La chiesetta romanica dedicata a Santo Stefano (Sancti Stephani de
Sexano) nel comune di Chiaverano (TO) ed è situata su un dosso roccioso,
affiorante sul fianco sud della Serra. E’ l’ unico edificio superstite
dell’ antico abitato di Sessano abbandonato e poi distrutto dalle
frequenti frane cui sono soggetti i ripidi versanti della Serra.
Il nome deriva dalla caratteristiche naturali della zona saxus, saxetum, saxsom che significano sasso, sassoso come il masso dioritico su cui Sessano sorgeva come altri centri abitati oggi scomparsi che sorgevano sui primi rilievi del versante interno della grande morena, e che, per volere del Vescovo di Ivrea, diedero vita alla Castellata di Chiaverano. Mentre la conca dell’ anfiteatro morenico era scarsamente abitata poiché vi erano paludi e acquitrini. Santo Stefano di Sessano è un luogo suggestivo, ricco di testimonianze dell' opera della natura e del lavoro dell' uomo. La posizione ai pendii della Serra e la presenza di massi dioritici affioranti qua e là, caratterizzano l' area e favoriscono condizioni climatiche idonee alla coltivazione di erbe aromatiche e non solo: vi sono testimonianze di coltivazione della vite e dell' ulivo fin dal 1300, e, sulle rocce, cresce il fico d' India nano Opuntia Vulgaris.
La chiesa venne costruita nell' XI secolo, come luogo di culto per gli abitanti dell'antico abitato di Sessano. La località è nominata in un diploma di fondazione dell’ Abbazia di Santo Stefano di Ivrea tra le terre date in dotazione alla stessa. Il documento certamente autentico è del 1044. Il primo documento invece in cui viene citata proprio la chiesa di Santo Stefano risale al 1183. Inoltre la datazione dell’ edificio intorno all’ anno mille, certamente prima della fine del secolo, non è solo suffragata dai documenti storici ma dalle evidenti affinità stilistiche con altre chiese romaniche della Serra attribuite al secolo XI. Dopo l’ anno mille si assiste a una vera e propria rinascita generale ed a un risveglio demografico culturale e artistico. Nel territorio di Ivrea si consolida l’ autorità vescovile, i vescovi Warmondo e poi Ogerio danno impulso alla cultura e all’ arte con la costruzione di importanti edifici religiosi chiamando valenti artisti fra cui Guglielmo da Volpiano abate riformatore e architetto che oltre a fondare l’ abbazia di Fruttuaria seppe trasformare lo scriptorium di Ivrea in uno dei più ricchi centri di cultura dell’ epoca. Da questo fervore religioso alle pendici della Serra sorgono numerose chiese romaniche fra cui anche Santo Stefano a Sessano. Nel corso del sec XIII causa abbandono dell’ abitato per smottamenti la chiesa comincia a perdere di importanza e alla fine del trecento non dipenderà più dal vescovo di Ivrea ma dalla parrocchia del nuovo borgo di Chiaverano. Salvo qualche rimaneggiamento e il rifacimento della copertura in tegole al posto di quella originale in pietra e la costruzione della sacrestia alla fine del 1700 la chiesa viene a poco a poco abbandonata e a poco a poco cade in rovina Fino agli anni trenta del novecento si celebrano ancora funzioni in alcune occasioni festive poi più nulla… Negli anni cinquanta si assiste anche uno smantellamento della chiesa. Nel 1985 la chiesa passa di proprietà al comune di Chiaverano. Nel 1999 la Regione Piemonte sovvenziona l' intervento comunale per recuperare la chiesa e gli affreschi all' originario splendore. Nel 2003 terminati i lavori si riapre al pubblico questo prestigioso monumento; è il bene artistico più importante presente sul territorio chiaveranese.
La chiesa custodisce al suo interno un ciclo di affreschi eseguiti tra il XI e XII secolo che, per quanto compromessi dal tempo e dall’incuria, rappresenta verosimilmente il momento più alto dell'arte romanica canavesana. La decorazione dell’ abside richiama schemi artistici e iconografici tipici della tarda antichità, dell’ arte bizantina, che perdurano quasi immutati per secoli fino in epoca tardo-gotica. Nel semicilindro dell'abside vi è la raffigurazione dei dodici apostoli ai quali sono stati aggiunte altre due immagini di santi: la figura di Santo Stefano protomartire a cui è dedicata la chiesa che è stata dipinta al centro dell’ abside a destra della finestra centrale ed è rappresentato con la dalmatica con la stola: la veste del diacono e un altro santo non riconoscibile raffigurato anch’ esso con una veste sacerdotale. Vi sono rimaste alcune lettere che sinteticamente indicavano il nome degli apostoli. Sopra al registro con la teoria dei santi è collocato un festone con una serie di tondi animati da colombe aventi una fresca vitalità, espressione della vena zoomorfa presente nell' arte ottoniana Al centro del catino è visibile nella mandorla di luce la figura del Cristo Pantocratore, seduto in maestà direttamente sull'arcobaleno apocalittico. ...
