Con l’alchimia, oro e argento dicendo
Che s’è prodotto, ma prima mettendo
Nel crogiol di nascosto una verghetta
Di metallo sonante. Ed è perfetta
La truffa, se anzitutto un campioncino
Si mostra fato dell’oro più fino.
Si cuoce - e un’anfisbena si produce.
Di sbirciar nel crogiol molti conduce
La voluttà, dell’abile alchimista
Che sa il far suo, dentro la tana trista.
E chi tranquillo in pantofole stava,
Nell’alambicco può mirar la bava
Del rospo, ov’è finito il suo denaro,
Finché in polvere va il composto raro
E il nostro matto più non vi si specchia.
Gente che rovinata si è, parecchia
Se ne vede, ben poca s’è arricchita,
Ché già Aristotele ha avuto questa uscita :
‘Non si trasforma di cose natura !’
Molti sono attirati alla pastura,
Che ne traggono frutto molto scarso.
Si vende come oro rame arso ;
Cacca di topo nel pepe s’aggiunge ;
E tale perfezione si raggiunge
Nel colorar pellicce d’ogni sorta,
Che non più d’un trimestre le si porta,
Ché il pelo subito perdono a ciuffi.
Il topo o la pantigana per i buffi
Matti ingannati divien zibellino
Che però puzza alquanto di cessino.
Le aringhe marce sono mescolate
Con quelle fresche, e per tali spacciate..
Sebastian Brant (1458 – 1521)
La nave dei folli. A cura di Francesco Saba Sardi. Spirali Edizioni, 1984
La nave dei folli. A cura di Francesco Saba Sardi. Spirali Edizioni, 1984
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