La grotta micaelica di Minervino:
Una relazione del 1° dicembre 1923, redatta dall’arcidiacono-parroco Ignazio Bevilacqua, accenna ad una leggenda di fondazione del santuario
«vuolsi che siffatta grotta – afferma Bevilacqua – sia stata sacra,
nell’epoca pagana, alla dea Minerva, donde il nome di Minervino
alla città, che serba nello scudo blasonale del Comune l’impron-
ta di tal dea, che poi, Minervino, fatta cristiana dalla predicazio-
ne evangelica, abbia dedicato all’Arcangelo S. Michele, invoca-
to protettore della città, l’antico monumento già sacro a Minerva»
Secondo questo racconto l’esistenza del santuario è connessa con la progressiva antropizzazione del territorio, mentre la sua intitolazione spiega l’origine del toponimo urbano. La metamorfosi cultuale e il mutamento della dedicazione
segnano, invece, il passaggio della popolazione dal paganesimo alla nuova fede cristiana. L’arcidiacono aggiunge che i devoti dell’arcangelo ogni giovedì compivano il pellegrinaggio al santuario extra-urbano, e la medesima grotta era meta
anche dei forestieri, soprattutto nei giorni festivi dell’8 maggio e del 29 settembre gli stessi che vengono solennizzati presso il santuario micaelico del Gargan , e continua riferendo che il patrocinio dell’arcangelo «in modo speciale s’è
sperimentato nelle epidemie del bestiame,massime bovino>
Una relazione del 1° dicembre 1923, redatta dall’arcidiacono-parroco Ignazio Bevilacqua, accenna ad una leggenda di fondazione del santuario
«vuolsi che siffatta grotta – afferma Bevilacqua – sia stata sacra,
nell’epoca pagana, alla dea Minerva, donde il nome di Minervino
alla città, che serba nello scudo blasonale del Comune l’impron-
ta di tal dea, che poi, Minervino, fatta cristiana dalla predicazio-
ne evangelica, abbia dedicato all’Arcangelo S. Michele, invoca-
to protettore della città, l’antico monumento già sacro a Minerva»
Secondo questo racconto l’esistenza del santuario è connessa con la progressiva antropizzazione del territorio, mentre la sua intitolazione spiega l’origine del toponimo urbano. La metamorfosi cultuale e il mutamento della dedicazione
segnano, invece, il passaggio della popolazione dal paganesimo alla nuova fede cristiana. L’arcidiacono aggiunge che i devoti dell’arcangelo ogni giovedì compivano il pellegrinaggio al santuario extra-urbano, e la medesima grotta era meta
anche dei forestieri, soprattutto nei giorni festivi dell’8 maggio e del 29 settembre gli stessi che vengono solennizzati presso il santuario micaelico del Gargan , e continua riferendo che il patrocinio dell’arcangelo «in modo speciale s’è
sperimentato nelle epidemie del bestiame,massime bovino>
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