Il nome deriva dalla caratteristiche naturali della zona saxus, saxetum, saxsom che significano sasso, sassoso come il masso dioritico su cui Sessano sorgeva come altri centri abitati oggi scomparsi che sorgevano sui primi rilievi del versante interno della grande morena, e che, per volere del Vescovo di Ivrea, diedero vita alla Castellata di Chiaverano. Mentre la conca dell’ anfiteatro morenico era scarsamente abitata poiché vi erano paludi e acquitrini. Santo Stefano di Sessano è un luogo suggestivo, ricco di testimonianze dell' opera della natura e del lavoro dell' uomo. La posizione ai pendii della Serra e la presenza di massi dioritici affioranti qua e là, caratterizzano l' area e favoriscono condizioni climatiche idonee alla coltivazione di erbe aromatiche e non solo: vi sono testimonianze di coltivazione della vite e dell' ulivo fin dal 1300, e, sulle rocce, cresce il fico d' India nano Opuntia Vulgaris.
La chiesa venne costruita nell' XI secolo, come luogo di culto per gli abitanti dell'antico abitato di Sessano. La località è nominata in un diploma di fondazione dell’ Abbazia di Santo Stefano di Ivrea tra le terre date in dotazione alla stessa. Il documento certamente autentico è del 1044. Il primo documento invece in cui viene citata proprio la chiesa di Santo Stefano risale al 1183. Inoltre la datazione dell’ edificio intorno all’ anno mille, certamente prima della fine del secolo, non è solo suffragata dai documenti storici ma dalle evidenti affinità stilistiche con altre chiese romaniche della Serra attribuite al secolo XI. Dopo l’ anno mille si assiste a una vera e propria rinascita generale ed a un risveglio demografico culturale e artistico. Nel territorio di Ivrea si consolida l’ autorità vescovile, i vescovi Warmondo e poi Ogerio danno impulso alla cultura e all’ arte con la costruzione di importanti edifici religiosi chiamando valenti artisti fra cui Guglielmo da Volpiano abate riformatore e architetto che oltre a fondare l’ abbazia di Fruttuaria seppe trasformare lo scriptorium di Ivrea in uno dei più ricchi centri di cultura dell’ epoca. Da questo fervore religioso alle pendici della Serra sorgono numerose chiese romaniche fra cui anche Santo Stefano a Sessano. Nel corso del sec XIII causa abbandono dell’ abitato per smottamenti la chiesa comincia a perdere di importanza e alla fine del trecento non dipenderà più dal vescovo di Ivrea ma dalla parrocchia del nuovo borgo di Chiaverano. Salvo qualche rimaneggiamento e il rifacimento della copertura in tegole al posto di quella originale in pietra e la costruzione della sacrestia alla fine del 1700 la chiesa viene a poco a poco abbandonata e a poco a poco cade in rovina Fino agli anni trenta del novecento si celebrano ancora funzioni in alcune occasioni festive poi più nulla… Negli anni cinquanta si assiste anche uno smantellamento della chiesa. Nel 1985 la chiesa passa di proprietà al comune di Chiaverano. Nel 1999 la Regione Piemonte sovvenziona l' intervento comunale per recuperare la chiesa e gli affreschi all' originario splendore. Nel 2003 terminati i lavori si riapre al pubblico questo prestigioso monumento; è il bene artistico più importante presente sul territorio chiaveranese.
La chiesa custodisce al suo interno un ciclo di affreschi eseguiti tra il XI e XII secolo che, per quanto compromessi dal tempo e dall’incuria, rappresenta verosimilmente il momento più alto dell'arte romanica canavesana. La decorazione dell’ abside richiama schemi artistici e iconografici tipici della tarda antichità, dell’ arte bizantina, che perdurano quasi immutati per secoli fino in epoca tardo-gotica. Nel semicilindro dell'abside vi è la raffigurazione dei dodici apostoli ai quali sono stati aggiunte altre due immagini di santi: la figura di Santo Stefano protomartire a cui è dedicata la chiesa che è stata dipinta al centro dell’ abside a destra della finestra centrale ed è rappresentato con la dalmatica con la stola: la veste del diacono e un altro santo non riconoscibile raffigurato anch’ esso con una veste sacerdotale. Vi sono rimaste alcune lettere che sinteticamente indicavano il nome degli apostoli. Sopra al registro con la teoria dei santi è collocato un festone con una serie di tondi animati da colombe aventi una fresca vitalità, espressione della vena zoomorfa presente nell' arte ottoniana Al centro del catino è visibile nella mandorla di luce la figura del Cristo Pantocratore, seduto in maestà direttamente sull'arcobaleno apocalittico. ...
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