In realtà, nelle viscere della montagna, non è presente il magma, ma del gas metano che districandosi fra il terreno arriva in superficie, bruciando a contatto con l'ossigeno.
Una delle prime notizie relative a questo curioso fenomeno risalgono alla metà del '500 e da allora la fiamma è stata quasi sempre attiva.
Nel 1939 si cercò di sfruttarla convogliando il metano in una condotta, ma dal secondo dopoguerra (non venendo più utilizzata) la fiamma tornò ad ardere, seppur in posizione diversa rispetto all'origine.
In passato si credeva che se il vulcano si fosse spento avrebbe creato dei terremoti, perciò poteva capitare che gli abitanti la mantenessero attiva, riaccendendo la fiamma se necessario.
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