Su una parete, detta "della purificazione", del tempio di Luxor, in
Egitto, sarebbero rappresentati degli spermatozoi: questa è l'ultima
sconcertante rivelazione di Mauro Biglino, lanciata al termine di una
conferenza, tenutasi lo scorso 12 maggio, al Salone del libro di Torino.
Alla conferenza, visibile qui,
partecipava anche il matematico, saggista ed accademico Piergiorgio
Odifreddi, ed è stata moderata da Sabrina Pieragostini che, al termine,
stava proprio congedando i suoi ospiti, quando Biglino la interrompe,
per chiedere di mostrare delle foto, scattate da una signora, presente
in sala, la Dottoressa Elisabetta Soro, che così si presenta, al
pubblico:
"Buonasera a tutti, sono Elisabetta Soro, sono un medico di Torino,
interessata ovviamente alla natura umana a 360 gradi, che studio da
oltre 30 anni, ahimè, e, quindi, non lascio nulla al caso, cerco di
procedere sempre con mente aperta. Vi porto, un momento in Egitto e, da
Torino, il passo è davvero breve, nel tempio di Luxor".
Le foto sono le seguenti:
Sintetizzando, questa è l'ipotesi di Biglino:
- un po' su tutta la parete, sono rappresentati degli "elementi strani"
(come quelli in alto, a sinistra) che "sembrano cellule con una codina";
- alcuni di questi "elementi strani", come si noterebbe, osservando il
raffronto (in basso, a destra) con un'immagine al microscopio
elettronico, ricorderebbero molto degli spermatozoi che fecondano un
ovulo;
- davvero curioso che, questo genere di "elementi stani", che ricordano
degli spermatozoi, ricorrano su una parete del tempio che, come vediamo
(in basso, a sinistra), tratta della raccolta del liquido seminale di
"Amon Min", dio della fecondità e riproduzione;
- infine, per gli scettici che ancora non sono convinti che, quelli
rappresentati, sono chiaramente degli spermatozoi, non resta che
osservare l'immagine (in alto, a destra), dove uno di questi "elementi
strani" è chiaramente collegato al liquido seminale del dio.
Quindi, conclude, Biglino, chi poteva, nel 1300 a.C., aver visto gli
spermatozoi? Gli Elohim, naturalmente, cioè gli alieni (Jahvè, il dio
della Bibbia, altri non era, o è, che uno di questi e, pure, tra i più
miseri) che ci crearono, combinando il nostro DNA con quello di un
nostro antenato scimmiesco: è la cosiddetta "teoria degli antichi
astronauti", di cui Zecharia Sitchin fu uno dei primi e più autorevoli
sostenitori, se non il più importante e valido, in assoluto.
Ma, tornando alla parete del tempio di Luxor, c'è forse qualcosa che non
torna, nel ragionamento di Biglino? Sono davvero degli spermatozoi,
quelli rappresentati, oppure potremmo avere un buon motivo di dubitarne?
Secondo me, questo motivo c'è e consiste nel fatto che, se osserviamo
meglio la parete, in questa foto, diventa molto meno probabile e verosimile che, quello osservato (in alto, a destra) sia il liquido seminale di "Amon Min".
Notiamo infatti che, quel segno che sembra essere il liquido seminale,
apparentemente sgorgante dal pene del secondo soggetto (da sinistra,
verso destra), compare identico tra il terzo ed il quarto soggetto:
inoltre, esso è il terzo di una sequenza di simboli, i cui primi quattro
(dall'altro, verso il basso) sono pure identici. Non sono un
egittologo, non sono in grado di riconoscere e, tanto meno, decifrare i
geroglifici ma, nella mia più totale ed assoluta ignoranza, mi sembra
più plausibile che quello non sia il "disegno" del liquido seminale del
dio, piuttosto un segno o simbolo, facente parte di una sequenza:
sarebbe interessante, se ci fosse qualcuno che si intende di queste
cose, sapere cosa ne pensa, in merito.
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