È in corso da qualche anno la scoperta o meglio la ri scoperta d'alimenti antichi o dimenticati che dir si voglia, una ricerca del sapore delle nostalgia, una scelta che rassicura ma anche una scelta che si configura più consapevole e socialmente responsabile.
Questa riscoperta d'alimenti antichi sta interessando in modo particolare i cereali, che sono la base dell'alimentazione.
Il tutto ha inizio nel 1949 in Egitto, un pilota della USA Air Force riceve da un amico archeologo dei semi trovati non germinati in uno scavo archeologico di una tomba di un faraone.
Il pilota li manda al padre che ha una fattoria del Montana, dove l'agricoltore li semina e alla raccolta distribuisce i semi ad agricoltori vicini, presi inizialmente solo da una curiosità.
Erano semi del grano Khorasan, una varietà che si pensava persa, ma che in realtà è possibile trovarla in diversi paesi dell'Asia come l'Iran.
Trenta anni dopo, un ingegnere biochimico deposita il marchioKamut, così chiamato perchè Kamut è una parola araba che vuole direanima della Terra secondo alcuni, grano del faraone Tut secondo altri, l'unica cosa che posso dirvi è che oggi corrisponde a una varietà di grano Khorasan che si coltiva in agricoltura biologica in Usa.
Oggi i prodotti con farina di Kamut sono molto ricercati, ma occorre dire che non è privo di glutine, cereale antico non vuole dire privo di glutine. Il kamut si distingue per il profilo nutrizionale secondo più fonti, per un alto tenore proteico, e la maggiore contenuto d'acidi grassi insaturi e oligoelementi, rispetto ad altri cereali.
Un' 'innovazione che parte dal passato
Da questo successo commerciale è partito il trend della ricerca dell'uso di cereali antichi, e sono partite diverse operazioni di marketing per i cereali come l'amaranto, avena, farro, miglio, orzo, quinoa.Il farro degli antichi romani, la quinoa dei inca, l'amaranto degli atzechi.....
La maggior parte del marketing e della comunicazione di questi cereali o semicereali utilizzati come cereali sono caratterizzati come grani ricchi di storia, grani antichi, il termine antico sembra che rafforzi iltermine naturale che rappresenta una delle grandi aspettattive del consumatore.
Ricordo inoltre che in Italia ci sono delle ottime alternative al Kamut come Grano Saragolla (Triticum Turgidum Durum ) una varietà di grano Khorasan che si produce in Abruzzo e anche molto nota la varietà Senatore Cappelli una varietà di grano che ben si adatta alla clima del mediterraneo delle regioni Sardegna e Puglia, sostituita da varietà più redditizie nel dopoguerra, negli ultimi anni è tornata in coltivazione.
Intanto le farine e i prodotti realizzati con cereali antichi si posizionano sul mercato in una fascia alta, costituiscono un valore in più da dare ai prodotti, dalla pasta ai biscotti.
Intanto le farine e i prodotti realizzati con cereali antichi si posizionano sul mercato in una fascia alta, costituiscono un valore in più da dare ai prodotti, dalla pasta ai biscotti.
Ad un offerta di grandi numeri di cereali antichi , si è creato un vero e proprio movimento d'agricoltori che ha iniziato, come si faceva una volta, a selezionare i semi e le varietà per conto proprio mentre la maggior parte altri agricoltori oggi acquista il seme certificato tutti gli anni.
Tra le associazione più note oltre a Slow food che si interessa dei grani antichi c'è l'associazione grani di noè, sementi paesane, associazione kalopelli che mirano alla conservazione e diffusione dei semi, in contrasto con il monopolio delle multinazionali dei semi
Secondo alcuni ricercatori le varietà selezionate dalle multinazionali del seme per la coltivazione hanno la capacità d'adattarsi meglio alla chimica di sintesi, fino al punto di non poter fare a meno di fertilizzanti e pesticidi, prodotti sempre dalle stesse multinazionali.
Per mais, foraggi, ortaggi, alberi da frutta, viti, tutte le loro varietà provengono da poche aziende che producono sementi, poche aziende e poche varietà che ha determinato un' erosione della bio diversità.
Filosofia green una filosofia d'elite?
L'altro giorno sono passato per caso da Eataly a Milano, sono andato cosi a vedere le farine, c'era in effetti la farina di kamut a 5,30 euro al kg, ho anche scoperto diversi produttori che operano una selezione di cereali antichi come l'enkir, ricordo la farina sapori antichi fatta di farro, segale kamut ed enkir a 5,60 euro al kg, certo rispetto alla farina bianca del supermercato a 0.59 euro al kg è un altra cosa (stiamo parlando non di un 30% in più non del doppio ma di un prezzo dalle 9 alle 10 volte in più ).
Nonostante condivido una filosofia green, devo dire che alterno le farine del supermercato con l'acquisto di farine di cereali direttamente dai contadini locali, come quando vado in Val Venosta.
Non mancano negozi ma non sempre viene indicata la provenienza dei cereali e il tipo d'agricoltura oggi in internet ci sono molte informazioni dai mercati del contadini ai mulini locali ai produttori di cereali antichi, bisogna diventare "segugi del cibo" per un buon rapporto qualità/prezzo.
L'unica mia forte perplessità è capire se veramente il consumatore è disposto a spendere tanto in più oppure no, ammettendo sempre che si sia nella condizione di poterselo permettere di fare una scelta, ricordo la notizia dei giorni scorsi che ci sono 10 milioni d'Italianiche riescono a fare un pasto completo solo uno ogni due giorni.
Per avere un impatto positivo sull'ambiente bisogna che più persone siano disponibili a fare scelte consapevoli per non fare in modo che tali scelte siano solo riservate a una piccola elite.
Da due o tre anni vedo sempre di più blogger utilizzare più farine di diversi cereali e questo è un messaggio molto importante sia per avereuna dieta più ricca e più varia che per la grande consapevolezza dell'impatto sull'ambiente, non si può dire la stessa cosa degli altri media, stampa e televisione in primis.
Da due o tre anni vedo sempre di più blogger utilizzare più farine di diversi cereali e questo è un messaggio molto importante sia per avereuna dieta più ricca e più varia che per la grande consapevolezza dell'impatto sull'ambiente, non si può dire la stessa cosa degli altri media, stampa e televisione in primis.
Quello che è certo è che l'innovazione agroalimentare sembra partire dal passato più che dal presente.
Nessun commento:
Posta un commento