domenica 31 luglio 2016

Il concetto di reincarnazione presso i Catari

Reincarnazione dei Catari


La "croce occitana", simbolo del catarismo
Immagine dal sito https://upload.wikimedia.org/

Stefano Beverini

Tutto sommato, poco è stato scritto sui Catari, in proporzione, per esempio, a quanto divulgato sui Templari. Entrambi questi movimenti religiosi furono accomunati da una profonda tradizione esoterica e da una sorte tragica. Qualche elemento sembra sia anche affiorato “postumo” attraverso una medium e le reminiscenze di alcune persone sulle loro esistenze anteriori. La vicenda appare alquanto complessa e incredibile; ma, prima di esporla, ricordiamoci di alcuni cenni storici utili per comprenderla.
Dal greco Katharós, che significa puro, deriva il nome Catari. Nel medioevo essi si diffusero nell'Europa centrale, tra i secoli XI e XIII. Nella Francia meridionale, soprattutto a Tolosa e Albi, furono numerosi e presero la denominazione di Albigesi. Subirono molte persecuzioni, fino al genocidio quasi completo. L'ultima roccaforte, quella di Montségur, cadde il 16 marzo 1244. Uno dei pretesti addotti per fomentare le ultime vessazioni fu l'assassinio di due inquisitori, nel 1242, ad Avignone.
Degli eventi paranormali collegati a questa drammatica conclusione, scrisse lo psichiatra inglese Arthur Guirdham alla fine degli anni Sessanta, nel suo libro The Cathars and reincarnation. Una sua paziente descrisse una quantità cospicua di particolari relativi ai Catari, ricavata dai propri sogni. All'epoca delle "scoperte oniriche" pare che la maggior parte dei dati emersi non fosse ancora conosciuta dagli studiosi. In seguito i ragguagli sarebbero stati controllati e confermati.
La signora Smith - è la menzionata paziente del dottor Guirdham - durante l'adolescenza iniziò ad avere dei sogni vividi, collegati alla sua presumibile esistenza medioevale. Sognava di essere stata una fanciulla di umili origini che viveva nei pressi di Tolosa. Fuggita di casa, per le violente percosse del padre, andò a vivere con il suo fidanzato, Roger de Grisolles. Poi la signora Smith sognò un uomo che, tornando dal luogo del delitto, si vantò di esserne stato l'autore. Egli si chiamava Pierre de Mazerolles. Inoltre, la signora, si ricordava del proprio nome assunto nel sogno: nella sua vita medioevale si sarebbe chiamata Puerilia. Ricordava anche particolari raccapriccianti della sua tragica fine sul rogo. Arthur Guirdham riscontrò quanto gli aveva narrato la sua paziente. Identificò sia Roger de Grisolles, sia Pierre de Mazerolles; quest'ultimo fu effettivamente coinvolto nell'assassinio dei due Inquisitori, ad Avignone.
Ben presto il dottor Guirdham fu immerso in un turbinio di vicende che riguardavano i Catari di sette secoli prima. Il personaggio chiave di questa nuova serie di esperienze era la signorina Mills, persona attivissima ed estroversa. Essa, pur non sapendo nulla sui Catari, sin dall'età di cinque anni aveva due sogni ricorrenti. Nel primo fuggiva da un castello di stile medioevale, situato sulla sommità di un colle (verrà poi riconosciuto come Montségur). Nel secondo sognava di essere trascinata con altre persone verso un mucchio di fascine, e di essere colpita