La religione è antichissima, precedente al cattolicesimo: in 35 mila per il solstizio
Gli Dèi stanno tornando.
Si riaccendono i fuochi sacri e presso menhir ricoperti da muschi secolari si celebrano arcani riti.
Aumenta ogni anno, nell’Est post-comunista, il numero di chi si converte a religioni neopagane: vecchi culti seppelliti non da qualche decennio di regime ateista, ma da secoli di cristianizzazione.
Il Paese in cui la rinascita è più significativa è la Lituania. Ogni anno la religione romuva acquisisce qualche centinaio di adepti: ha ormai superato i tremila. Ma, come ci spiega la responsabile per Vilnius, Inija Trinkuniene: “Conta il fatto che i lituani sono un popolo più pagano che cattolico, nel modo di pensare e di agire!. “Ci sarà pure un motivo”, dice, “se ormai si radunano 35 mila persone, mica possono essere tutti curiosi”.
La Trinkuniene è la moglie di Jonas Trinkunas, leader e fondatore di romuva. “Siamo pagani ma non ‘neo’. Siamo PIU' TRADIZIONALI dei cattolici: ci sono oltre mille luoghi sacri in Lituania. E non c’è bisogno di un archeologo per cercarli, li conosce la Gente. E li venera, anche se i preti dicono che è solo folklore”.
In effetti, forse non è un caso se la nazione che ha una così forte rinascita politeista è stata l’ultima in Europa a essere cristianizzata. Solo nel 1386 Jagellone scelse una conversione d’interesse pur di regnare anche sulla Polonia.
Non è un mistero che spesso i neopagani siano il ‘braccio spirituale’ dei gruppuscoli neonazisti. In Lituania la situazione è diversa. “Non abbiamo rapporti con i partiti, anche se molti politici ci promettono, in caso di vittoria, di farci passare da religione registrata a religione riconosciuta dallo Stato”, assicura la Trinkuniene, “tra noi prevalgono elettori di centro e della destra moderata. E poi ci sono gli ecologisti, anche se in Lituania manca ancora un partito verde. Diamo molta attenzione all’armonia con la natura”.
Ma romuva ha anche una tradizione di resistenza nazionale, e sotto il regime sovietico molti suoi membri finirono in carcere. Nel 1967, quando Trinkunas lo fondò, aveva una connotazione laica, etnografica. Ma in breve si trasformò in movimento religioso, dopo il 1971 clandestino. Solo con l’indipendenza, però, i fedeli del dio del tuono Perkunas hanno iniziato a crescere costantemente. Un nuovo impulso è venuto dall’ingresso nell’Unione europea. Spiega la Trinkuniene: “Far parte di una realtà internazionale fa nascere il bisogno di rafforzare le proprie radici. E i lituani, in Europa,non possono rappresentarsi senza la coscienza delle loro radici pagane”
Gli Dèi stanno tornando.
Si riaccendono i fuochi sacri e presso menhir ricoperti da muschi secolari si celebrano arcani riti.
Aumenta ogni anno, nell’Est post-comunista, il numero di chi si converte a religioni neopagane: vecchi culti seppelliti non da qualche decennio di regime ateista, ma da secoli di cristianizzazione.
Il Paese in cui la rinascita è più significativa è la Lituania. Ogni anno la religione romuva acquisisce qualche centinaio di adepti: ha ormai superato i tremila. Ma, come ci spiega la responsabile per Vilnius, Inija Trinkuniene: “Conta il fatto che i lituani sono un popolo più pagano che cattolico, nel modo di pensare e di agire!. “Ci sarà pure un motivo”, dice, “se ormai si radunano 35 mila persone, mica possono essere tutti curiosi”.
La Trinkuniene è la moglie di Jonas Trinkunas, leader e fondatore di romuva. “Siamo pagani ma non ‘neo’. Siamo PIU' TRADIZIONALI dei cattolici: ci sono oltre mille luoghi sacri in Lituania. E non c’è bisogno di un archeologo per cercarli, li conosce la Gente. E li venera, anche se i preti dicono che è solo folklore”.
In effetti, forse non è un caso se la nazione che ha una così forte rinascita politeista è stata l’ultima in Europa a essere cristianizzata. Solo nel 1386 Jagellone scelse una conversione d’interesse pur di regnare anche sulla Polonia.
Non è un mistero che spesso i neopagani siano il ‘braccio spirituale’ dei gruppuscoli neonazisti. In Lituania la situazione è diversa. “Non abbiamo rapporti con i partiti, anche se molti politici ci promettono, in caso di vittoria, di farci passare da religione registrata a religione riconosciuta dallo Stato”, assicura la Trinkuniene, “tra noi prevalgono elettori di centro e della destra moderata. E poi ci sono gli ecologisti, anche se in Lituania manca ancora un partito verde. Diamo molta attenzione all’armonia con la natura”.
Ma romuva ha anche una tradizione di resistenza nazionale, e sotto il regime sovietico molti suoi membri finirono in carcere. Nel 1967, quando Trinkunas lo fondò, aveva una connotazione laica, etnografica. Ma in breve si trasformò in movimento religioso, dopo il 1971 clandestino. Solo con l’indipendenza, però, i fedeli del dio del tuono Perkunas hanno iniziato a crescere costantemente. Un nuovo impulso è venuto dall’ingresso nell’Unione europea. Spiega la Trinkuniene: “Far parte di una realtà internazionale fa nascere il bisogno di rafforzare le proprie radici. E i lituani, in Europa,non possono rappresentarsi senza la coscienza delle loro radici pagane”
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