dei due imperatori d'Oriente e d'Occidente, Teodosio II e Valentiniano III. Il figlio con la destra saluta il padre mentre tiene la mappula nella sinistra.
Sopra di loro, entro due clipei, Ardaburio, padre del console e console a sua volta nel 427, e Plinta, un suo parente che fu console nel 419. Le due figure nei clipei impugnano lo stesso scettro del console e tra loro è tesa una cortina ad indicare che erano morti all'epoca della realizzazione del missorio.
Rispettivamente a destra e a sinistra del console stanno, nella funzione di littori, le personificazioni di Costantinopoli (3) e Roma. La seconda indossa un elmo a tre creste e un corto chitone mentre tiene nella sinistra un globo e nella destra il fascio littorio, la prima porta una corona di rose e foglie, impugna il fascio littorio con la destra e nella sinistra tiene un fiore ed una spiga di grano.
Lo schema
compositivo del missorio riflette il tentativo da parte di Ardaburio
Aspar di fondare una dinastia che si ponesse sullo stesso piano di
quella regnante e ben esprime le ambizioni imperiali che questi nutriva
per la sua famiglia (lui stesso non poteva accedere al soglio imperiale
in quanto di fede ariana).
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