lunedì 3 giugno 2019

I Mandei figli della luce


Letteralmente il termine "Mandeo", la cui origine si perde in un dialetto aramaico, significa "il battezzato”, ed è in Giovanni il Battista, colui che dispensa il battesimo, che i Mandei riconoscono l'origine della propria tradizione.
Matteo 3:1 In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea,
La religione Mandea è stata definita l'ultima religione gnostica; sopravvivendo a quasi duemila anni di persecuzione da parte di tutte le altre religioni abramitiche, è giunta fino a noi, autentico fossile vivente di una tradizione "gnostica-cristiana" coeva ed alternativa al cattolicesimo. Quasi a ricordare, per coloro che non sanno o che volutamente ignorano, come le origini dello stesso cristianesimo siano ben lontane dall'assumere sembianze di un monolitico e rettilineo sviluppo, bensì trovano iniziale espressione in molteplici comunità, gruppi misterici, iniziatici, che in modo diverso avevano ricevuto il messaggio cristico, e come questo si era innestato nelle loro tradizioni locali.
Del resto Roma è solamente la terza chiesa e ancora oggi nel bacino del mediterraneo, là dove si è coagulato, il fenomeno cristiano trova radice ed espressione nella diversità di riti, di modo di intendere e vivere il messaggio cristico è vario
Non è certa l'origine dei mandei; una delle tesi vuole che i Mandei derivino dai Nazorei, una delle tante sette ebraiche che durante la repressione romana fuggirono verso la città di Harran. Altra tesi identifica i Mandei con i Sabei, citati nello stesso Corano. Alcuni studiosi sostengono che i mandei sono originari della Mesopotamia, ed infine c'è chi vede in questa comunità religiosa i discendenti dei fedeli di Giovanni il Battista. L'indeterminazione sull'origine dei Mandei, porta gli studiosi a dividersi attorno all'origine della loro religione. Per alcuni il mandeismo è un'eresia cristiana del secondo secolo, mentre per altri è una religione che raccoglie elementi di cristianesimo e manichesimo….
I Mandei sostengono di essere originari della regione di "Tura d'Madau", mai individuata dagli studiosi, e di come la loro religione sia precedente al cristianesimo, e al manicheismo, e non sia stata fondata da Giovanni il Battista. Quest’ultimo rappresenterebbe solamente il più grande dei Profeti, ovvero colui che conclude la rivelazione e pone il sigillo sulla storia dell’uomo.
La lingua mandea deriva da un dialetto aramaico, ma tale connotazione si sta perdendo a causa sia dell'esiguità del numero dei mandei, sia per le contaminazioni di arabo nella loro lingua.
I Mandei considerano la loro religione una proto-religione, il cui punto di origine è il Mondo della Luce. Il mandeismo si presenta come una religione monoteista, con forti tratti dualistici dove un Dio Supremo di Luce è circondato da Angeli, di cui il più importante è Manda d-Haiyè (Gnosi della Vita). L'uomo vive al limitare del mondo delle tenebre e del male, dominato da diavoli su cui primeggia Ruha, una sorta di ArciDemone, e la terra è stata generata come conseguenza delle azioni del Mondo della Luce, e del Mondo delle Tenebre. Inizialmente la Terra era frutto del male, ma successivamente, attraverso gli Angeli e i Profeti, il bene si è insinuato nel mondo. I testi Mandei riportano come nel terzo secolo d.c. vi furono dei contatti fra le comunità manichee e mandee, e come lo stesso Mani fosse stato influenzato da questa antica religione, suggerendo così come molto dello gnosticismo deve a questa religione-misterica.
Tra le analogie con lo gnosticismo barbelotiano e lo zoroastrismo, emerge con forza la figura di Adam il cui corpo (Pagria di Adam) è stato prodotto dai demoni, al servizio di Ruha e dalle potenze planetarie. La prigionia di Adam è evitata dagli esseri di luce, in quanto generano per lui un compagno dell'animo: Adam interno e comunicano a lui i segreti del mondo della luce e delle tenebre. E’ direttamente da Adamo ed Eva discendono i Mandei, che hanno dovuto prendere vita in questo mondo di tenebre, ma che incarnano il verbo di salvezza.
Uno dei temi principali della speculazione mandea è la morte; vista non come evento individuale, ma vero e proprio “collasso” cosmico.
Secondo la tradizione mandea, giungerà un messaggero che traghetterà le anime dal mondo dell'oscurità al Regno della Luce e questo sarà il segnale che è giunto il momento della fine del mondo delle tenebre. Al termine esisterà solo il Regno della Luce e il tempo della sofferenza si sarà esaurito.
