L’INCHIESTA «SALTIMBANCHE» SUL
COLLASSO DELLE POPOLARI VENETE
Report: «Zonin sta diventando
nullatenente»
Amici big, risparmiatori beffati, conti e azioni gonfiate: chi paga? PopVi
diffida la Gabanelli
11 aprile 2016
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PADOVA. Mentre i soci rimasti a secco ripetono «mai
più», Gianni Zonin starebbe diventando nullatenente, cedendo pian piano quote
di società e immobili a mogli e figli, racconta «il Report» di Milena
Gabanelli.
Ieri sera è andata in onda «Saltimbanche», l’inchiesta
di Giovanna Boursier sul cattivo credito delle Banche, venete comprese.
Impossibile sentire la voce di Gianni Zonin, per trent'anni presidente della
Popolare di Vicenza. È in Sudafrica e non rilascia interviste, ma la Banca
diffida la puntata che va in onda comunque con la voce di Bankitalia sul valore
delle azioni. Il direttore Salvatore Rossi conferma: «Abbiamo insistito a lungo
perché le banche avessero pareri autorevoli esterni». Ma c’è voluta la Bce per
svelare il vero valore della azioni e il patrimonio gonfiato. Anche in Veneto
Banca. Lo conferma Danièle Nouy, capo vigilanza Bce con le ispezioni che
partono nel 2014 di fronte a un «grande problema di sofferenze, dimensioni e
governance».
«Ci hanno venduto azioni come se fossero un
investimento sicurissimo, dicendo che la banca che era solida» dice il socio arrabbiato
Davide Lunardon. «Ce le hanno vendute come oro. La mia mamma deve pagare la
casa di riposo, non abbiamo soldi» aggiunge Elisabetta Gatto. La mamma di
Martina ha tentato il suicidio. Ha perso 50 mila euro. Ma nel tracollo generale
c'è chi ha comprato e venduto in pochi mesi come l’A22. E, prima del crollo,
anche Bruno Vespa, abruzzese che vive a Roma ma ha investito in Veneto Banca
intorno al 2000 quando conobbe l'ex ad Vincenzo Consoli di cui si definisce
«amico»: Vespa vende 8 milioni con una perdita di 873 mila euro legata alle
obbligazioni convertibili. Vendono Giuseppe Stefanel e Renzo Rosso. Lettere con
impegno al riacquisto, dice Report, sono invece arrivate a René
Caovilla, società San Lorenzo e Palladio. E adesso c’è
la Borsa, due bilanci in rosso e fatti da chiarire come quell’amico comandante
Giuseppe De Maio che Consoli volle in Veneto Banca con contratto da 160 mila
euro e un viaggio in Brasile pagato da una società in Lussemburgo. (e.v.)
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