S. Silvestro in Capite nel Tempio del Sole..
Sorta sulle rovine del Tempio del Sole, la chiesa di S. Silvestro in Capite con annesso monastero risulta edificata alla metà dell’VIII secolo. Documenti contemporanei la dicono finita con il monastero in onore di S. Stefano da papa Paolo I (758-762) nella casa di famiglia dov’era nato e cresciuto . Un’altra antica tradizione attribuisce invece la fondazione della chiesa, dedicata ai santi Dionisio, Rustico ed Eleuterio, al predecessore e fratello Stefano II (752-757), morto poco dopo l’inizio dei lavori, proseguiti e conclusi da Paolo; il Liber Pontificalis precisa che quest’ultimo avrebbe costruito, oltre alla nuova chiesa, un oratorio interno al monastero. La chiesa con un piccolo monastero, dunque, fu costruita sui resti del Tempio del Sole e su una parte di terreno di proprietà del padre di Stefano II. La chiesa fu portata a termine da Paolo I e intitolata a S. Silvestro e affidata ai Benedettini. Già nel 995 alla chiesa spettò la proprietà e la custodia della Colonna Antonina. Nel XI e XII secolo la chiesa risulta dedicata ai santi Stefano, Silvestro e Dionisio. La denominazione “in” o “de capite”, che si impose nel XII secolo, derivò dalla reliquia della testa del Battista trasferita nel monastero al tempo di Innocenzo II. Può derivare anche dal fatto che la chiesa sorse nell’area a oriente della via Lata che per molto tempo fu l’estrema propaggine del centro abitato nel medioevo. Infatti, grazie alla presenza dell’Acqua Vergineche, seppure in parte, rimase funzionante, le abitazioni si concentrarono maggiormente nelle vicinanze dell’attuale Fontana di Trevi, addossate agli imponenti resti dell’acquedotto; invece, verso il Pincio il tessuto si presentava già fortemente intercalato da vigne e da orti, come la stessa toponomastica, riflessa anche sui nomi delle chiese e tuttora esistente, può ampiamente dimostrare: infra hortos, de fractis e in capite domorum . Le indagini archeologiche hanno individuato nella zona testimonianze di età imperiale, riferibili al colossale Tempio del Sole, eretto da Aureliano dopo la riconquista di Palmira nel 273.
Sono poche le testimonianze medievali rimaste: dall’esame delle fondazioni e murature ancora visibili si deduce che la chiesa dell’VIII secolo doveva essere di tipo basilicale con tre navate spartite da colonne che sorreggevano una trabeazione e una cripta per le reliquie; era preceduta da un atrio e, secondo le fonti, superbamente decorata da mosaici e arredi preziosi. La chiesa accolse numerose reliquie provenienti dalle catacombe, così come avveniva in quegli anni per molte altre chiese romane, dato lo stato di abbandono dei sepolcreti extraurbani. Una coppia di lapidi marmoree dell’VIII secolo, murate ai lati dell’ingresso della chiesa, fornisce il lungo elenco delle feste relative ai santi e ai martiri i cui resti furono custoditi in S. Silvestro. Nel 1867 si rinvenne sul lato Est di piazza S. Silvestro, un monumento marmoreo con iscrizione metrica e decorato con un prospetto architettonico a sette nicchie. La dedica posta sul rovescio commemorava la costruzione e il restauro per il culto di Mitra per iniziativa di tre generazioni di viri consulares appartenenti alla stessa famiglia85. L’attuale assetto dell’edificio è frutto degli interventi succedutisi nel Cinquecento e nel Seicento. Il monastero fu espropriato nel 1871 e destinato agli uffici della Posta Centrale...
Sorta sulle rovine del Tempio del Sole, la chiesa di S. Silvestro in Capite con annesso monastero risulta edificata alla metà dell’VIII secolo. Documenti contemporanei la dicono finita con il monastero in onore di S. Stefano da papa Paolo I (758-762) nella casa di famiglia dov’era nato e cresciuto . Un’altra antica tradizione attribuisce invece la fondazione della chiesa, dedicata ai santi Dionisio, Rustico ed Eleuterio, al predecessore e fratello Stefano II (752-757), morto poco dopo l’inizio dei lavori, proseguiti e conclusi da Paolo; il Liber Pontificalis precisa che quest’ultimo avrebbe costruito, oltre alla nuova chiesa, un oratorio interno al monastero. La chiesa con un piccolo monastero, dunque, fu costruita sui resti del Tempio del Sole e su una parte di terreno di proprietà del padre di Stefano II. La chiesa fu portata a termine da Paolo I e intitolata a S. Silvestro e affidata ai Benedettini. Già nel 995 alla chiesa spettò la proprietà e la custodia della Colonna Antonina. Nel XI e XII secolo la chiesa risulta dedicata ai santi Stefano, Silvestro e Dionisio. La denominazione “in” o “de capite”, che si impose nel XII secolo, derivò dalla reliquia della testa del Battista trasferita nel monastero al tempo di Innocenzo II. Può derivare anche dal fatto che la chiesa sorse nell’area a oriente della via Lata che per molto tempo fu l’estrema propaggine del centro abitato nel medioevo. Infatti, grazie alla presenza dell’Acqua Vergineche, seppure in parte, rimase funzionante, le abitazioni si concentrarono maggiormente nelle vicinanze dell’attuale Fontana di Trevi, addossate agli imponenti resti dell’acquedotto; invece, verso il Pincio il tessuto si presentava già fortemente intercalato da vigne e da orti, come la stessa toponomastica, riflessa anche sui nomi delle chiese e tuttora esistente, può ampiamente dimostrare: infra hortos, de fractis e in capite domorum . Le indagini archeologiche hanno individuato nella zona testimonianze di età imperiale, riferibili al colossale Tempio del Sole, eretto da Aureliano dopo la riconquista di Palmira nel 273.
Sono poche le testimonianze medievali rimaste: dall’esame delle fondazioni e murature ancora visibili si deduce che la chiesa dell’VIII secolo doveva essere di tipo basilicale con tre navate spartite da colonne che sorreggevano una trabeazione e una cripta per le reliquie; era preceduta da un atrio e, secondo le fonti, superbamente decorata da mosaici e arredi preziosi. La chiesa accolse numerose reliquie provenienti dalle catacombe, così come avveniva in quegli anni per molte altre chiese romane, dato lo stato di abbandono dei sepolcreti extraurbani. Una coppia di lapidi marmoree dell’VIII secolo, murate ai lati dell’ingresso della chiesa, fornisce il lungo elenco delle feste relative ai santi e ai martiri i cui resti furono custoditi in S. Silvestro. Nel 1867 si rinvenne sul lato Est di piazza S. Silvestro, un monumento marmoreo con iscrizione metrica e decorato con un prospetto architettonico a sette nicchie. La dedica posta sul rovescio commemorava la costruzione e il restauro per il culto di Mitra per iniziativa di tre generazioni di viri consulares appartenenti alla stessa famiglia85. L’attuale assetto dell’edificio è frutto degli interventi succedutisi nel Cinquecento e nel Seicento. Il monastero fu espropriato nel 1871 e destinato agli uffici della Posta Centrale...
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