domenica 23 giugno 2019
Le porte della salvezza o dell'oblio
La “falsa porta” è un simbolo presente sia in svariate nostre domus de janas sia nelle mastabe (tombe monumentali) e in altre strutture funerarie dell’Antico Egitto. Rappresentava il luogo di passaggio dalla vita alla morte, l’accesso attraverso il quale l’anima del defunto poteva transitare dall’aldilà al mondo dei vivi. Inizialmente le “false porte” egizie erano semplicemente dipinte e vennero in seguito sostituite da quelle scolpite nella pietra, di fronte alle quali erano sistemate le tavole delle offerte (specie alimentari) che si pensava potessero essere gradite al defunto. La frequente presenza delle false porte nelle nostre tombe neolitiche (di fronte alle quali compare spesso un elemento inciso sul pavimento e composto da diversi cerchi concentrici, la cui funzione potrebbe essere analoga a quella delle tavole delle offerte egizie), ci ha fatto addirittura supporre che la dizione “domus de janas” possa assumere il significato di “case in cui è presente la porta”. Ciò in quanto nella lingua sarda “Janna” (Ena, Genna) è una termine ricorrente in centinaia di toponimi presenti in tutto il territorio isola, che indica una porta, un accesso, un valico, un porto, il passaggio da un luogo ad un altro. Termine dal significato inequivocabile, contrariamente alla più abusata parola “Jana” che, nella tradizione comune, a volte identifica un’entità fantastica simile a una fata o a un folletto, nonostante in realtà rivesta una valenza ben più profonda ed intimamente connessa alle vicende della nostra protostoria e alla sacralità della nostra terra.
Il fatto che questo simbolo sia presente in Sardegna come in Egitto potrebbe considerarsi solo una circostanza fortuita, ma più realisticamente è la conseguenza dei lunghi e costanti rapporti intrattenuti tra le nostre antiche popolazioni e quelle nilotiche. In questo secondo caso sarebbe interessante capire se il simbolo “falsa porta” abbia avuto origine in Egitto o in Sardegna.
Comunque, per quello che ci è dato sapere, le nostre domus sono datate alla metà del quarto millennio a.C. se non addirittura qualche secolo prima, mentre il simbolo “falsa porta” presente in Egitto parrebbe risalire alla prima dinastia, iniziata nel 3150 a.C., per divenire quindi “punto focale del culto delle tombe private dell’Antico Regno” (“Antico Egitto” Mondadori Editore 2009).
Stele, Falsa porta della tavola di Uhem-Neferet a Giza: IV Dinastia (2600/2470 a.C.); Falsa porta nel monumento funerario del faraone Teti a Saqqara: VI Dinastia (2470/2200 a.C.); False porte nelle Domus de Janas di: S’Incantu a Putifigari e Ochila ad Ittiri (Nicola Castangia); Monte Airadu di Romana (Sergio Melis); Su Murrone di Chiaramonti (Maurizio Cossu). Elementi a cerchi concentrici nelle tombe di: S’Incantu a Putifigari (Bruno Sini); Mandra Antine di Thiesi (Giuseppe Serra) Padru ‘e Mele di Villanova Monteleone (Sergio Melis).
C'era una falsa porta anche nel famoso obelisco (o stele) di Axum che era nei pressi delle Terme di Caracalla, piazza di Porta Capena, a Roma e poi restituito all'Etiopia nel 2005
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