di Enza Mangia
Uno dei maggiori misteri pittorici legati
ai dipinti che raffigurano il cielo stellato occhieggia nell’intradosso
della cupolina interna della Sacrestia Vecchia, nella fiorentina
Basilica di San Lorenzo: una sphaera che rappresenta il cielo sopra
Firenze, una sorta di polaroid ante litteram con la quale venne fissata,
a imperitura memoria, la collocazione delle stelle che sovrastavano il
capoluogo toscano il 4 luglio 1442, con i segni dello Zodiaco indicati
dall’astronomo Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397-1482).Quale fatto straordinario indusse i committenti a bloccare per sempre il giorno fuggitivo? Una nascita illustre, la sottoscrizione di un patto politico, il raggiungimento di un accordo ritenuto epocale nell’ambito dell’unità delle Chiese? Partiamo dalla realizzazione dell’opera, eseguita, secondo quanto si ipotizza, da Giuliano d’Arrigo detto Pesello (Firenze 1367-1446), esperto nell’arte animalista, che qui ben dimostra l’accuratezza e l’incisività emblematica con la quale portò a termine il proprio lavoro. La sua non era comunque una vaga e convenzionale rappresentazione di una porzione della volta celeste, ma una raffigurazione del cielo di quel fatidico e misterioso 4 luglio 1442.O lungo giorno che il cuore centellina,
trascorri, e traboccalo d'un vuoto
che lo faccia identico agli dei
Cupola dello Zodiaco
S.Lorenzo
Firenze
Giuliano d'Arrigo
(Il Pesello)
1367-1446
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