lunedì 25 luglio 2016

Un legume contro il parkinson

l 23 novembre si è celebrata la Giornata nazionale della malattia di Parkinson da cui sono afflitte un milione di persone solo in Europa (circa lo 0,5% della popolazione). Un disturbo del sistema nervoso centrale caratterizzato dalla degenerazione di cellule nervose (neuroni) situate nella zona profonda del cervello che producono la dopamina, cioè il neurotrasmettitore di messaggi ai neuroni in altre zone del cervello, indispensabile per il controllo dei movimenti automatici di tutto il corpo. Quando questi neuroni si riducono del 50% compaiono i sintomi tipici del Parkinson, ben noti a un largo pubblico; tremore, rigidità muscolare e dei movimenti, riduzione dell’equilibrio con pericoli di cadute.
Se diagnosticato agli esordi, mediante esame neurologico, risonanza magnetica, PET, test farmacologici, il Parkinson può essere ben controllato con il farmaco principe rappresentato dalle dopamine. Dopo alcuni anni di terapia esse scatenano sintomi collaterali negativi. Dalla fine degli anni 70 l’associazione di levodopa con i dopamino-antagonisti li ha diminuiti sensibilmente. In molti paesi in via di sviluppo, come il Ghana, il numero dei malati di Parkinson è in continuo aumento, ma non vengono curati perché il costo delle dopamine, di per sé non elevato, lo è tuttavia per i bassissimi redditi di quei paesi.Come per quasi tutte le malattie neurodegenerative le cause scatenanti del morbo non sono note, mentre si ipotizza una componente ambientale (80%), una genetica (20%) e oggi particolare attenzione è rivolta allo stress. Un fattore generico che, indebolendo il sistema immunitario, favorisce l’insorgere di molte malattie, tra cui forse anche il Morbo di Parkinson. Per i primi cinque-sette anni il morbo è controllabile con terapia adeguata. Tra il 7mo e 12mo anno la malattia si evolve e i sintomi sono controllati con difficoltà. Nell’ultimo periodo i farmaci non riescono più a contenerli e insorgono complicazioni cognitivo psichiatriche.
La Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson (link),fondata nel 1993 e presieduta dal prof. Gianni Pezzoli, ha avviato una ricerca che ha permesso di scoprire una terapia naturale per il trattamento del morbo: in un legume molto diffuso nel Ghana e in altri paesi africani, la Mucuna pruriens, è contenuta una notevole quantità di levodopa. Che può essere utilizzata senza alcun processo industriale. È sufficiente tostare e tritare i fagioli di mucuna e sono pronti per l’assunzione. Evidenti sono i benefici risultati ottenuti rapidamente. La cura per un anno con mucuna pruriens costa 12 dollari.
La Fondazione Grigioni ha lo scopo di trovare i fondi necessari a finanziare la ricerca scientifica nel campo delle malattie neurodegenerative e trovare nuove terapie per l miglioramento della qualità della vita del malato.
Ora la Fondazione chiede l’aiuto di tutti. Si può farlo devolvendo il 5 per mille della dichiarazione dei redditi, apponendo la propria firma e il codice fiscale della Fondazione: 97128900152 nell’apposito riquadro.
Per ottenere supporto psicologico e informazioni telefoniche contattare l’Associazione italiana parkinsonianiallo 02.66713111.

Risultati immagini per Mucuna pruriens
La Mucuna pruriens è una pianta angiosperma. Le sue proprietà medicinali variano da afrodisiaco (nell’ayurveda) a cura per il trattamento della malattia di Parkinson, a causa dell’alto contenuto naturale in levodopa.

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