Troviamo identico mito anche nella religione catara, anch'essa monoteista e al contempo dualistica, che prevedeva sia un ciclo di sette ritorni per le anime, sia l'essiccamento del mondo terreno nel momento in cui ogni anima avrà fatto ritorno al mondo superiore.
L’Apocalisse, attribuita al Giovanni Evangelista, prevede la seconda venuta di Gesù, è sicuramente versione semplificata di un messaggio antico che ci ricorda la fine del tempo dell'uomo, e l'inizio del tempo divino.
Come molto lascia intuire la figura centrale della religione mandea è Giovanni Battista (Drashia d-Yahia), l'ultimo dei Profeti, che con l'introduzione del battesimo permette all'uomo di incamminarsi verso il Regno di Luce. La cerimonia del battesimo (Masbütä) si connatura con una triplice immersione sacra, attraverso cui si viene purificati da ogni iniquità e ci si avvicina al mondo della luce. In ricordo dei battesimi nelle acque del Giordano , i rituali mandei avvengono presso acque correnti. Non solo quindi viene evidenziato il potere dell'acqua come agente di purificazione, attraverso la triplice ripetizion, ma anche il simbolismo legato al "correre" delle acque, che rappresenta non solo il flusso del tempo, ma anche il divenire di tutte le cose, e l'eterna corrente vitale che lega il Mandeo a Dio.
Il battesimo mandeo non avviene solamente al momento dell'ingresso nella comunità, ma ogni domenica (habshaba) ad emblema dell'attenzione che questa fratellanza ripone nella purificazione. Oltre alla triplice immersione, il battezzato è accompagnato da una corona del mirto (la cui essenza nell'antichità veniva utilizzata in pratiche sia di purificazione che evocazione). In seguito la fronte del battezzato viene segnata dal sacerdote con olio consacrato, e una semplice comunione di pane e di acqua precede la conclusione del rito che avviene con la stretta di mano “della verità" (kushta).
I fedeli mandei partecipano alla cerimonia con un abito composto da sette pezzi e completamente bianco, a differenza dell'abito sacerdotale che è invece composto da nove pezzi. La triplice immersione risulta essere ritmata, quasi a sottolineare con energia il prima e il dopo. Riti non solamente di purificazione, non esclusivamente legati ad una dimensione di sacra teurgia, ma anche terapeutici, elemento in comune con altre comunità mistiche che si formarono in quel territorio che va dall'Egitto alla Mesopotamia. I Mandei, così come gli antichi Egizi, dedicano molto tempo ad un ampio numero di cerimonie che garantirà il futuro dell'anima dopo la morte; ecco quindi che un grande numero di rituali di purificazione hanno come obbiettivo quello di garantire l'accesso dell'anima al mondo della luce. Questi rituali non si limitano alle cerimonie religiose, ma includono anche determinati pasti cerimoniali; come i pasti nella memoria del defunto
Interessante è notare la grande rilevanza del femminile nella religione Mandea. Eva non nasce da una costola di Adamo, così come nel filone abramitico, ma bensì rappresenta un dono inviato dal Dio della Luce per Adamo. La storia mandea è ricca di donne che hanno esercitato il ruolo di sacerdotesse o di profetesse, dimostrando quindi una sensibilità spirituale non legata a meri orpelli fisici, non corrotta dalla carne, e non limitata dalle apprenze di un corpo in sè e per sè caduco, ed espressione di un transito terreno. I neonati mandei ricevono da oltre 2.000 anni il cognome della madre.
E' difficile dare esatta cronologia alla letteratura sacra mandea, vista la scarsità di elementi storici su questo popolo, comunque alcuni studiosi la collocano fra l'era precristiana e il secondo secolo dell'era cristiana. I Testi Sacri sono:
- Il Ginza (tradotto nel 1925 dallo studioso di religioni Mark Lidzbarski), che significa "Tesoro". Questo testo sacro è composto da due parti, la prima parte è una collezione di diciotto trattati di cosmogonia e mitologia. La parte seconda è dedicata all'anima ed alla relativa ascesa (masiqta) al mondo di luce (è una raccolta di inni per la messa dei morti).
- Il libro di Giovanni (dyahya di drasha) è forse un supplemento al Ginza. Composto da 37 sezioni, raccoglie elementi di mitologia e insegnamenti del Battista.
- Il libro canonico di preghiera (Qolasta), raccoglie i canti e le preghiere corali per le cerimonie religiose, soprattutto per i battesimi e le messe per i morti.
- Lo Shuiale Trisar, che è composto di sette parti ed è ad uso soltanto dei sacerdoti….

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