con una torcia ardente, da un monaco. Già dall'infanzia aveva orrore del fuoco. All'età di sette anni ebbe una reazione tale da apparire isterica, di fronte a un edificio in fiamme. Temeva inspiegabilmente anche il suono delle trombe: quando passavano le bande musicali fuggiva via tappandosi le orecchie. La signorina Mills chiese al dottor Guirdham di visitarla, per un fastidioso dolore al fianco sinistro. Aveva una serie di vescichette, come provocate da un'ustione. Però non contenevano alcun liquido, ed erano quasi solide. Corrispondevano alla traccia lasciata dalla torcia del sogno!
In seguito cominciarono le manifestazioni di tipo medianico. Inizialmente chiaroudienza: le parole venivano percepite non solo in stato di dormiveglia, ma anche di piena lucidità. La voce, anzi le voci parlavano ripetutamente nel corso delle notti, invitando lo studioso a divulgare la conoscenza del catarismo. Presto la fenomenologia divenne più interessante e complessa. La signorina Mills teneva una matita e un taccuino sul comodino. Al risveglio trovava dei messaggi: scrittura diretta o automatica? Probabilmente la seconda, perché la medium, riconoscendo la propria calligrafia, ritenne di aver scritto in stato alterato di coscienza. Il contenuto dei messaggi era vario. Alcuni erano anche di natura filosofica ed esoterica. “La verità nasce da vibrazioni. Non si può conoscere semplicemente pensandola, essa deve essere vissuta.” Poi le voci si alternarono ai messaggi scritti - anche in lingue diverse - e giunsero notizie circostanziate sugli Albigesi.
Guirdham accertò la veridicità dei dati, non senza fatica, dopo aver compulsato vari documenti e testi difficilmente reperibili. Egli era sconcertato. Arrivò poi dall'ignoto una successione di nomi: alcuni riguardavano località geografiche, ma la maggior parte si riferivano a persone con dei legami tra loro. Erano ignoti Catari non citati nei libri di storia, ma registrati negli archivi dell'Inquisizione, come vedremo fra poco.
Un giorno la medium si destò con un intenso dolore alle spalle e ai polsi. Era il 16 marzo, il giorno del massacro di Montségur. Il medico si recò quindi in Francia, dove riuscì a parlare con Duvernoy (che viene da lui citato come uno dei maggiori studiosi di storia catara). Venne così a sapere che gli eretici salirono sul patibolo con i polsi saldamente legati dietro la schiena, con catene. Si ipotizzò l'identità medioevale della Mills: sarebbe stata Esclarmonde de Perella, figlia di Raymond, signore di Montségur.
Una notte, sul taccuino della medium, apparve la scritta “609 Montserver”. La sera stessa pervenne un messaggio straordinario: un verbale dell'Inquisizione in francese antico. I verbali di tali processi non erano mai stati pubblicati - a parte qualche stralcio - e soltanto gli specialisti ne conoscevano l'esistenza. Duvernoy fu di preziosissimo aiuto e tradusse a Guirdham alcuni brani del foglio 609, conservato negli archivi di Tolosa. In questo foglio si parlava di quel Pierre de Mazerolles, coinvolto nell'assassinio dei due Inquisitori. Vi erano anche notizie particolareggiate sulla famiglia Montserver, una componente della quale, Braida, avrà un ruolo importante in questa storia.



Sulle influenze filosofiche e religiose che avrebbero determinato il movimento cataro, esistono numerose divergenze d'opinione. Le indicazioni medianiche della signorina Mills avrebbero rivelato la natura più intima del catarismo, che avrebbe affondato le proprie radici nel cristianesimo primitivo. A tale proposito ricordo che, per alcuni autori il Cristianesimo delle origini riveste particolari significati, come il valore iniziatico attribuitogli dal Guénon.
Tornando alla sequela di nomi provenienti dall'ignoto, un esempio è particolarmente interessante: Brunasendis, Pons e Narbona. Brunasendis deriva dalla crasi dei due nomi Brune e Arsendis. Queste erano le mogli dei due militari Pons e Narbona. Le due coppie furono arse insieme sul rogo. Inspiegabilmente molti militari condivisero le sorti degli eretici e perirono con loro rifiutando la libertà.
Ma il mistero che ha destato più interesse è quello del trafugamento, per protezione, del tesoro degli Albigesi attuato da alcuni Parfaits (ovvero gli iniziati), che riuscirono ad abbandonare Montségur la notte precedente il massacro. Secondo le comunicazioni medianiche ricevute, il tesoro sarebbe stato composto di libri rarissimi e molto antichi. Chissà se, come è stato asserito per i Templari, anche i Catari fossero depositari di conoscenze magiche e scientifiche attribuite a civiltà remote: ma questa è solo una supposizione.
Poi la Mills ebbe il fenomeno clou. Una notte fu svegliata dall'abbaiare del suo cane. Apparve una vecchia signora vestita con una tunica blu scura, ai piedi del letto. Come in alcune mie esperienze al castello della Rotta, narrate in altre mie pubblicazioni, proprio l'abbaiare dei cani annunciava le apparizioni. L'anziana signora sarebbe stata Braida de Montserver, una sacerdotessa catara. La medium, che aveva già dato prova di xenoglossia, non conosceva l'idioma di Braida, eppure si comprendevano perfettamente. La comunicante profuse insegnamenti pratici riguardanti l'uso di erbe e bacche, nonché particolari tecniche pranoterapeutiche.
Sul fantasma della donna spiccava una cintura, con un medaglione sul quale era incisa una croce. Era il simbolo comparso, alcuni mesi prima, nei disegni automatici della Mills: tale emblema avrebbe indicato l'appartenenza di una persona alla classe dei guaritori. Infatti i Parfaits ricevevano il battesimo spirituale - detto consolamentum - mediante l'imposizione delle mani (a differenza dei semplici credenti che ottenevano il consolamentum solo in punto di morte). Ovviamente questi rituali erano diretti non solo al fisico, ma soprattutto ai corpi più "sottili". La rediviva Esclarmonde ricevette inoltre insegnamenti filosofici ed esoterici da un'entità maschile: Guilhabert de Castres. Si manifestò anche un certo Bertrand Marty, uno dei principali personaggi di Montségur, il quale affermò di essere stato la reincarnazione del padre della Mills, nella vita - già conclusa - del ventesimo secolo. Sembra, addirittura, che entrambi - Guilhabert e Bertrand - siano apparsi alla signorina, materializzandosi.
Anche il terrore per il suono di tromba trovò una risposta; il ricordo affiorò repentino: erano le trombe che suonarono quando le truppe catare fallirono la loro ultima, disperata controffensiva. Poi emersero altri protagonisti del periodo di Montségur. La prima fu Betty, compagna di scuola della Mills, che morì ancora giovane. La madre ritrovò un quaderno, scritto da Betty quando era ancora una bambina, pieno di notizie e disegni particolareggiati sui Catari che non poteva aver appreso sui testi scolastici. La Mills restò comprensibilmente affranta, ma intervenne Braida a consolarla. L'entità disse che Betty era vegliata da un Parfait. Sembra infatti che i Catari, come i monaci tibetani, fossero soliti vegliare le salme per aiutarne lo spirito nel trapasso. Anche Jane, la madre di Betty avrebbe fatto parte del "gruppo cataro redivivo", insieme a Kathleen, Penelope e suo marito Jack: in tutti pian piano emersero intricate serie di ricordi, che collegavano la nuova vita con quella precedente. Erano come gli anelli di una catena.
Oggi, a distanza di oltre sette secoli, nonostante gli immani massacri, la fede catara non è stata completamente cancellata. Nella Francia meridionale, infatti, esiste un movimento neocataro continuatore delle antiche dottrine... 

Bibliografia: Baigent, M. - Leigh, R. - Lincoln, H. Il Santo Graal, Milano, Mondadori, 1982. Guirdham, A. Noi siamo un altro, Torino, MEB, 1977. Sedir, P. Storia e dottrina dei Rosacroce, Genova, Dioscuri, 1988. Tavolaro, A. - Castel del Montee Il Santo Graal, Bari, Laterza, 1988. Wilson, C. Strani poteri, Roma, Astrolabio, 1976.

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